ITALIA, TISO(IC): “PARTITI E SINDACATI STANNO PERDENDO DI CREDIBILITA. PUNTARE SU SCUOLA E AMBIENTE’”

“Da più parti è in atto una critica verso gli organismi attivi nel sociale, rei di aver illuso e deluso, consumatori, lavoratori e cittadini in tutti i settori e di tutte le categorie. Insomma partiti e sindacati ed enti a latere hanno spento ogni luce propulsiva e stanno perdendo di credibilità. I comparti ritenuti peggiori, comprendono ambiente, scuola e lavoro.A seguire energie rinnovabili, economia circolare e, soprattutto, il sistema Agricoltura, Agroalimentare e Ambientale. Un esempio: i numeri Eurostat ci dicono che l’agricoltura invecchia e le aziende scompaiono con le dipartite dei titolari. Tutt’altra musica si suona per le macroimprese, che invece continuano a ingrandirsi a spese dei piccoli. Insomma se il sociale perde, la politica fa da conto e in nome del popolo facciamo debiti per mettere pezze. Nessuno s’azzardi a gridare allo scandalo perché in Italia fare debiti a nome degli altri più che uno sport Nazionale, fa “tendenza” di sempre. Scippare le attese, le speranze degli adolescenti è un furto pre-condonato per chiunque dimori a Piazza Colonna. Abbiamo messo a confronto due numeri: 1291 sono gli euro che abbiamo speso pro-capite, tra 2015 e 2017, per l’istruzione, e 1267 sono invece ciò che ciascuno di noi ha speso per gli interessi sul debito pubblico. Per chiarire: il Belpaese spende più o meno la stessa cifra per la scuola e per gli interessi sul debito pubblico. Soldi buttati mentre la scuola continua a sprofondare nelle sabbie mobili. Siamo un Paese che non ha fatto riforme necessarie, che ha un sistema formativo incapace di generare quel che serve alla produzione, la peggiore giustizia d’Europa, la più alta spesa pensionistica, ma che s’incaponisce a sostenere che facendo più deficit riuscirà a crescere di più, quando l’evidenza dei fatti dimostra il contrario. L’altra falla è l’economia circolare come via d’uscita principale dalla crisi dei rifiuti. Con lo sviluppo dell’economia circolare nel settore ambientale e dei rifiuti, così come disegnato dalle nuove normative Ue, – cioè un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo: così facendo, l’occupazione in Italia aumenterebbe di 50mila nuovi posti di lavoro, più 90mila nel settore della bioeconomia entro il 2020. Occorre una strategia mirata per la transizione verso l’economia circolare, è necessario coniugare un approccio verde con una serie di risparmi per le aziende, che riciclando tagliano i costi sulle materie prime, guadagnano in competitività, ammodernano i loro cicli produttivi e creano maggiore occupazione. Tutelando, al contempo, l’ambiente. Come può riuscirci l’Italia? Attraverso il recupero dei materiali, la gestione virtuosa degli scarti, la riduzione dell’inquinamento e dello spreco alimentare. Invece di litigare con l’Europa e scannarsi sugli inceneritori, dunque, il governo “gialloverde” potrebbe seguire la linea maestra, solcata dalla Ue”. Così, in una nota, il portavoce di Iniziativa Comune, Rocco Tiso.

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