Poeticando: di Valeria Davide

“Succede di coltivare giardini d’amicizie che fioriranno solo nei tuoi pensieri.
Succede di aver amato l’amico che non c’è. Succede di accorgersi di essere stato il migliore amico di se stesso “
Valeria Davide

Ringrazio la poetessa Isabella Teresa Kostka per la gradita partecipazione alla mia rubrica la sua irica intitolata EGLI che ha aperto la mia riflessione sull’amico immaginario.


EGLI
I
Dell’amico immaginario
son rimaste le tracce
tra gli scatoloni impolverati
della mia cantina,
segni delle unghie
su scrostati muri
– stabili guardiani
d’una segreta infanzia.

Laggiù, nascevano le paure
dense e intense come un rosolio,
quelle slabbrate e accecate,
scucite come una pigotta.

Ci sono notti
in cui EGLI ritorna,
affetta il silenzio con una risata,
desta i pipistrelli nella mia mente
offuscata, coperta di troppe ragnatele,
afferra il mio corpo portandolo lontano,
aggrappato come una pulce
al suo mantello.

E divento una bambola
tra le sue mani,
un riciclato giocattolo
fino all’alba.

II
Ha detto di conoscermi bene
dall’epoca delle mele verdi
quando orgogliosa mostravo
uno sdentato sorriso
– quel simbolo di passata “lattea” infanzia.

Sapeva tutto di me:
ogni traiettoria di deviata festa,
baci proibiti, perverse carezze,
fumate sigarette, frantumati bicchieri,
amanti sbagliati gettati come stracci.

Mi sentivo accolta
come in un cesto di paglia
sulle sue ginocchia larghe e calde,
sfogliava i pensieri come un libro
di cui ero l’unica protagonista.

Speravo di ritornare bambina
mentre apriva una scatola di caramelle
somiglianti ai fasulli,
adulti piaceri.

Mi son alzata
con un fragore di sveglia
stringendo tra le mani
un sacchetto di confetti.
Ed EGLI non c’era…
Izabella Teresa Kostka, edita.

AUTISMO. PER TANTI BIMBI PERCORSI POSITIVI SE INTERVENTO GIUSTO

Stereotipie e atipie non devono piu’ spaventare. Tutta la popolazione “normotipica” e’ chiamata a compiere uno sforzo per comprendere il senso di alcuni comportamenti autistici. “Soprattutto non c’e’ bisogno di avere solo e sempre una visione catastrofica dei disturbi dello spettro autistico, perché’ tutto il lavoro fatto ci dimostra che tantissimi bambini possono avere dei percorsi positivi. 

Molti possono raggiungere degli optimal outcomes e per ogni bambino vale la pena di mettere in campo tutti gli sforzi possibili”. Lo dice Magda Di Renzo, responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), ponendosi l’obiettivo di rendere accessibile a famiglie e operatori sociosanitari il primo approccio evolutivo a mediazione corporea DERBBI – Developmental, Emotional Regulation and Body-Based Intervention, creato dall’IdO 20 anni fa per il trattamento dell’autismo e che negli ultimi anni ha avuto un grande impulso nella ricerca che ha permesso di evidenziare i dati di efficacia. Oggi l’IdO inaugura il nuovo corso su ‘Autismo, progetto riabilitativo Tartaruga-DERBBI’, in collaborazione con la Fondazione MITE e il patrocinio della Società’ italiana di pediatria, per presentarlo nel dettaglio a psicologi, pediatri, neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicomotricisti, educatori professionali, insegnanti di sostegno e curriculari, pedagogisti, operatori del settore e genitori.
Tre i punti cardine dell’approccio dell’IdO sull’autismo:
complessità’ del disturbo, necessita’ di un’equipe multidisciplinare e affrontare sempre il senso che hanno le atipie del bambino fin dai primi mesi di vita, per modulare ogni intervento su misura di ciascuna persona. “Nel nostro modello e’ prioritaria l’attenzione ai meccanismi propri della dimensione affettivo-corporea che sono primari in questo disturbo e che determinano poi tutte le altre conseguenze”, chiarisce Di Renzo.
Di fronte a una condizione complessa come l’autismo non puo’ esistere un unico intervento.
Per individuare allora il modello “elettivo” per ogni bambino con disturbi dello spettro autistico, il primo passo e’ una buona valutazione: 
“Troppo spesso, ancora oggi, si tende ad arrivare alla diagnosi attraverso un’osservazione quasi esclusivamente dei comportamenti- chiosa Elena Vanadia, neuropsichiatra infantile IdO- ma noi sappiamo che gli stessi comportamenti di tipo autistico, pure all’interno dello stesso disturbo, possono avere matrici differenti ed essere quindi espressioni di condizioni piu’ o meno complesse che hanno un valore nella programmazione terapeutico, dal tipo di approccio al timing. Ecco perché osservare il bambino in equipe, potergli proporre test e prove standardizzate accompagnate da questionari ai genitori, permette una valutazione sia clinica specialistica (aspetti neurobiologici e neurofisiologici, genetici/epigenetici, metabolici, ecc.) che psichiatrica/psicologica, in chiave evolutiva e psicodinamica.
Per evolutivo e psicodinamico- precisa la neuropsichiatra- intendo la consapevolezza dell’operatore di essere parte integrante della relazione terapeutica con il bambino e del suo percorso, della possibilità’ che il bambino acquisisca e specializzi abilita’ anche nei contesti naturali, del fatto che di fronte a tanta complessità sarà necessario intervenire in modo globale ma al tempo stesso mirato rispetto alle caratteristiche individuali e alla fase evolutiva. Cosi’ definiamo il profilo di funzionamento del bambino per valutare i suoi punti di forza, di debolezza – compreso il sistema familiare e scolastico in cui cresce – e i predittori che ci consentono di individuare se quel bambino sarà ‘un candidato elettivo’ per il modello DERBBI”.
“Durante i sei incontri in programma fino al 24 aprile ci soffermeremo su tutti gli elementi di valutazione e terapia che appartengono specificamente al modello DERBBI”.
Questo approccio ha, infatti, il merito di aver anche elaborato, sulla base di riflessioni partite proprio dalla clinica, alcuni predittori che consentono di individuare quelle potenzialità che attraverso un intervento evolutivo relazionale fondato sulla dimensione affettivo-corporea com’è il DERBBI “ci permettono di auspicare prognosi migliori”. Di Renzo si riferisce alla presenza di tre competenze: la capacità di comprendere le intenzioni altrui, la capacità di essere all’interno di un contagio emotivo (predittore dell’empatia) e la strutturazione del gioco simbolico. Inoltre saranno disponibili per gli iscritti, sul sito Ortofonologia.it, tutta una serie di approfondimenti “in cui si tratterà dalla genetica al microbioma, dal lavoro terapeutico, soprattutto nei primi 4 anni di terapia, a quello di tipo artistico, dalla terapia assistita con gli animali fino al tracciare una panoramica di tutti gli innumerevoli specialisti che girano intorno a un progetto così complesso, come ad esempio l’osteopata”. “Le difficoltà di integrazione e regolazione sensoriale possono incidere sul modo che un bambino ha di percepire il mondo esterno. Questo non significa solo fare esperienze che possano essere percepite come fastidiose o addirittura nocive, significa anche che il bambino strutturerà dei comportamenti reattivi di difesa o di attacco rispetto a questa soglia. Ma ancora di più, che rischierà di distorcere il modo in cui interpreterà l’intenzione dell’altro. Se noi già sappiamo che il bambino con autismo ha un deficit nell’accesso alla teoria della mente, nella capacità di mettersi nei panni dell’altro e di comprendere l’intenzione dell’altro- spiega Vanadia-, possiamo anche ipotizzare che la sensorialità può rappresentare una delle alterazioni alla base di questa difficoltà; e può rappresentare altresì un paradigma attraverso cui possiamo spiegare quell’intreccio fra componenti neurobiologiche, fenomenologiche e dimensione affettivo-relazionale-sociale. Essendo un elemento a nostro avviso fondamentale nell’organizzazione autistica, tanto da essere diventata criteriale anche nel DSM 5, diamo a essa particolare rilievo tanto a livello valutativo diagnostico quanto poi nell’intervento terapeutico. Il DERBBI condivide con altri approcci di tipo evolutivo l’attenzione alla sensorialità. Basti pensare al Dir Floortime che considera primarie le difficoltà di processazione sensoriale e che e’ un approccio interattivo”.
Il modello DERBBI è già attivo in numerose realtà. “Siamo contenti per l’oggettivazione di un approccio, ovvero la sua ripetibilità’. Stiamo portando avanti questo approccio nella provincia di Trapani- fa sapere la responsabile del servizio Terapie IdO- la stessa cosa a Francofonte, che prende l’aria di Catania e Siracusa. Attualmente sono partite due ricerche internazionali in Brasile con il Centro di riferimento di São Gonçalo (Rio de Janeiro) e con l’Universidad del Valle di Cali in Colombia”. In questi ultimi due casi si tratta di ricerche particolarmente “importanti perché’ ci permettono di verificare sia le differenze culturali che incidono sul disturbo, che gli aspetti invariabili a prescindere dalla cultura. Tema che sarà oggetto di un prossimo articolo scientifico e che arricchisce la nostra comprensione del problema”, conclude DI Renzo. Sul sito dell’IdO, a questo lin https://www.ortofonologia.it/corso-autismo-progetto-riabilitativo- tartaruga-derbbi/, è’ possibile accedere direttamente alla pagina dedicata al corso con tutte le informazioni.

Roma. L’allarme Covid-19 non ferma il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti. Arrestate dalla Polizia di Stato 13 persone, sequestrati 161,15 g di droga, 7490 euro e 29 dollari in contanti

Nonostante l’emergenza Covid-19 proseguono i servizi della Polizia di Stato per contrastare lo spaccio di sostanze stupefacenti in diverse zone della Capitale.
La ‘formazione’ era ben delineata: all’angolo dello stabile di via Camassei si posizionava la ‘vedetta/palo’ con un berretto rosso, il quale con cenni del capo o indicazioni del braccio, indirizzava successivamente i clienti verso altre 2 persone poste ad una distanza di 20 metri e posizionate all’interno di un vialetto interno con la ‘mansione’ di pusher.Dopodiché uno di essi, una volta ricevuto il denaro, dava il via libera all’altro per andare a recuperare la dose, occultata all’interno di un passamano posto nella scaletta di accesso alla Scala A. A bloccare il collaudato ’ingranaggio’ è intervenuto il personale del commissariato Romanina, il quale al termine del mirato servizio di osservazione ha tratto in arresto L.A., P.D., rispettivamente 28 e 43 anni ed entrambi romani e Z.A., 26enne marocchino. Sequestrando inoltre dosi di cocaina ed hashish ed un importo di 995 Euro.

Sempre durante uno specifico servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, il personale della sezione volanti e del commissariato Torpignattara ha arrestato D.M., guineano di 41 anni. Il servizio, svolto nell’area verde prospiciente via dell’Acqua Bullicante, ha permesso di rinvenire una ‘base’ di spaccio all’interno di una ‘baracca’ nei pressi della quale D.M. riforniva i ‘clienti’. Assistito allo scambio droga-soldi avvenuto alla luce del sole, i poliziotti, hanno subito bloccato l’uomo. Lo stesso, al momento del controllo ha negato ogni addebito, finanche di essere il ‘proprietario’ della dimora, chiusa da un lucchetto, ma la successiva perquisizione personale, oltre a rinvenire dosi di droga ed una somma di denaro, ha permesso anche di recuperare la chiave del lucchetto. All’interno tutto l’occorrente per l’attività di spaccio: una tavola di marmo con residui di sostanza stupefacente, forbici, coltellino multiuso, un flacone di metadone ed una busta in plastica già tagliata. Recuperati inoltre 11 grammi di cocaina, 360 Euro e 29 dollari nascosti nei vari anfratti dell’abitazione di fortuna. Ultimato il servizio, D.M. è stato quindi arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Gli agenti del commissariato Celio, al termine di un’attività d’indagine, hanno arrestato T.P. e I.C. entrambi 46enni italiani per spaccio di sostanza stupefacente, in concorso fra loro. Durante un servizio di appostamento e osservazione i poliziotti, hanno notato all’interno di un parcheggio T.P. fermo con la sua autovettura mentre veniva avvicinato da I.C. e, dopo lo “scambio” con fare furtivo quest’ultimo si allontanava. Fermati entrambi dagli agenti, il T.P. è stato trovato in possesso di 240 euro in contanti, mentre all’altro, oltre alla droga appena acquistata sono stati rinvenuti 3,10 grammi di cocaina.

Gli agenti del commissariato Colombo invece hanno arrestato T.R. italiano di 51 anni che durante un controllo di Polizia, è stato trovato in possesso di 1 grammo di hashish, 2 grammi di marijuana e 100 euro in contanti.

Gli agenti della sezione volanti, in piazza Sempione, hanno arrestato L.H.N.M. cittadino peruviano di 47 anni, trovato in possesso durante un controllo di 10,7 grammi di crack.

In zona Primavalle, sempre gli agenti della sezione volanti, hanno arrestato due cittadini filippini B.J.B. di 35 anni e, V.F.D.L. di 45 anni, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente; ai due sono stati sequestrati 4,5 grammi di shaboo e 1200 euro in contanti.

Gli uomini del commissariato Trastevere hanno arrestato I.S. cittadino italiano di 18 anni, che, a seguito di un controllo, è stato trovato in possesso di 85 grammi di Hashish.

Gli agenti del commissariato Viminale durante un mirato controllo, hanno arrestato C.Y. cittadino gambiano di 27 anni, trovato in possesso di 4 grammi di marijuana e 10 euro in contanti.

E’ stato durante un controllo stradale effettuato in via Val di Lanzo che il personale della Sezione Volanti ha arrestato C.M., italiano di 51 anni. L’uomo, già all’atto del controllo è stato trovato con indosso diversi involucri di cocaina oltre ad una somma di 70 Euro, mentre la successiva perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire ulteriore cocaina – per un peso totale di 30 grammi –  ed altra somma di denaro per un totale di 440 Euro, oltre ad un bilancino di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi ed un coltello intriso di sostanza stupefacente.

Sempre a seguito di un controllo in strada, personale della Sezione Volanti, in via Circonvallazione Appia, ha tratto in arresto V.S., 35enne italiano, per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. La perquisizione personale e la conseguente perquisizione a casa dell’uomo ha portato al sequestro di 10 grammi di cocaina oltre a 4.145 Euro.

COVID-19 : un anno senza ABBRACCI

Dr.ssa Sonia Silvestrini

Il distanziamento fisico, il veto di abbracci e strette di mano hanno amplificato l’isolamento sociale. L’abbraccio rinforza lo sviluppo cognitivo, unisce le persone ed esserne privati è fonte di una voragine di emozioni mancate. A causa del Covid-19 mancano le strette di mano, che non sono solamente una modalità di saluto, ma a volte è un vero e proprio ‘linguaggio in codice’, infatti dalla tipologia di ‘stretta di mano’ si avvertono situazioni e sensazioni distinte, con varie tipologie di significato, come rabbia, affetto, dolore, stima, lassività, reciprocità, cordialità, potenza, indifferenza.L’ABBRACCIO non è un gesto scontato, è una terapia anti-stress, è un atto di fratellanza, è condivisione di emozioni, è gesto di pace. Se facciamo un passo nella storia, ci viene ricordato che l’abbraccio risale a circa 5.000 anni fa, dove era considerato un mezzo per lo scambio di messaggi non verbali e nei graffiti dell’antico Egitto figurano molte rappresentanze degli ABBRACCI, considerati come amore, protezione e devozione. Anche nell’arte troviamo tantissime rappresentazioni degli abbracci, da sempre considerati segni di affetto colmi di variegati colori e sfumature, come ad esempio il dipinto “L’abbraccio” di Gustav Klimt, un vero e proprio capolavoro realizzato tra il 1905 e il 1909, facente parte della serie l’Albero della Vita, è un abbraccio “potente”, un’opera che emoziona. In questi mesi di emergenza sanitaria è il gesto che più in assoluto manca a tutti, poiché non unisce solo fisicamente, ma anche mentalmente. Attraverso il dono degli abbracci di ‘ASSOTUTELA’ a tutto il personale infermieristico della UOC Medicina Interna dell’Az. Osp. San Giovanni Addolorata di Roma, c’è il cuore di chi è consapevole del dramma esistenziale e sanitario a causa della pandemia. Ringrazio personalmente il Presidente di Assotutela Dott. Michel Maritato e le Vice-Presidenti Dott.sse Carol ed Emanuela Maritato, per tutto il loro costante supporto al personale sanitario e per tutte le opere di volontariato, di cui sono fautori, venendo sempre incontro ai meno fortunati. Le raccomandazioni rimangono nel ‘non abbassare la guardia’ e ‘mantenere alta l’allerta’, nella speranza e nell’augurio di tornare al più preso a riabbracciarci.

Rete WulnoTECH 13/3/2020- 13/3/2021

13/3/2020- 13/3/2021 WulnoTECH PROGETTO ITALIANO : La grave pandemia di Sars COV2 che ha colpito il territorio italiano, ha evidenziato come è ancor più necessario creare uno strumento di supporto per gli operatori sanitari che siano ospedalieri o extraospedalieri (tipo RSA o ADI)e i caregivers sempre più solitari nella giungla assistenziale, creare un Network italiano per definire un percorso Clinico Assistenziale, gestito dagli infermieri Woundcare Specialist e/o Esperti in Wound Care (TVN) al servizio di tutta la rete assistenziale, nei diversi Setting di cura, ed accessibile alle diverse figure sanitarie, con una sezione dedicata ai Caregiver e i cittadini per un percorso educazionale e di training. (Mission WulnoTECH).

WulnoTECH ( marchio registrato presso la CdC di Roma) per maggiori informazioni:

infowulnotech@gmail.com

Fonte: www.ilditonellapiaga.it

La Giustizia non dovrebbe essere un’utopia ma un Diritto Inviolabile

di Priscilla Rucco

Donato Monopoli, un ragazzo di Cerignola di appena 26 anni, quasi 2 anni fa, si è trovato con le persone
giuste (un gruppo di amici), nel posto sbagliato (una discoteca di Foggia). Come spesso accade, qualcuno ha
iniziato a litigare e il povero ragazzo, intervenuto come paciere, in difesa di un suo amico, viene
brutalmente aggredito e ridotto in fin di vita da 2 coetanei.Donato ha lottato per 7 mesi tra la vita e la
morte ma, alla fine è deceduto. Abbiamo deciso di intervistare il papà di Donato, Giuseppe Monopoli, per
sapere le ragioni di tale ferocia e come stia procedendo la situazione, dal punto di vista legale.


I ragazzi presenti alla serata in discoteca, gli amici di Donato, si sono fatti avanti a raccontare quanto è accaduto?
“Certamente sì, a seguito dell’interrogatorio da parte degli inquirenti (Carabinieri) che hanno seguito le
procedure di rito per conoscere l’accaduto. I ragazzi amici di Donato, come anche alcuni estranei ma
testimoni di ciò che è avvenuto quella sera, hanno poi in seguito dato il proprio contributo per la
ricostruzione dei fatti.”


I due ragazzi come si sono dichiarati? Cosa è successo loro?
“Subito dopo il fermo di quella sfortunata notte, da parte dei Carabinieri, i due ragazzi sono stati
semplicemente posti ai domiciliari per sei mesi e successivamente, con l’obbligo di firma presso la caserma e
ad oggi, in piena libertà e senza obblighi di natura detentiva o punitiva. Mi sembra ovvio che i due giovani
responsabili si dichiarino innocenti.”

Dopo due anni dalla scomparsa del povero Donato, a che punto siamo?
Dopo due anni, ad aprile 2020 si sono chiuse le indagini, con l’accusa di omicidio preterintenzionale
aggravato da futili motivi. Successivamente, una nuova perizia medico-legale ha stabilito che la causa della
morte di Donato non è riconducibile ad altro che al pestaggio subito dentro la discoteca. La consulenza
stabiliva che fosse smontato l’impianto accusatorio nei confronti dei medici che curavano Donato, per cui
hanno tentato in ogni modo di salvarlo! Ad oggi, non si hanno ancora notizie o date certe sull’inizio del processo; sono passati 22 mesi.”

Donato era un figlio, un fratello, un fidanzato ed un amico, aveva i suoi pregi e i suoi difetti (come tutti), poteva esserti simpatico o viceversa ma, prima di tutto, era un ragazzo di 26 anni che amava la vita e aveva il pieno diritto di viverla tutta. Era un ragazzo dolce e sorridente, pieno di sogni proprio come ogni giovane della sua età. Che messaggio volete trasmettere?
“Voglio spiegare o raccontare a tutti i genitori, quanto sia grande il dolore nel vedere un figlio che sai uscito di casa per una serata con gli amici, una serata di divertimento, ritrovarselo in un letto di Terapia intensiva, e subire un intervento di decompressione alla testa per le emorragie, e credetemi, non lo auguro a nessuno di vedere il proprio figlio ridotto in certe condizioni pur di salvargli la vita.
Donato ha lottato per altri sette mesi, ha subito altri interventi chirurgici ma, tutti i tentativi purtroppo non hanno portato risultati in quanto, il giorno 08/05/2019 Donato ci ha lasciati in un dolore enorme. Il nostro Donato non c’è più, non tornerà più indietro e lo sappiamo, lo sa un padre, una madre e due fratelli, gli amici e le amiche che hanno perso un riferimento di gioia e spensieratezza.”


Noi speriamo che il termine Giustizia, possa avere ancora una valenza per tutti coloro che subiscono soprusi e per tutti quelli che, come Donato e la sua famiglia, attendono risposte che, a distanza di 22 mesi ancora non sono arrivate. Sarebbe auspicabile che nel nostro paese, non ci fossero differenze di casi ma un unico dolore che accomuna tutti coloro che, nella vita, si sono visti strappare una persona cara senza avere
giustizia.