Emergenza COVID-19: mangiare bene e muoversi anche a casa

Il progetto Sano chi sa mette a disposizione di ragazzi e docenti 

su www.sanochisa.it i materiali informativi e didattici per uno stile di vita sano e attivo

Roma, 16 aprile 2020 – L’emergenza sanitaria in corso per la COVID-19 sta cambiando abitudini e stili di vita di milioni di italiani, costretti a passare molto tempo nelle proprie abitazioni. Tra loro, una folta schiera di ragazzi e ragazze, che non possono recarsi a scuola e seguono la didattica online.

Il progetto “Sano chi sa”, promosso da Regione Lazio attraverso le ASL e in collaborazione con Fondazione Pfizer, dedicato alla promozione di un corretto stile di vita tra i giovani delle scuole primarie e secondarie di primo grado, in questo momento di emergenza vuole mettere a disposizione di tutti le risorse informative e didattiche per stimolare una sana alimentazione e attività motoria, anche tra le mura domestiche.

Sul sito web www.sanochisa.it gli studenti, i docenti e i genitori possono trovare video e vignette sul tema e due utili risorse educazionali da scaricare:


Gli esperti ricordano che, soprattutto in questo momento così particolare e difficile per alcuni, seguire un’alimentazione varia e bilanciata dal punto di vista qualitativo e quantitativo è un modo concreto per favorire il benessere personale e familiare. Inoltre, fare ogni giorno movimento è un modo semplice ed efficace per tenere a bada lo stress, organizzando dei momenti di attività motoria o esercizio fisico durante la giornata. L’esercizio fisico, inteso come gioco di movimento, è particolarmente importante per i bambini e ragazzi perché contribuisce a migliorare le condizioni di salute fisica e a favorire il benessere personale e familiare.
Al progetto Sano chi sa, dal 2016 ad oggi, hanno aderito oltre 120 Istituti Comprensivi del Lazio, coinvolgendo migliaia di studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado con attività didattiche e concorsi.

Ospedali Lazzaretto, Rsa mattatoi, a casa per niente bene

Fallimento totale dell’assistenza anti Covid19 nel Lazio. Subito un commissario straordinario.

“Anche se il mainstream imperante rimane indifferente di fronte all’evidenza, nel Lazio
sull’assistenza e la lotta al Covid-19 assistiamo al più grande spettacolo di inefficienza e
approssimazione mai visto in alcun territorio italiano”. Così, in una nota il presidente di AssoTutela
Michel Emi Maritato stigmatizza quanto si sta verificando nelle strutture deputate all’emergenza.
“La distribuzione di pazienti, tra malati gravi e positivi, tra i vari ospedali della Capitale e della Regione e nelle Rsa, importanti focolai di contagio, non fa che aumentare il pericolo di diffusione del virus. Ultimi in ordine di tempo il Grassi e l’ospedale militare Celio, con 150 posti. Quanto costa tutto questo alla Regione? Come mai, il 28 marzo si è fatto appello alle Rsa perché mettessero a disposizione posti letto – ancorché in strutture separate – senza provvedere alla specifica preparazione degli operatori ad assistere soggetti infettivi?” incalza Maritato, che aggiunge: “per non parlare dell’assistenza a domicilio, con le fantomatiche ‘Usca’, nelle altre regioni attive da marzo, nel Lazio ancora oggetti misteriosi, e della beffa sulla somministrazione dei medicinali a domicilio, bloccata da una circolare regionale che la subordina alla esecuzione dei tamponi, quando si sa bene che questi non vengono eseguiti se non in condizioni di salute totalmente compromesse. Faremo luce su questi episodi, se necessita anche nelle opportune sedi giudiziarie”, chiosa il presidente.

Roma, 16 aprile 2020

EMERGENZA CORONAVIRUS:UNA FRODE DA 400.000 MASCHERINE

400.000 mascherine: a tanto ammonta il sequestro effettuato nei giorni scorsi dalla Guardia di Finanza di Torino.
Una vera e propria montagna di dispositivi di protezione importata illecitamente dai varchi doganali-aeroportuali (Malpensa e Ciampino) e illecitamente commercializzata in tutta Italia.

Torino, quartieri “Aurora” e “Parella”, Moncalieri, Orbassano, comuni della prima cintura torinese e Maddaloni nel casertano, questo è il teatro delle operazioni che ha visto i Finanzieri del Comando Provinciale Torino individuare gli ingenti quantitativi. 4 imprenditori cinesi sono finiti nei guai dopo aver, in concorso tra loro, introdotto in Italia containers di mascherine protettive tipo FFP2 e/o chirurgiche approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da COVID 19.
La loro idea era quella di importare con le stesse modalità 5.000.000 di mascherine, nell’arco di una settimana; questo è quello che ha raccontato ai Finanzieri uno dei soggetti coinvolti nell’inchiesta (S.K., anni 26 laureatosi al Politecnico di Torino) che in caserma si è presentato a bordo di un’auto di grossa cilindrata, con vetri scuri e tanto di autista e interprete.
Sul punto basti pensare che due delle imprese coinvolte, infatti, hanno aperto la Partita Iva per il commercio all’ingrosso di dispositivi medici o protesi ortopediche proprio all’inizio del “periodo nero” ed in breve tempo, dichiarando falsamente in sede di controllo frontaliero che il materiale fosse destinato a “servizi essenziali” ovvero “pubblica utilità” hanno usufruito dello “svincolo diretto”.
Sedi legali e operative inesistenti, anzi nella stanzetta vuota del quartiere “Parella”, e precisamente in Via Giacomo medici, ove risulta la sede legale dell’azienda che ha importato merci per centinaia di migliaia di Euro, era presente solo uno scatolone con dentro 700 kit per diagnosticare il contagio da Covid-19, non conformi alla normativa in vigore relativamente alla produzione ed alla importazione.
I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torno, pedinando i vari spostamenti dei soggetti coinvolti e monitorando costantemente il flusso delle

ALLA RICERCA DEGLI ANGELI DI DIO: TINO CRISPI RACCONTA DI SE E DI MAMMA NATUZZA

Il Nostro temutissimo e disprezzatissimo nuovo nemico Covid 19 ci sta allontanando da tutto, e soprattutto da tutti, questo ci sta regalando però del tempo per riflettere, per migliorarci, raccontarci e soprattutto per ritrovarci con noi stessi.
Sposa a pieno l’idea di utilizzare questo tempo per ritrovar se stessi un amico quanto un eclettico personaggio del mondo dello Spettacolo Tino Crispi sul set anche lui Nella Grande Bellezza nel 2014

Tino quali cambiamenti ha subito il tuo Stile di Vita con il Covid?

“Viviamo sicuramente una situazione non facile, direi surreale, sembra un film, uno di quelli però lenti, confusionari, e senza fine…… Nel mio piccolo cerco di fare tutte le cose che ho sempre fatto prima, faccio della normalità ancora il mio motto, non voglio cedere, non voglio stravolgere niente, cerco però di fare tutto con grande senso di responsabilità e soprattutto non uscendo certo è difficile stare chiusi in casa in piena primavera. Ma di “bello” c’è che nel tempo in più che ho rispetto a prima, posso occuparmi di tutte quelle cose che non potevo fare o che facevo frettolosamente per via dei numerosi impegni e, soprattutto, del ritmo frenetico di vita in una metropoli come Roma. Leggo molto, ascolto musica, continuo a prendermi cura della mia forma fisica, curando l’alimentazione e facendo ginnastica in casa. Porto come sempre da mangiare ai gatti del quartiere e mi rendo disponibile per qualche nonnina sola che in questo momento, più di prima, ha bisogno di aiuto. Ma soprattutto ho ripreso a dipingere”.

Il fatto che tu dipinga non fa altro che confermare il tuo essere un artista a tutto tondo, Svelaci qualcosa sul tuo ultimo Capolavoro?
“Beh si anche io sono solito definirmi un artista a 360 gradi,che dire,
Sto terminando un olio su tela, dove sono rappresentati tantissimi angeli che lottano contro il male, indicando all’umanità la luce. Quello degli angeli è un tema a me molto caro da quando mi recai per la prima volta da Natuzza Evolo, la mistica di Paravati che parlava con gli angeli, con i santi e con le anime dei defunti e di cui è in corso il processo di beatificazione e canonizzazione”.

Non è la Prima volta che Parliamo di Natuzza,vuoi svelarci quale è il tuo legamen con Lei ?
Sì, certo. Quando incontrai la prima volta Natuzza, una ventina di anni fa, era un periodo molto difficile per me.
Ero un ragazzo pieno di sogni, ma tanto scoraggiato. Avevo tanti amici e l’affetto dei miei cari, eppure mi sentivo lo stesso tanto solo. Non riuscivo a dare un senso alla mia vita…
Natuzza mi accolse come un figlio e tra le tante persone in fila ad aspettare per poterla incontrare mi diede la precedenza, forse perché si accorse dell’enorme sofferenza che provavo: ‘’Anche se è arrivato ora, lo fate entrare questo ragazzo? disse”. Era sofferente e aveva le stigmate sulle mani e quando mi avvicinai nell’intento di baciargliele mi chiamò “figghjiu” (figlio), sorridendomi. Durante il nostro colloquio fu molto tenera, mi rassicurò sul mio cammino professionale appena intrapreso, dicendomi che dovevo proseguire con fiducia. E poi, all’improvviso mi disse: ‘Tuo padre sta nel giardino del Signore e coltiva le rose’. Scoppiai a piangere perché mio padre, morto qualche anno prima, aveva una passione per le rose. A casa aveva messo su un grande giardino che ne conteneva tante specie. Da allora ritrovai la serenità che mi aiutò nel mio percorso di vita professionale e personale.
Oggi, ogni volta che posso, vado a Paravati presso il centro ‘Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime’, costruito per volere di Natuzza su indicazione della Madonna, con le offerte dei fedeli. È un luogo che infonde serenità e amore per la vita”.

Come vedi il futuro a seguito dell’avvento Covid?
“Credo che in questa situazione difficile stiamo riscoprendo valori importanti come la solidarietà, l’amore, il rispetto per la natura e per l’essere umano stesso. Stiamo riscoprendo l’importanza del calore umano, di una semplice stretta di mano… Stavamo dando tutto per scontato… In questo senso, credo che i sacrifici che stiamo facendo non siani vani. Ci sono persone, poi, che stanno sacrificando la loro vita per la nostra. Mi riferisco soprattutto ai medici, agli infermieri, i nostri angeli in corsia sempre pronti a sostenere gli ammalati, a confortarli, lasciando i loro drammi personali a casa, oggi più di prima. Non possiamo dimenticare il loro coraggio e il loro sacrificio. Dovrà servirci in futuro per essere migliori. Spero che questo periodo finisca presto e che il mondo rinasca più unito e pieno d’amore”.

La prima cosa che farai appena tutto questo sarà finito?

Tornerò ad intensificare le mie attività benefiche,che per ovvie ragioni ho dovuto ridurre, probabilmente adotterò un micino, Mi prenderò del tempo per andare a trovare i miei cari, lontani, e dedicare loro del tempo,sicuramente passerò a portare il mio saluto a Mamma Natuzza, ma soprattutto andrò a riprendermi tutti quei baci e quegli abbracci che fino ad oggi ci sono stati negati, devo dire che questo è quello che mi manca di più.

Un messaggio per tutti i nostri lettori…. Cosa consigli loro in questo periodo?

Intanto saluto affettuosamente tutti i lettori, consiglio loro di restare a casa, solo se restiamo a casa e rispettiamo le regole presto potremmo tornare alla normalità c’è un Italia fuori che ci aspetta che vuole solo tornare a vivere e a gioire in compagnia del suo popolo, quindi ripeto restate a casa, uscite solo se realmente necessario,indossando GUANTI E MASCHERINA e rispettando le distanze di sicurezza, ma soprattutto consiglio di aprire il cuore a tutto quello che di bello questa pandemia sta regalando, seppur restando a casa ascoltate e riscoprite la natura, i suoi colori e suoi suoni, e soprattutto dedicate del tempo ai vostri figli, loro sono il nostro futuro, loro la nostra unica ragione per vivere.

Emanuela Maria Maritato

Il Principe Orazio Scuro (AT): “Tuteleremo gli imprenditori lasciati soli”

Da diversi settimane ormai l’emergenza determinata dalla diffusione del covid-19 ha sconvolto la nostra quotidianità, le nostre più semplici abitudini.


Ciò che ognuno di noi sta vivendo assume i caratteri di una vera e propria situazione inedita, nella quale siamo stati chiamati ad un grande sacrificio: limitare le nostre libertà individuali per evitare la diffusione del contagio da coronavirus rimanendo a casa e limitando il più possibile le occasioni di contatto sociale. Tutto questo a tutela della nostra salute e soprattutto dei soggetti più deboli ed esposti al contagio ed al fine di evitare che il sistema sanitario nazionale andasse al collasso.
Ognuno di noi è stato chiamato a fare piccole o grandi rinunce a tutela del bene supremo della salute pubblica. Tali azioni assumono il valore di grandi atti di responsabilità e solidarietà sociale in un momento storico ove medici, infermieri e scienziati sono chiamati ad un immane lavoro.
Ciò premesso, però, Assotutela, come Associazione a tutela dei consumatori, non può non porre l’attenzione su ciò che ognuno di noi sta vivendo, in termini di limitazioni di diritti e libertà fondamentali.
In uno stato di diritto ed in condizioni normali tutto ciò è qualcosa di inimmaginabile.
Tali condizioni sono state stravolte da un virus che ci ha catapultato in una situazione del tutto eccezionale mai provata prima.
Ma ragionando in termini giuridici/costituzionalistici, lo stato di eccezione giustifica sì deroghe ma non in maniera indiscriminata: la tenuta dello stato di diritto, anche di fronte all’emergenza, richiede infatti limiti e controlli al potere del Governo di incidere restrittivamente su diritti e libertà fondamentali. Tutto questo è accaduto? I provvedimenti adottati con i vari Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri possono essere considerati legittimi?
Assotutela cercherà di far rispondere a queste domande scendendo in campo a tutela dei propri associati raggiunti da sanzioni penali e mettendo a disposizione degli stessi i propri legali di fiducia che analizzeranno ogni singola posizione valutando le opportune azioni legali da intraprendere.
Lo dichiara in una nota il Principe Orazio Scuro delegato della stessa alle politiche imprenditoriali.

CORONAVIRUS, COLOSIMO (FdI): MALGRADO L’EMERGENZA ZINGARETTI CONTINUA A SFORNARE NOMINE

“La giunta Zingaretti, malgrado l’emergenza coronavirus che sta mettendo in grave crisi i cittadini e le imprese del territorio, continua a sfornare nomine come se nulla fosse. Le ultime tre, addirittura, il venerdì prima di Pasqua.

Sono stati nominati, infatti, tramite decreti, Paolo Bracchi a commissario straordinario dell’Ipab “Opera Pia Accoglienza Sociale Beata Maria De Mattias di Orte (VT), Settimio Bernocchi commissario straordinario dell’Ipab Opera Pia San Giovanni Battista di Torri in Sabina (RI) e Giuseppe Lobefaro commissario straordinario dell’Ipab Asilo infantile Strumbolo a Piedimonte San Germano (FR). A questo punto, abbiamo perso il conto di incarichi e nomine ed è evidente che il presidente Zingaretti non riesca a togliersi il vizio di fare provvedimenti,che non hanno nulla a che fare con il momento di emergenza che sta vivendo la Regione e tutta la Nazione”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo.