Giornalista rischia il carcere per aver svelato meccanismi e verità scomode ai danni di gruppi camorristici legati a interessi governativi: “Mi è  toccato anche un infarto dopo prima dose Pfizer, così la censura è completa” 

Riceviamo e pubblichiamo

E’ finita la tutela democratica delle parti sociali, nello stesso momento in cui il governo ha tacitamente dichiarato ed effettuato un ‘golpe bianco’ nei confronti delle minoranze critiche del sistema. “Tutti mi ricattano a loro modo, da anni, perché non scrivo quello che vogliono loro. Tutti si sentono in diritto di premermi a loro piacimento.  Ho da sempre cercato di ascoltare il più possibile le varie istanze (da ogni parte). In questo perverso – ma direi reale – processo umano, mi hanno pure denunciato per ben 5 volte (denunce bavaglio). L’interesse per il nostro media sembra sia cresciuto a dismisura, tanto da far stare sempre  più la mia persona tra l’incudine e il martello. Oggi non sto bene, moralmente, fisicamente, nell’animo. Nessuna istituzione di questo paese è disposta ad aiutarmi o ad ascoltare il grave stato di ‘ricatto’ sotto il quale è finito il sottoscritto e il giornale quotidiano che dirigo”. Queste le dichiarazioni del giornalista Michelangelo Letizia, direttore del quotidiano PaeseRoma.it.

Ma non è tutto, lo scorso dicembre 2021 a Letizia è toccata la “censura più grande e più profonda”, visto che in seguito alla prima dose del vaccino Pfizer, che sottolinea il giornalista “non avrei mai effettuato se non per il ricatto pubblico legato al lavoro”, avrebbe accusato anche i sintomi di un infarto e successiva pericardite “Così il bavagljo è totale, visto che il coraggio e la grinta di difendersi presuppone forza ed equilibrio fisico, adesso non mi sento neppure le forze per sollevare due buste della spesa”.

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