Le università telematiche e il tavolo che non c’è. Bandecchi (Unicusano): “L’ottusità italiana non ci permette di capire che gli atenei sono prima di tutto Università”

Lo scorso venerdì 11 marzo, tutte le università telematiche italiane sono state invitate dal Ministero dell’Università (MUR), alla presenza del Ministro Messa, ad un tavolo tematico relativo al futuro di questi Atenei.

Sono state spese parole importanti sulla qualità, sulle varie problematiche esistenti e sul futuro didattico e scientifico degli Atenei online, con la promessa che a brevissima distanza di tempo il tavolo sarebbe continuato su tematiche specifiche o ci sarebbero state riunioni individuali per approfondimenti, dato che non tutte le telematiche sono uguali per numero di Corso di Laurea, capacità di ricerca scientifica, numero studenti e così via.

A due mesi di distanza, la redazione di Tag24 ha raggiunto telefonicamente Stefano Bandecchi, Presidente del CdA UniCusano, uno degli atenei online più importanti di Italia, ma potremmo anche dire una delle Università più importanti di Italia per ricerca scientifica, numero di iscritti, qualità dei laboratori, infrastrutture d’eccellenza ed edilizia universitaria ai massimi livelli europei.

In esclusiva, l’intervista al Presidente Bandecchi e l’appello al Ministro Messa.

Salve Presidente Bandecchi, a che punto sono i lavori del tavolo indetto dal MUR?

L’11 marzo c’è stata presentata una bozza di idea dei lavori. Il Ministro ci ha salutati spiegandoci l’importanza di questo incontro e sono stati incaricati diversi dirigenti del MUR di organizzare altre riunioni con estrema urgenza data la prossimità del nuovo inizio dell’anno accademico 22/23; siamo stati gentilmente congedati da quell’incontro e ad oggi nient’altro è successo.

Come è possibile ciò?

Sinceramente credo che questa domanda dovreste porla al Ministro Messa o al Capo di Gabinetto Recinto o ai dirigenti incaricati.

Non avete tempi stretti dato che tra poco inizierà il nuovo anno accademico?

Sì, inizierà a breve. E sono moltissime le incertezze che oggi hanno coloro che debbono gestire le università private telematiche. In primis, l’enorme concorrenza sleale che il MUR sta permettendo, avendo concesso l’erogazione di corsi telematici ad università tradizionali, che non hanno nessuna esperienza, momentaneamente, in questo settore; tanto è vero che stanno “arruolando” dei nostri professori e moltissimi dei nostri tutor al fine di organizzare i loro corsi. Ma la cosa più grave è che manca totalmente il senso di reciprocità, da anni oramai negato alle università telematiche, anche se la nostra nascita si basa sugli stessi aspetti giuridici e sulle stesse leggi di ogni altra università statale e privata. Ricordiamo anche che i nostri professori sono rigorosamente identici per qualità titoli di studio e autorizzazioni ministeriali ai professori, ordinari e associati, impiegati nelle altre università.

Proprio riguardo ai professori, qualche mese fa c’è stata la polemica sui parametri d’assunzione che modificavano quelli esistenti. Come si è conclusa?

Questa storia non è iniziata e nemmeno finita. La legge, attualmente in vigore, a mio avviso senza alcun senso, è in atto e ci vede impegnati nell’assunzione di nuovi professori, che onestamente non sappiamo nemmeno come potremmo utilizzare dato che il sistema didattico telematico ha necessità totalmente diverse dall’erogazione dei corsi in presenza. Il tavolo era stato creato per trattate anche questo aspetto puramente didattico, ma dopo due mesi non è successo assolutamente nulla.

Ci permetta una domanda scomoda: ormai le telematiche non servono più a nulla dato che le università classiche erogheranno anche corsi a distanza?

Siamo l’unica nazione del mondo che parla di questa distinzione tra università telematiche e università in presenza. La nostra ottusità non ci ha permesso di capire che gli Atenei sono prima di tutto Università e, poi, i corsi di laurea possono essere erogati in più forme, con didattica face to face (in presenza) e con didattica online o con didattica in video conferenza, oppure come già succede in Itala da anni in modalità blended cioè mista. Pensare, dunque, che gli Atenei tradizionali possano ritenersi superiori a quelli telematici è assurdo per diversi motivi, ma ve ne elencherò solo due:

– Primo, le università in presenza e telematiche sono uguali dato che utilizzano ambedue gli stessi professori che sono autorizzati ad essere ordinari o associati direttamente dallo Stato italiano.

– Il secondo punto riguarda i professori e i laboratori per la ricerca scientifica, ed è quanto mai chiarificatore dato che la Unicusano oggi, pur essendo telematica, è ai massimi livelli internazionali nella ricerca scientifica, nella terza missione universitaria, e in tante altre cose come vedrete nei prossimi risultati ANVUR che saranno divulgati a breve. Ed intendo dire, che la unicusano in molte facoltà arriva nelle prime cinque posizioni su 111 atenei.

Vuole fare un appello al Ministro?

Sì. Chiedo umilmente al Ministro Messa di poter svolgere il mio lavoro e di permettere ai miei 1500 dipendenti, tra impiegati e professori, di lavorare serenamente e per fare questo avremmo bisogno di chiarimenti sul perché sono tutti spariti da due mesi. Nel frattempo volevo anche  informarLa che per quanto riguarda la terza missione noi abbiamo aperto alcuni canali divulgativi, ad esempio Cusano Italia Tv, e che stiamo aiutando il popolo ucraino ospitando in sede un centinaio di donne e bambini che sono scappati dalla propria terra. Sottolineo questo non per l’opera umanitaria che stiamo portando avanti ma per ricordare che siamo l’unica università con una sede idonea ad ospitare oltre gli studenti anche i rifugiati. A dimostrazione che solo i nostri corsi sono erogati telematicamente, ma che la nostra università con i suoi 54mila mq è molto presente nella capitale.

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