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Ue, Confeuro: “Prossima Pac forte su assicurazioni, giovani e tecnologia” “Apprezziamo le parole del Commissario Ue all’Agricoltura Hansen, pronunciate a margine del Global Food Forum di Bruxelles, in merito alla necessità di un budget dedicato …
Il nuovo episodio della saga Un commissario per caso, intitolato Il vestito grigio, segna il ritorno del commissario Barbero chiamato ad affrontare un nuovo caso di omicidio. L’ultima fatica di Carlo Magnifico vede il ritorno del commissario da sempre accompagnato dalla sua fedele compagna …
Referendum, Tiso (Accademia IC): “Andare a votare è un dovere civico e sociale” “Il voto referendario è un diritto costituzionale che appartiene a ogni cittadino. Tacere su questo momento cruciale per la vita democratica del …
Dazi, Tiso(Confeuro): “Ok intesa USA-Cina. Ue segua via dialogo a tutela agricoltura* “Accogliamo con favore l’intesa raggiunta tra Stati Uniti e Cina al summit di Ginevra sulla sospensione parziale dei dazi: un primo passo importante …
Anche quest’anno è stata organizzata quell’agghiacciante e macabro festival di Yulin in Cina dal 21 al 30 giugno, la tradizionale fiera dove si macellano e si mangiano migliaia di cani, anche se le Autorità avevano deciso di vietare il consumo di carne di cane e gatto. Comunque se il Ministero cinese dell’Agricoltura e degli Affari rurali aveva recentemente aggiornato il catalogo nazionale del bestiame e pollame eliminando cani e gatti dalla lista di animali commestibili, classificandoli invece come ‘animali domestici’, sul festival di Yulin il Governo non ha posto veti. Peraltro molti degli animali catturati in strada sono malati, secondo il Ministero dellan Sanità cinese, nel Paese ogni anno muoiono tra le 2mila e le 3mila persone per aver contratto il virus della rabbia, a dimostrazione che la Pandemia del Coronavirus non ha insegnato nulla.
Tutto vano, anche se in Cina ogni spostamento viene tracciato con le più moderne tecnologie, per la difesa degli animali domestici non si fa abbastanza. Ed una quantità infinita di cuccioli, molti rubati ed altri raccolti a forza fra i randagi, vengono chiusi in gabbia e macellati per la gioia di migliaia di visitatori che ogni anno raggiungono la località famosa proprio per questo evento. Si stima che anche in questa edizione saranno macellati diecimila tra cani e gatti. Noi di Ecoitaliasolidale da sempre ci battiamo per fare in modo che la messa al bando della carne di cane e gatto venga introdotto nel maggior numero possibile di ordinamenti nazionali. Nel mondo a tutt’oggi sono circa 30 milioni all’anno i cani uccisi per l’alimentazione umana, di cui oltre 10 milioni solo in Cina, ma i cani sono destinati al consumo alimentare anche in Corea e in Vietnam. E’ da percorrere ancora una lunga strada affinchè si comprenda che riti e usanze, sia pur antiche, che possano arrecare sofferenza e morte agli animali o danno all’ambiente, debbano essere abbandonate per sempre. E’ quanto dichiarano in una nota Cinzia Caruso, responsabile nazionale Difesa e Benessere degli animali del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale e Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale dell’Associazione.
Dal 26 giugno in tutte le radio e store digitali il nuovo singolo degli ULTRAPOP dal titolo “SHANGAI”, un brano ballabile, dal ritmo incalzante, dall’atmosfera solare e mediterranea
“Qualsiasi cosa arriva da Shangai, ormai, tranne l’amore ed il mare è tutto online…” nel testo si racconta l’estate, partendo dalla spensieratezza degli anni ’90 all’Isola d’Elba, fino ai nostri giorni, una realtà che stiamo vivendo in un modo che a quei tempi sicuramente non era immaginabile. Con gli ULTRAPOP due featuring d’eccellenza come LEDA BATTISTI e TONY ESPOSITO. Leda commenta: “Collaborare con gli Ultrapop è stata una ventata di energia e di freschezza, una carica che mi porterò dentro a lungo!”.
Francesco (voce Ultrapop) ci spiega: “Con Tony e Leda, che sono dei grandissimi musicisti, siamo riusciti a trovare il mood giusto di cui aveva bisogno questa canzone”.
Il brano, scritto da Mignogna e Germanelli, già autori di molti artisti italiani, (mix e mastering di Alex Marton-Firstline Studio), è accompagnato dal videoclip girato tra Roma, Piombino e Prato, con la regia di Simone Gazzola, riprese drone di Michele Collavitti.
Nel 2019 gli ULTRAPOP hanno stazionato per oltre 3 mesi nelle classifiche radiofoniche con “Hashtag Love”, brano presente nella colonna sonora del reality “Il Collegio” su RAI 2 ed in rotazione su MTV ITALIA http://www.mtv.it/musica/video/6l7fl2/Hashtag-Love
Radioterapia oncologica: l’altra faccia vincente nella lotta al cancro, ipertecnologica, con un ottimo rapporto costo/beneficio, indicata per il trattamento del 60% dei nuovi casi di tumore in Italia, da sola o associata a terapie sistemiche. 183 Centri radioterapici, 377 acceleratori lineari (LINAC) e 53 unità di radioterapia in grado di eseguire delle tecnologie ad altissima complessità, 36 apparecchiature per radioterapia intraoperatoria (IORT) e 69 per brachiterapia ad alto e basso dosaggio: il censimento di AIRO – Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica è nel complesso positivo sul territorio nazionale ma il 29% dei macchinari ha più di 12 anni.
La tecnologia è in rapida evoluzione ed è determinante il ruolo del radioterapista nel team di cura. È urgente rinnovare il parco macchine e ampliarlo di almeno il 20% per soddisfare una domanda che entro il 2025 lieviterà del 15%, consentendo di trattare un milione di persone in più e salvare vite. Roma, 24 giugno 2020 – Uno scenario nel complesso positivo sebbene disomogeneo lungo il territorio nazionale e che risponde attivamente ai bisogni dei pazienti affetti da tumore. La radioterapia italiana non ha nulla da invidiare a quella dei Paesi europei ad alte risorse. Il censimento annuale condotto da AIRO, l’Associazione Italiana di Radioterapia ed Oncologia Clinica, registra 183 Centri di radioterapia nel pubblico o nel privato convenzionato, con una sofferenza al Sud e nelle isole; 185 Unità di radioterapia al Nord pari a 7,9 unità per milione di abitanti, 137 al Centro, pari a 7,6 per milione di abitanti e 108 al Sud pari a 5,7. Sono funzionanti 377 acceleratori lineari (LINAC) e 53 unità di radioterapia in grado di eseguire trattamenti con tecnologie ad altissima complessità; oltre a queste 430 macchine per radioterapia a fasci esterni, sono presenti sul territorio italiano 36 per radioterapia intraoperatoria (IORT) e 69 per la brachiterapia ad alto e basso dosaggio. La radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti, in prevalenza raggi X ad alta energia ed è un trattamento salva-vita e una cura fondamentale per molti tipi di tumore. Ma è necessario svecchiare il parco macchine, il 29% delle quali ha più di 12 anni. «Siamo in linea con gli altri Paesi europei per quanto riguarda il Nord e il Centro, oltre il 60% dei macchinari è in numero sufficiente, per quanto riguarda il Sud si riscontra, invece, una criticità qualitativa e quantitativa delle macchine e delle Unità di radioterapia – dichiara Vittorio Donato, Capo Dipartimento Oncologia e Medicine Specialistiche, Direttore Divisione Radioterapia, AO San Camillo Forlanini di Roma e Presidente AIRO – esiste un’esigenza stringente di rinnovare il parco macchine in tempi brevi per due motivi: un adeguato supporto tecnologico migliora i vantaggi per i pazienti e riduce i tempi di trattamento. Occorre sensibilizzare i decisori politici e i Direttori generali delle aziende sanitarie ad investire per una terapia altamente tecnologica e curativa oltre che assai poco costosa». In questi ultimi decenni la figura del radioterapista ha acquisito un ruolo sempre più preminente all’interno del team multidisciplinare oncologico. Si tratta di uno specialista altamente preparato, aggiornato e competente in grado di prendere in carico il paziente oncologico in tutto il percorso di cura. Deve essere ancora riconosciuta totalmente la sua fondamentale importanza terapeutica insieme alla chirurgia e all’oncologia medica nella lotta ai tumori. I recenti progressi la rendono indicata per un numero crescente di casi. «I trattamenti radioterapici sono sempre più mirati ed efficaci – spiega Renzo Corvò, Direttore di Radioterapia Oncologica IRCCS Policlinico San Martino Genova e Presidente Eletto AIRO – la radioterapia riveste un ruolo molto importante per ogni distretto corporeo e per ogni tipo di tumore, può essere impiegata in qualsiasi fascia d’età dal paziente pediatrico fino ai centenari e trova la sua massima indicazione nel tumore prostatico localizzato o in alternativa alla chirurgia dopo i 65- 70 anni d’età; nel tumore polmonare in fase iniziale a scopo curativo; nei tumori testa-collo; nel tumore anale. È determinante il suo ruolo nei tumori metastatici, come terapia palliativa classica e palliativa a scopo stabilizzante della progressione di malattia e delle recidive, e poi nei linfomi e in altri tumori del sangue». I nuovi casi di tumore nel 2019 in Italia sono stati 371.000, di questi 230.000 hanno l’indicazione al trattamento radiante. Si considera un numero indicativo di 450 pazienti da trattare per macchina in un anno, secondo il benchmark stimato a livello europeo dallo studio EORTC-QUARTS e confermato dallo studio ESTRO-HERO; tuttavia molti di questi pazienti non possono accedere alle terapie radianti per diversi motivi (mancanza di personale, inattività o carenza dei macchinari, liste d’attesa). Le tecnologie evolvono rapidamente e di continuo e un corretto approccio terapeutico al paziente con tumore non può prescindere da una adeguato supporto tecnologico. «La radioterapia può essere definita come una ‘chirurgia virtuale’, un trattamento localizzato nel quale la precisione è determinante – sottolinea Barbara Jereczek, Direttore Divisione di Radioterapia, Istituto Europeo di Oncologia, Milano, Professore Associato di Radioterapia dell’Università degli Studi di Milano e Coordinatore Commissione Scientifica AIRO – innovazione oggi significa identificare nel modo più preciso possibile il bersaglio e ridurre il più possibile la dose a livello degli organi sani circostanti. Naturalmente, per fare questo, i macchinari devono essere molto avanzati e di elevata tecnologia; per tale motivo andrebbero rinnovati periodicamente, perché il progresso tecnologico è continuo. La radioterapia oncologica evolve sempre più velocemente e va verso trattamenti ablativi con piccoli volumi e alte dosi. Inoltre, sempre di più la radioterapia trova impiego sia nei tumori in fase iniziale che nei pazienti metastatici prolungando la sopravvivenza e migliorando la qualità di vita». Entro il 2025 aumenterà del 15% la quota dei pazienti con indicazione per i trattamenti radianti, si evince che esiste una necessità reale di prevedere investimenti finalizzati ad arrivare ad avere entro quella data almeno 8/9 macchine ogni milione di abitanti e a rinnovare i macchinari obsoleti. La spesa per la radioterapia è la più bassa in oncologia, circa il 3-4% dei costi totali. Inoltre, sarà necessario potenziare l’informazione e la conoscenza della radioterapia tra i pazienti e la popolazione generale.
La loro aggiunta al liquido delle e-cig permette di ridurre fino al 99.6% la concentrazione di molecole tossiche come la formaldeide, prodotte dalla degradazione di glicerolo e glicole propilenico. La ricerca, che prende spunto da analoghi studi nel campo della chimica degli alimenti, è stata condotta da ricercatori dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Cnr, in collaborazione con le Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham pubblicata su RSC Advances
L’utilizzo di sigarette elettroniche (e-cig) costituisce un dibattuto problema di salute pubblica perché, ad oggi, manca una completa valutazione del rischio: nonostante contengano sostanze tossiche e cancerogene in minor quantità e concentrazione rispetto al fumo di tabacco, i dati disponibili nel breve intervallo temporale dalla recente introduzione di questi dispositivi dimostrano come il fumo da e-cig contenga molecole tossiche derivanti dalla degradazione termica degli additivi presenti nei liquidi di alimentazione, il glicole propilenico e il glicerolo, benché in quantità minori rispetto alle sigarette convenzionali. La possibilità di modificare la composizione di tale liquido per ridurne la tossicità è una via finora poco esplorata. I ricercatori del Laboratorio di proteomica e spettrometria di massa dell’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam), insieme ai colleghi delle Università britanniche di Abertay, St Andrews e Nottingham, hanno utilizzato i polifenoli, molecole organiche naturali costituite da uno o più anelli aromatici (fenoli), per limitare e controllare la formazione di formaldeide, acetaldeide e altri carbonili, sostanze tossiche per le cellule del cavo orale, bronco-alveolare e/o polmonari. Lo studio è stato pubblicato su RSC Advances.“Negli alimenti, alcuni polifenoli sono in grado di modificare e/o legare queste molecole tossiche, prodotte dall’ossidazione di lipidi, zuccheri e proteine assunti con l’alimentazione, riducendone la concentrazione”, spiega Antonio Dario Troise, ricercatore Cnr-Ispaam. “Insieme al gruppo di ricerca del prof. Alberto Fiore dell’Università di Abertay, abbiamo addizionato a liquidi di composizione simile a quelli delle e-cig, i polifenoli epigallocatechina gallato, idrossitirosolo e acido gallico, misurando poi l’effettiva riduzione di acetaldeide, formaldeide, gliossale e metilgliossale nei fumi prodotti e quantificando la formazione delle sostanze derivate, addotti fra polifenoli e le specie tossiche carboniliche”.I risultati sono significativi: “Una riduzione delle specie nocive fino al 99.6% è stata verificata negli aerosol delle e-cig addizionate con polifenoli. In alcuni casi è stata osservata una correlazione inversamente lineare tra la concentrazione dei polifenoli usati e le molecole tossiche”, conclude il ricercatore. “Inoltre, gli addotti derivati sono significativamente meno dannosi delle molecole presenti in assenza dei polifenoli, come evidenziato da prove tossicologiche parte di questo studio e condotti su cellule polmonari alveolari e bronchiali. Questi risultati rappresentano quindi una prima validazione della capacità dei polifenoli nel contrastare la formazione di molecole potenzialmente nocive nelle e-cig, ed offrono uno strumento per future applicazioni di nuove formulazioni arricchite in molecole funzionali derivanti da scarti agroalimentari”.
Sono decenni che stiamo affrontando il problema del campo nomadi di via Pontina, a Castel Romano, e chiaramente con soddisfazione osserviamo che si sta accendo un faro mediatico su tale emergenza. Un Campo diventato una discarica abusiva, con materiali di varie tipologie , presumibilmente merce rubata, cumuli di spazzatura di ogni tipologia, compresa plastica e pneumatici, fumi tossici che frequentemente interessato oltre la Via Pontina, anche Pomezia.
E’ quanto ricorda in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista ECOITALIASOLIDALE. Da tempo chiediamo –ricorda Benvenuti – che venga trasferito il campo nomadi di Castel Romano adiacente a Pomezia , presente all’interno della Riserva di Decima Malafede ed installato, lo vogliamo ricordare, temporaneamente dal Comune di Roma -per soli tre mesi nell’agosto del 2006- e che invece è rimasto a creare notevoli problemi di sicurezza nell’area. Sono in molti i residenti nei pressi del campo e nel comune di Pomezia che da anni lamentano una situazione grave per lo smog, con frequenti roghi notturni con aria irrespirabile e tematiche inerenti la sicurezza nella zona. E’ una condizione incompatibile con una riserva naturale, di raccolta e smaltimento irregolare di rifiuti e materiali tossici, nonché di continui incendi all’interno e nei pressi del campo. Come Ecoitaliasolidale da anni stiamo chiedendo alle Istituzioni preposte, dalla Regione Lazio, al Ministro dell’Interno, al Ministero dell’Ambiente di assumere immediati interventi per smantellare il campo. Il campo di Castel Romano è totalmente incompatibile –conclude Benvenuti – all’interno di una Riserva Naturale e deve essere immediatamente trasferito, per ragioni di sicurezza, per difendere un segmento di territorio che non può essere ostaggio di roghi e combustione di materiale tossico o di rifiuti e che deve costantemente essere controllato sino alla chiusura, ma ora si faccia presto.
La Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito oggi un provvedimento del G.I.P. del Tribunale aretuseo, richiesto della locale Procura della Repubblica e ha arrestato 4 soggetti, 3 imprenditori siracusani e un dirigente pubblico, nell’ambito di un’indagine di polizia economico – finanziaria che, oltre a disvelare la ricorrenza di illecite condotte finalizzate allo sfruttamento della manodopera e all’illecita percezione di contributi pubblici, è altresì culminata con l’individuazione di fatti di corruzione in capo a un dirigente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa.
Le investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Siracusa, sviluppate con la collaborazione di personale del NICTAS della locale Procura della Repubblica, hanno in primis disvelato un generale contesto illecito, nell’ambito del quale sono state accertate reiterate violazioni alle disposizioni di legge in materia di retribuzione dei lavoratori e a tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. In tal senso, viene contestato ai tre imprenditori arrestati, amministratori di fatto di una società operante nel settore dello smaltimento e del trattamento dei rifiuti, di avere sottoposto i dipendenti a condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno. Le attività investigative dispiegate, comprendenti anche intercettazioni telefoniche e riprese video sui luoghi di interesse, coniugate con le informazioni rese da alcuni lavoratori, hanno acclarato plurime condotte in violazione di legge. In particolare, è emerso che ai dipendenti sono stati corrisposti emolumenti con una tariffa oraria (4 euro) inferiore della metà rispetto a quella prevista dai contratti collettivi (8 euro), nonché agli stessi non sono state generalmente corrisposte le indennità di malattia, per il lavoro festivo e notturno e gli straordinari. In sostanza, i tre imprenditori arrestati avrebbero dolosamente violato le norme del contratto collettivo di categoria in materia di retribuzione, riposi, e le disposizioni che tutelano la salute e la sicurezza sul lavoro dei dipendenti, realizzando un notevole risparmio di spesa nella gestione dei costi di manodopera, beneficiando di un indebito vantaggio concorrenziale rispetto alle altre imprese operanti nello stesso settore. Nel medesimo contesto d’indagine, è altresì emerso la società ha indebitamente ottenuto dalla Regione Siciliana un finanziamento a fondo perduto di circa ottocento mila euro, già erogato nella misura del 40%, per la costruzione, in Augusta, di una nuova piattaforma per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti speciali non pericolosi. Per avere la sovvenzione, gli indagati hanno rappresentato agli organi competenti una situazione artificiosa della realtà, dichiarando di osservare gli obblighi dei contratti collettivi nazionali e di rispettare le norme sul contrasto al lavoro irregolare e sui riposi dei lavoratori, condizioni necessarie per l’ammissione la beneficio, inducendo, in tal modo, in errore l’ente territoriale sulla sussistenza del diritto alla sovvenzione. Le evidenze d’indagine rilevano che la società al momento della presentazione della domanda di partecipazione al bando pubblico non aveva i requisiti di ammissibilità per beneficiare dei contributi pubblici in questione. Inoltre, per l’attivazione del nuovo impianto di Augusta, lo stesso soggetto giuridico ha dovuto richiedere una specifica autorizzazione a svolgere l’attività di recupero e riciclo dei rifiuti al “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”. In tale ambito è emerso che l’autorizzazione suddetta è stata rilasciata dal dirigente del “X Settore Territorio e Ambiente” una volta raccolto l’impegno ovvero la promessa che i gestori della società lo avrebbero “remunerato” con l’assunzione di due soggetti, segnalati dallo stesso pubblico ufficiale a uno degli amministratori di fatto dell’ente commerciale, ricorrendo pertanto la “corruzione” del pubblico ufficiale interessato. Ai tre imprenditori arrestati, ristretti presso il carcere di Siracusa “Cavadonna”, vengono contestati, in concorso, i reati di “illecita intermediazione e sfruttamento del lavoro” (art. 603 bis C.p.) e “truffa aggravata” (art. 640, comma 2, C.P.), oltre alle pene previste per il corruttore ex art. 321 C.p.. Al dirigente pubblico, colpito da misura cautelare e anch’esso ristretto presso il carcere di Siracusa “Cavadonna”, viene contestato il reato di “corruzione per l’esercizio della funzione” (art. 318 C.p.). Infine è stato disposto il sequestro della somma di euro 318.620, percepita indebitamente in danno della Regione Siciliana, da eseguirsi, in via diretta e per equivalente, nei confronti della società e dei tre amministratori di fatto arrestati.
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