Taglia e cuci dell’RNA: conoscere il meccanismo di splicing per curare malattie complesse

Passi avanti nella comprensione del meccanismo di splicing, il “taglia e cuci” attraverso cui le cellule convertono l’informazione genetica in una forma pronta per innescare la sintesi proteica. Lo studio dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) pubblicato su Acs Catalysis, spiega per la prima volta come avviene la seconda fase del meccanismo chimico di splicing, per eventuali terapie di patologie connesse, come le leucemie e altri tipi di tumore

Uno studio dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom) in collaborazione con l’Istituto nazionale di chimica di Ljubljiana pubblicato su Acs Catalysis, spiega come avviene il meccanismo chimico dello splicing dell’RNA messaggero. Lo studio si focalizza su uno step critico per la formazione di un RNA messaggero maturo. L’RNA è l’acido nucleico che, insieme al più famoso DNA, costituisce un pilastro del codice genetico. Nelle cellule eucariotiche un macchinario molecolare chiamato spliceosoma svolge un processo di taglia e cuci che converte l’RNA messaggero in una forma matura, pronta cioè a essere letta per dare luogo alla sintesi proteica.
Affinché avvenga la sintesi di una proteina le cellule usano le informazioni contenute nell’RNA messaggero, che a sua volta viene generato a partire da sequenze di DNA, i geni. Tuttavia, nei geni, i tratti di DNA che codificano per proteine, chiamati esoni, sono intervallati da lunghe sequenze di DNA che non servono a tale scopo, gli introni. Per questo è necessario lo splicing, il processo con il quale le cellule tagliano in modo molto preciso gli introni (le sequenze non codificanti per proteine) da un RNA messaggero prematuro e ricuciono tra di loro gli esoni. Un minuscolo errore in questo processo porta alla formazione di una sequenza di RNA messaggero sbagliato che sua volta codifica per proteine sbagliate.
“Questo macchinario molecolare, è uno dei più complessi delle cellule eucariotiche ed è composto da centinaia di proteine e cinque filamenti di RNA che si intersecano in una fitta rete d’interazioni”, spiega Alessandra Magistrato del Cnr-Iom. “Lo spliceosoma agisce nello stesso modo in tutte le cellule eucariotiche operando con un meccanismo estremamente complesso e articolato che non sempre avviene correttamente: in presenza di mutazioni, piccole variazioni di amminoacidi nella parte proteica di questo macchinario, può verificarsi quello che si chiama splicing aberrante, responsabile di alcune patologie come la leucemia, la retinite pigmentosa, e alcuni tipi di tumori tra cui il melanoma e il tumore al seno”, aggiunge Borisek dell’Istituto nazionale di chimica di Ljubljiana.
La complessità di questo sistema è tale che la ricerca sta ora muovendo solo i primi passi verso una sua completa comprensione a livello atomistico. Questa però è fondamentale per l’identificazione di inibitori necessari alla cura, e talvolta alla prevenzione, delle numerose patologie annesse.
“Il nostro studio è svolto con delle sofisticate simulazioni, possibili grazie all’utilizzo di moderni supercomputer, che ci permettono di vedere con la risoluzione atomistica come avviene questo processo di taglia e cuci”, conclude Magistrato.

 Roma, 11 maggio 2020

CORONAVIRUS, ASSOTUTELA: “NO A BIGLIETTI AEREI ALLE STELLE”

“Questa associazione intende esprimere la propria preoccupazione in merito a quanto potrebbe accadere nel settore del trasporto aereo, già piegato da una crisi economica e finanziaria senza precedenti.

Apprendiamo infatti che il costo medio di un biglietto aereo in Europa potrebbe aumentare addirittura del 49%, se le compagnie aeree dovessero essere obbligate a tenere vuoto il posto in mezzo in ogni fila da tre, ossia la tradizionale disposizione dei sedili nei voli di breve e medio raggio. Questo, secondo gli obiettivi, al fine mantenere il distanziamento sociale e la sicurezza dei passeggeri. Si tratterebbe della beffa che si aggiunge al danno economico per migliaia di cittadini che, inoltre – vogliamo ricordarlo – in numerosi casi stanno ancora attendendo il rimborso dei biglietti già acquistati dei voli, poi annullati a causa della emergenza legata al Coronavirus Covid – 19. È quanto mai chiaro ed evidente che è necessario un intervento immediato e concreto da parte del governo nazionale”.
Così, in una nota, Alessandra Zorzi, coordinatore legale Assotutela Regione Veneto.

Servizio pubblicitario:

Il Colombus riapre con servizio a domicilio e Take-Away

Dopo il periodo di chiusura forzata, causa Covid-19, Il Columbus ha ricominciato a deliziare i palati del territorio campano con le sue splendide grigliate.
Attualmente il Columbus mette a disposizione il servizio Take Away (dove le persone ordinano e passano direttamente al locale per ritirare il cibo) e la consegna a domicilio. Per il primo mese inoltre è presente uno sconto del 10% per i clienti.

Panini e carne di prima qualità garantita, Columbus di Alberto Maritato rappresenta l’eccellenza del cibo in territorio Campano.
“Siamo contenti di aver riaperto e siamo a disposizione del cliente. Offriamo il menù al completo, nella speranza di riaprire anche la consumazione all’interno del locale il prima possibile, siamo fiduciosi per una ripresa immediata”
Conclude il proprietario del Columbus Alberto Maritato

ENVENUTI (EX PRESIDENTE AMA), A ROMA NEL 2011 AVEVAMO SCRITTO LA MIGLIORE PAGINA “GREEN” IN TEMA DI RIFIUTI, CHI AMMINISTRA OGGI LA CAPITALE HA VANIFICATO TUTTO E PROSEGUE NEL DISASTRO

Lo sfacelo della raccolta e della gestione dei rifiuti nella Capitale, prima di lasciare  ovviamente spazio all’emergenza Coronavirus, risultava uno delle emergenze principali di Roma, notizia costante e negativa che è rimbalzata non solo a livello nazionale, ma anche sulla stampa estera.

Per la prima volta nella storia della Capitale,  la raccolta differenziata a Roma prima del Coronavirus era diminuita, scendendo dal 43,2%  al 42,9% dell’anno precedente. Dati assolutamente poco soddisfacenti per chi aveva promesso ai cittadini di arrivare in breve a percentuali altissime di differenziata. Ma non solo, l’ultimo anno ha fatto registrare anche l’aumento del 2,5% della produzione dei rifiuti, che si attestava a 1,7 milioni di tonnellate per un valore di 605 kg l’anno per abitante, con un incremento di 18 kg annui. Il terzo dato negativo era  la percentuale di utenti interessati dal servizio porta a porta, il miglior metodo per incrementare la differenziata, diminuito  dal 33% del 2017 al 31% del 2018.
Oggi ulteriore notizia negativa da Ama, l’azienda  è pronta a fare un ulteriore passo indietro nella raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti.  Nell’ultimo piano occupazionale presentato al Comune infatti la municipalizzata annuncia che tra quest’anno e il 2021 il porta a porta non sarà più effettuato per circa 100mila utenti, pari a 400mila persone. Si tornerà alla cosiddetta raccolta stradale, quella con i cassonetti per ogni diverso materiale e già è pronta a comprare 30mila secchioni in ferro, tutto il contrario rispetto a quello che è stato promesso in campagna elettorale dalla Candidata Sindaca Raggi e da tutto il M5S.
Sta di fatto che si sta vanificando il grande lavoro che era stato realizzato in passato, mi riferisco al periodo 2011 fine 2013 e programmato per il futuro dall’amministrazione di centro-destra che ha di fatto scritto la migliore pagina “green” in tema di gestione dei rifiuti a Roma.
Aver raggiunto a fine dicembre del 2012 lo storico traguardo del 30% di RD a livello di percentuale, ha collocato Roma nel gruppo di testa fra le grandi citta’ europee superando Parigi, Bruxelles e Madrid.
Partendo dal 22% di agosto 2011, per poi aver raggiunto poco meno del 40% a fine dicembre del 2013, consentendo di superare per percentuale di raccolta , le principali citta’ del Vecchio Continente con l’eccezione di Monaco di Baviera, con un programma di pulizia della citta’, di decoro, di interventi straordinari di ben altro livello qualitativo e quantitativo. In quel periodo l’Ama ha raccolto il plauso di personalità di livello internazionale come Jack Macy e Paul Connett, quest’ultimo principale teorizzatore della strategia “Rifiuti Zero” a livello mondiale che per la prima volta  si sono confrontati con i Dirigenti della municipalizzata, dando anche un valore internazionale all’operato.
Ad oggi, probabilmente ancora in Ama si prosegue  a non approvare  i bilanci degli esercizi precedenti,  con un piano industriale ancora non definitivamente approvato, dei 2.500 mezzi a disposizione di Ama, attualmente sono funzionanti solamente il 55%, poco più della metà, peraltro mezzi fortemente inquinanti.  Gli impianti  in totale affanno,  i centri di trasferenza neanche l’ombra , lo stesso numero di isole Ecologiche del periodo 2011-2013.
Ed oggi si progetta l’ennesimo flop per la  la Capitale  in tema di gestione dei  rifiuti. Di fatto si abbandona il programma della differenziata, si procede ad eliminare il porta a porta a favore dei cassonetti, un danno enorme rispetto al programma “green”  che con molti sacrifici si stava concretamente sviluppando nella Capitale. E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Ex Presidente di Ama, nel periodo 2011/2014 ed oggi portavoce del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.

ECOITALIASOLIDALE

GUARDIA DI FINANZA, ROMA: CONFISCATI BENI PER OLTRE 12 MILIONI DI EURO A PLURIPREGIUDICATO DI NETTUNO.

Un ingente patrimonio – del valore stimato di oltre 12 milioni di euro – è stato definitivamente confiscato dalla Corte d’Appello del Tribunale di Roma al pluripregiudicato Fernando MANCINI (classe 1961).
Il provvedimento – che conferma quello di primo grado emesso a giugno del 2019 – è frutto delle meticolose indagini economico-patrimoniali dei Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, avviate nel 2015, che avevano consentito alla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino di disporre il sequestro anticipato dei beni riconducibili al MANCINI, già condannato per i reati di associazione a delinquere, evasione fiscale, bancarotta fraudolenta, truffa, traffico di stupefacenti e riciclaggio.

Gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, coordinate della Procura della Repubblica di Velletri, avevano evidenziato la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati al Fisco dal proposto e le ricchezze nella sua disponibilità, gran parte delle quali intestate fittiziamente a “prestanome” e familiari.
Il patrimonio, accumulato investendo i proventi delle attività illecite e costituito da conti correnti bancari, quote di maggioranza di alcune società, una lussuosa imbarcazione, una rivendita di tabacchi, 90 unità immobiliari (tra cui una stupenda villa di circa 400 metri quadrati con piscina, 41 appartamenti, 35 magazzini, garage, capannoni industriali e terreni) e dal rinomato stabilimento balneare “Belvedere”, situato sul litorale nettunense, passa definitivamente nella disponibilità dello Stato
Oltre alla confisca, la Corte d’Appello ha disposto la riduzione da 5 a 3 anni della sorveglianza speciale di polizia, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
L’esecuzione del provvedimento ablativo riveste un rilevante valore sociale perché restituisce alla collettività beni illecitamente acquisiti dalla criminalità.

PATRIMONIO DI 25 MLN DI EURO CONFISCATO AD UN NOTO MEDICO CHIRURGO RITENUTO CONTIGUO ALLA ‘NDRANGHETA

Militari del locale Comando Provinciale della Guardia di Finanza – con l’ausilio di personale del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore Capo Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria – presieduta dalla Dott.ssa Ornella Pastore – su richiesta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Dott. Walter Ignazitto, con il quale è stata disposta, nei confronti del medico chirurgo CELLINI Francesco l’applicazione della misura di prevenzione patrimoniale della confisca dell’ingente patrimonio a questi riconducibile, stimato in circa 25 milioni di euro.

Il citato CELLINI Francesco, altresì, riconosciuta a suo carico la pericolosità sociale qualificata dalla contiguità sinallagmatica alla ‘ndrangheta, nonché quella generica, in quanto dedito ad illecite attività in materia fiscale e tributaria, è stato sottoposto alla misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno. La figura criminale di CELLINI Francesco era, tra l’altro, emersa nell’ambito:
 dell’operazione “Sansone” – condotta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria – nel corso della quale il medesimo, all’epoca medico responsabile e legale rappresentante della cooperativa Anphora che gestiva la clinica “Nova Salus”, di Villa San
Giovanni (RC), era risultato in rapporti sinallagmatici con BERTUCA Pasquale, capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta, al quale aveva dato la propria disponibilità al ricovero,
presso la predetta struttura sanitaria, di soggetti mafiosi a questi vicini, al fine di consentire l’accesso a trattamenti penitenziari meno afflittivi della detenzione carceraria;
 dell’operazione “Meta” – condotta dal ROS dei Carabinieri – nel cui ambito erano emersi i rapporti del CELLINI con il boss calabro-milanese LAMPADA Giulio Giuseppe e con il politico SARRA Alberto, unitamente ai quali progettava la costruzione – mai avvenuta – di una clinica nella frazione di Gallico, all’interno di una proprietà dello stesso LAMPADA;
 di diversi procedimenti penali scaturite da e contestazioni fiscali/tributarie originati dagli esiti di plurime attività di verifica ai fini delle Imposte Dirette, svolte dalla Guardia di Finanza reggina, tra il 2002 e il 2011, nei confronti della citata cooperativa “Anphora”, da cui è emerso che il CELLINI ha, nel tempo, fatto sistematico ricorso a molteplici condotte di evasione fiscale accompagnate da falso in bilancio e dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti, in totale spregio della normativa fiscale, tributaria e antiriciclaggio, finalizzate al reimpiego di proventi illecitamente acquisiti.
In tale contesto, si inseriscono anche le dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia – ed in particolare quelle fornite da ultimo da Giuseppe Liuzzo -, che certificano collegamenti tra CELLINI Francesco e la ‘ndrangheta risalenti già ai primi anni novanta, allorquando il medico avrebbe effettuato prestazioni sanitarie agli allora latitanti TEGANO Pasquale e TEGANO Giovanni, nonché a favore di Vincenzo ZAPPIA attinto da colpi d’arma da fuoco durante un agguato.
Alla luce di tali risultanze, la locale DDA delegava l’esecuzione di apposite indagini finalizzate all’accertamento della pericolosità sociale del CELLINI nonché alla ricostruzione del patrimonio da questi accumulato, al fine di accertarne l’eventuale genesi illecita.
Le investigazioni a carattere economico/patrimoniali svolte hanno consentito di ricostruire il complesso dei beni di cui il CELLINI e il suo nucleo familiare sono risultati poter disporre, direttamente o indirettamente – nell’ultimo trentennio – accertando la sproporzione esistente tra il profilo reddituale e quello patrimoniale, motivo per il quale, nel 2018, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della citata DDA, disponeva la misura cautelare del sequestro sull’ingente patrimonio illecitamente accumulato dal medico, costituito, tra l’altro dalle società “Anphora S.c.a.r.l.” (che gestiva la nota clinica “Nova Salus”), “Nuova Anphora s.r.l.” e “Nuova Salus s.r.l. in liquidazione”, operanti in Villa San Giovanni (RC) nel settore sanitario-riabilitativo, affidandone la gestione ad amministratori giudiziari.
Nel dettaglio, nel corso degli accertamenti, il Nucleo PEF/G.I.C.O. aveva appurato come il CELLINI, esclusivo dominus occulto delle predette società – nelle cui compagini figuravano, invece, terzi soggetti conviventi, ovvero legati da vincoli parentali o fiduciari – aveva impresso alla gestione una stabile connotazione clientelare, strumentale e condizionata alle volontà degli esponenti apicali della ‘ndrangheta reggina, tale che le società sono state, poi, ricondotte dal citato Tribunale nel genus delle “imprese mafiose” poiché fortemente caratterizzato dalla contiguità ‘ndranghetistica del proposto.
Attraverso accertamenti bancari sulle movimentazioni di decine di conti corrente, i Finanzieri hanno rilevato, nel corso degli anni, l’utilizzo illecito e promiscuo, da parte del CELLINI, di cospicue risorse finanziarie prelevate dalle casse sociali per essere reimpiegate, a fini personali – quali, ad esempio, l’acquisto di immobili – ovvero per sottrarli ai creditori.
Con riferimento alla liceità dei redditi prodotti dal Dott. CELLINI e dal relativo nucleo familiare, il G.I.C.O. ha, altresì, appurato come – a partire dall’anno 2000 – i redditi erogati, a favore del medico, dal Servizio Sanitario Nazionale, erano stati percepiti in costanza di una condizione di incompatibilità, in violazione dei particolari vincoli stabiliti dalla normativa di categoria pertanto, ai fini della ricostruzione della capacità economico-patrimoniale, erano da considerarsi frutto di illecito.
Gli ulteriori approfondimenti patrimoniali accertavano, inoltre:
– la riconducibilità indiretta al CELLINI di ulteriori cespiti intestati a terzi che, pur costituitisi in giudizio, non hanno dimostrato l’estraneità al complessivo illecito “programma” del proposto;
– atti di donazione ai familiari conviventi, di cespiti che – ritenuti frutto di sottrazione di risorse dalle casse delle citate società – il Tribunale ha dichiarato nulli poiché preordinati all’elusione della misura di prevenzione patrimoniale.
Da ultimo, a seguito dell’operato sequestro, il CELLINI, esautorato dalla gestione della citata clinica, nel tentativo di mantenerne comunque il controllo, intimidiva i dipendenti collaborativi con l’Amministrazione Giudiziaria al fine di boicottarne la gestione, venendo pertanto deferito e rinviato a giudizio per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Con l’odierno provvedimento, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, condividendo l’intera ricostruzione economico-patrimoniale e le argomentazioni formulate dai predetti Reparti, anche in sede di controdeduzioni alle memorie e perizie tecniche rassegnate dai collegi difensivi, ha ora disposto nei confronti di CELLINI Francesco l’applicazione:
 della misura patrimoniale della confisca del patrimonio a questi direttamente e indirettamente riconducibile, stimato in circa 25 milioni di euro e costituito dall’intero compendio aziendale (comprensivo delle quote e di n. 13 immobili) delle società “Anphora Cooperativa Sociale a r.l.” (compresa la nota Clinica “Nova Salus”), “Nuova Anphora
s.r.l.” e “Nova Salus s.r.l. in liquidazione” con sede a Villa San Giovanni (RC);
 da n. 2 beni fabbricati siti in Villa San Giovanni (RC);
 da n.1 sito in Scilla (RC), nonché da rapporti bancari, polizze assicurative e disponibilità finanziarie;
della misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale di P.S. con obbligo di soggiorno per anni quattro, atteso che il proposto, attraverso svariate condotte perpetratesi senza soluzione di continuità dal 1988, è risultato aver usufruito dell’appoggio, della protezione, della sovvenzione economica e della sponsorizzazione delle cosche Tegano, Bertuca e Serraino, senza tralasciare relazioni più o meno occulte con appartenenti alla zona grigia, sfruttando le sue conoscenze nella società civile e negli ambienti politici;  del divieto per il proposto e i conviventi – in via anticipata, come previsto dalla normativa antimafia – di ottenere licenze o autorizzazioni, concessioni, erogazioni, abilitazioni, iscrizioni in pubblici registri, nonché in elenchi di fornitori di beni e servizi riguardanti la Pubblica Amministrazione, ovvero la sospensione della relativa efficacia.
L’attività di servizio in rassegna costituisce efficace testimonianza della proficua azione della Guardia di Finanza finalizzata al contrasto dell’infiltrazione della criminalità organizzata di tipo ‘ndranghetistico nell’economia legale, nonché all’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati.