CULTURA. R.MUSSOLINI (CON GIORGIA)-F.CASTELLANI (FDI): IMMOBILISMO 5 STELLE METTE A RISCHIO FUTURO LAVORATORI DOMUS IMPERIALI PALAZZO VALENTINI. PRESENTATE INTERROGAZIONE E MOZION

Roma, 17 luglio 2020 – «E’ sempre più incerto il futuro dei lavoratori impiegati presso la Domus Imperiali di Palazzo Valentini. A quasi due mesi dal 18 Maggio, data in cui, in base al DPCM del 27 Aprile scorso, musei e aree archeologiche su tutto il territorio nazionale, seppur con i dovuti accorgimenti, hanno potuto riaprire al pubblico, mentre quest’area rimane ancora chiusa in quanto l’impianto di areazione degli ambienti sotterranei non rispetta le vigenti norme anti-contagio COVID_19.

Il risultato è che il pubblico non può accedere in questi spazi e che quanti fino ad oggi vi operavano potrebbero perdere il posto di lavoro. Nei giorni scorsi a raccogliere il grido d’allarme lanciato dai lavoratori è stato già il gruppo consiliare della Città metropolitana: qui non c’è soltanto da preservare la fruizione di un sito archeologico che negli ultimi anni è stato oggetto di trasmissioni dagli Stati Uniti al Giappone, ma anche da salvare una categoria di lavoratori che non possono tornare alla loro professione soltanto per disattenzione di chi amministra la sede dell’ex provincia. Come FdI, questa mattina, abbiamo protocollato un’interrogazione e presentato una mozione per chiedere che si trovi una soluzione, restituendo così a Roma ed ai romani una delle più straordinarie testimonianze dell’antica magnificenza della città, quella magnificenza che, in questi ultimi anni, la Capitale ha visto ripetutamente offendere dall’amministrazione grillina.In fondo non ci vorrebbe molto: come dichiarato dai sindacati dei lavoratori di Civita Mostre e Musei SPA, che si occupavano della bigliettazione, della sorveglianza e del servizio clienti al bookshop del sito, Roma Città Metropolitana dovrebbe incaricarsi dei lavori di messa a norma degli impianti necessari per riprendere l’attività. Anche per questo, sia da parte nostra che da parte loro, è stata sollecitata la convocazione di un tavolo di confronto tra le parti interessate: serve quanto prima una soluzione che stabilisca quali delle parti coinvolte debba farsi carico dei lavori, così che questi possano essere eseguiti al più presto e il sito possa finalmente tornare fruibile dal pubblico.Siamo fermamente convinti, infatti, che l’eccezionalità dello spazio, legata anche al fatto che si trova sotto la sede di Roma Città Metropolitana, meriti, senza alcun dubbio, quella dovuta attenzione che finora è sembrata mancare da parte delle istituzioni chiamate in causa.Non è certo la prima volta, purtroppo, che ci troviamo di fronte a questo immobilismo, dovuto al disinteresse, all’incapacità di assolvere ai propri doveri da parte di questo gruppo di dilettanti della politica che si sono ritrovati, chiaramente loro malgrado, a governare Roma, dalla Città Metropolitana fino ai Municipi. Oggi sono evidentemente non più soltanto preoccupati, ma ormai palesemente rassegnati all’avvicinarsi della fine della loro esperienza alla guida della Capitale d’Italia ed abbandonano la città al suo destino, mentre noi lavoriamo e lavoreremo sempre per restituirle la sua straordinaria bellezza, anche tutelandone il patrimonio culturale».Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale, e Francesco Castellani, coordinatore Dipartimento Beni Archeologici FdI Lazio

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