L’Amor che move la nostra recensione

L’amor che move Gianluca Cecconello (Dante), Valeria Mafera (Beatrice)
foto Stefano Ciccarelli

L’Amor che move la Divina Commedia diventa dinamica e fruibile con la regia di Angelita Puliafito. La nostra recensione per voi dello spettacolo “L’Amor che Move” nella pomeridiana che si è tenuta sul palco dell’ Auditorium San Pio X (ANGELO BRIZI), alla Balduina,  il 23 aprile.

La recensione di Sara Lauricella – La Lauri: “Dante e la Divina Commedia diventano dinamici sotto lo sguardo visionario della regista Angelita Puliafito. L’ambientazione metafisica di scenografia e testo del dramma  “L’Amor che move”, portano lo spettatore all’infermo per poi fare un breve passaggio in purgatorio e “toccare” il paradiso. Un triplo concentrato di Divina Commedia che rende scorrevole lo spettacolo e fruibile in maniera trasversale dai più giovani ai più avvezzi, con una cura del dettaglio per un pubblico più attento e curioso. Per niente scontato vedere sul palco non solo un insieme di attori ma una compagnia teatrale, pronti a darsi man forte nei momenti di picco emotivo. E così Beatrice interviene a consolare un Dante commosso al quale la lacrima è uscita vera. Ogni attore, così come le voci fuori campo, hanno portato sul palco il loro mondo interiore, lasciandosi fluire”

da sin Gianluca Boccuna, Valeria Mafera. Gianluca Cecconello, Paolo Andreotti
foto Stefano Ciccarelli

Il dramma risulta essere tutt’altro che noioso, tanto da essere stato più volte replicato in diverse scuole ed essere stato sorgente di dibattito con gli alunni.

 Hanno dato il meglio di se Gianluca Cecconello, Valeria Mafera, Paolo Andreotti e  Gianluca Boccuni: ogni attore sul palco ha messo a disposizione i propri sentimenti ed il proprio vissuto, e quest’investimento di emozioni è arrivato forte e chiaro. Le voci fuori campo di Manfredi Gelmetti e di Alessandra Vagnoli hanno aggiunto valore alla messa in scena con una narrazione pacata ma mai monotona. Nulla lasciato al caso come anche la scenografia multimediale di Lorenzo Valle, le luci e fonia di Enrico Marcacci, e finanche le foto di Stefano Ciccarelli.  Lo spettacolo è voluto e prodotto da LibeRinArte, scritto a 4 mani da Simonetta Fioranti e da Angelita Puliafito che ne cura anche e sapientemente la regia, portando la passione della Sicilia, sua  calda terra d’origine, sulle sacre tavole del palco.

Da settembre “L’Amor che Move” tornerà nelle scuole e, solo per poche e selezionate date, aperto al pubblico.

Sinossi

«L’oscurità… moglie, sorella, amante e prostituta di ogni uomo… in ogni tempo… in ogni luogo… Maledirla non ha senso e non potrebbe averne… è la goccia di sangue presente in ognuno di noi… è il taglio dell’anima che ogni uomo porta in sé…

Siamo qui… ora… in questa oscurità che prende l’anima… la avvolge per coccolarla e frantumarla, per amarla e devastarla, per farvi casa, nascondiglio, perché l’una non potrà esserci senza l’altra».

Lo spettacolo “L’Amor che move…”, regia di Angelita Puliafito, è un viaggio metafisico nelle atmosfere dantesche colto da una prospettiva che interpella ognuno di noi nel profondo; un viaggio introspettivo che accompagnerà gli spettatori nell’analisi delle risposte individuali alle domande su se stessi e su quanto li circonda. L’accento verrà posto sulla responsabilità dell’uomo nella scelta del proprio destino, in un mondo intera- mente pensato da Dio, sì, ma dove Questi lascia all’uomo il decidere chi davvero vuole essere. Esistere non è altro che “poter scegliere”.

Dante, la sua opera, sono attuali perché è fuori dal tempo, fuori da quello che sono i costumi degli uomini in un dato momento storico: al Poeta interessa l’essenza dell’uomo, che è sempre la stessa, non muta; ed è questa la ragione per cui anche l’uomo d’oggi vi può trovare risposta alle grandi domande della vita. Ci porta sul cammino che ci conduce alla conoscenza di noi stessi, senza la quale non vi può essere vera felicità. Egli stesso dice che lo scopo per cui ha scritto il suo poema è quello di “togliere i viventi in questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato della felicità”.

Oggi come ieri l’umanità si trova ancora a chiedersi quale scelta farà per il futuro individuale e collettivo: è la riflessione che lo spettacolo suggerisce.

In scena : Gianluca Cecconello

                Valeria Mafera

                Paolo Andreotti

                Gianluca Boccuni

                Manfredi Gelmetti e Alessandra Vagnoli (voci off)

                Scenografia multimediale Lorenzo Valle

                Luci e fonia Enrico Marcacci

                Foto Stefano Ciccarelli

Produzione LibeRinArte

Info date e booking: liberinarte@gmail.com

comunicazione:  #Differevent  differevent@gmail.com

BIO LIBERINARTE –  Liberinarte nasce dalla collaborazione tra Angelita Puliafito e Simonetta Fioranti. Oltre a promuovere e produrre spettacoli professionali, LiberinArte si occupa di realizzare laboratori teatrali, musicali e di danza aperti a  diverse fasce di età. Nasce inoltre proprio quest’anno una piccola compagnia amatoriale che dell’arte recitativa si è innamorata. Spettacoli prevalentemente a tema tra cui “Così per caso” sulla shoah, “L’angolo oscuro” sulla violenza sulle donne, “L’amor che move” sul percorso personale di Dante nella Divina Commedia, “Guardastelle” sull’immigrazione. Per la sezione commedie brillanti sono state messe in scena “Sto un po’ nervosa”, “Piaceri nascosti”, “Facciamo finta che sia finita”, “Lapide pre mortem”, “Il Marchese del Grillo” e “Cierra el Pico!” (che andrà in scena l’11 e 12 maggio). Per la sezione musical “Peter Pan”, “Mamma mia”, “Il Mago di Oz” (che andrà in scena il 22 maggio) e c’è in preparazione uno spettacolo sul mondo cantautorale.

Cusano Italia TV, “Crimini e Criminologia”: anticipazioni della puntata di domenica 7 maggio

Domenica 7 maggio dalle ore 21, nuovo appuntamento con “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia TV (Canale 264 del digitale terrestre). Per SMS e Whatsapp in diretta: 334/92.29.505. Con Fabio Camillacci, una puntata speciale ed esclusiva: la scomparsa di Mirella Gregori 40 anni dopo, la ragazza di 15 anni sparita nel nulla il 7 maggio 1983 a Roma.

L’avvenimento fu collegato alla sparizione della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, che scomparve un mese e mezzo dopo. Mirella Gregori, nata a Roma il 7 ottobre 1967, figlia minore dei titolari di un bar di via Volturno, viveva con i suoi genitori a Porta Pia ed era descritta da tutti come una brava ragazza che studiava con profitto presso un istituto tecnico della Capitale. Il giorno della scomparsa, Mirella Gregori si recò regolarmente a scuola e tornò a casa attorno alle 14, dopo essersi intrattenuta in un bar vicinocasa con l’amica Sonia, che venne poi ascoltata nell’ambito delle successive indagini. Sonia dichiarò che lei e Mirella avevano parlato del più e del meno e non seppe fornire altre informazioni. Tornata a casa, Mirella rispose al citofono e fu invitata a scendere da un sedicente amico, tale “Alessandro”. La ragazza uscì dicendo alla madre che aveva un appuntamento presso il monumento al bersagliere di Porta Pia con un vecchio compagno di classe, il quale, ascoltato poi dagli inquirenti, dichiarerà che quel pomeriggio era impegnato altrove. Sono passati 40 anni ma di Mirella Gregori nessuna traccia. A “Crimini e Criminologia” interverrà in grande esclusiva Antonietta Gregori, la sorella maggiore di Mirella. Sarà presente anche il legale della famiglia, l’avvocato Nicodemo Gentile, Presidente di Penelope l’Associazione delle Famiglie e degli Amici delle Persone scomparse. Inoltre, interverranno: il giornalista e scrittore Mauro Valentini che ha scritto il libro “Mirella Gregori: cronaca di una scomparsa”, la psicoterapeuta e giornalista Barbara Fabbroni, il criminologo e giornalista Michel Maritato. Si parlerà di “scomparsi” e di Mirella Gregori anche nello spazio dedicato alla rubrica “La chiave di volta”, con la psicologa e criminologa Antonella Elena Rossi. Infine, consueto appuntamento con “L’Osservatorio sui crimini di guerra” in Ucraina grazie alla corrispondente Iryna Guley.

Assotutela: Studenti fuori sede, mettere fine alla giungla del ‘nero’

Una offerta drogata con prezzi e condizioni inaccessibili. Il Comune riconverta edifici abbandonati

“Vita da studente universitario, uno dei periodi più belli per l’esistenza. Non per tutti. Pensiamo ai pendolari, costretti a viaggi inumani su mezzi di trasporto sempre più inadeguati. Ancora peggio, la situazione degli studenti fuori sede, costretti a trovare un alloggio a prezzi sempre più improponibili. Ė la giungla totale”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che si chiede: “Come mai a Roma, non si pensa a riconvertire i grandi edifici civili abbandonati per realizzare alloggi per studenti? L’attuale disponibilità delle case dello studente non è più sufficiente – commenta il presidente – e purtroppo, oltre a residence di gran lusso a prezzi impraticabili, nella capitale non si vede altro. La beffa, è assistere ancora a sterili discussioni sulla futura destinazione di caserme o ospedali dismessi e lasciati in abbandono, quando la loro naturale destinazione sarebbe facile ipotizzarla. Soprattutto – precisa Maritato – una recente inchiesta della Guardia di Finanza ha rilevato che a Roma gode di un affitto regolare soltanto il 35% dei fuori sede. In tutte le città europee, gli ostelli per la gioventù sono opzioni di normale amministrazione, non si capisce perché a Roma si dia ampio spazio a B&B, camere a vario titolo in affitto per turisti, una giungla inenarrabile nell’offerta e per gli studenti il vuoto. Investire sui giovani significa anche dar loro la possibilità di studiare e alloggiare dignitosamente nel luogo di studio. I nostri ragazzi, future promesse per il Paese, lo meritano”, chiosa il presidente.

Assotutela: la Gomorra romana che nessuno vede

Aumentano gli episodi di violenza mentre continua la vacanza al vertice della sede prefettizia

“Scippi, rapine, truffe telefoniche, il trucco dello specchietto rotto, furti di ladri acrobati. Sono solo alcuni degli episodi di criminalità che impazzano a Roma, un copione costantemente ripetuto, ogni giorno in ogni quartiere della città, dal centro alle periferie, scene continue a cui purtroppo si rischia di essere assuefatti”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che continua: “Il problema è che anche le forze dell’ordine sembrano aver gettato la spugna, tanto i fenomeni sono diffusi ma a Roma serve sicurezza e attualmente, la sua gestione è meno di zero, al cospetto di terribili episodi che colpiscono senza pietà le persone più fragili”. Il presidente procede approfondendo l’analisi: “Il problema è la cultura diffusa, proveniente da terreni di coltura che esaltano le volontà di chi manifesta comportamenti protervi, a scapito di chi fa della legalità la sua regola di vita. Vorremo sapere – continua Maritato – cosa pensa di questo non esaltante andazzo l’assessore alla Sicurezza di Roma Capitale Monica Lucarelli, un fantasma al pari di quello del sindaco Gualtieri, entrambi totalmente spariti dalla scena politica mentre l’insicurezza dei cittadini avanza. Serve un cambio di paradigma: Roma è in preda a fenomeni incontrollati di delinquenza, degrado sociale e abbandono mentre da più di un mese manca il prefetto. Di questo passo, dove andremo a finire?”, chiosa il presidente.

Assotutela: Strage di Erba, la chiave è nel rituale religioso

Su Cusano Tv, canale 264, il criminologo Maritato fornisce una originale e inesplorata pista

“Una strage di cui si doveva trovare subito la chiave, come si suol dire: sbattere il mostro in prima pagina. Ancora una volta, è d’obbligo una profonda riflessione e, soprattutto, occorre esaminare il caso in chiave religiosa”. Lo ha dichiarato Michel Maritato, giornalista specializzato in criminologia, nel corso del programma cult di Cusano Italia Tv “Crimini e criminologia”, in onda ogni domenica sera sul canale 264 del digitale terrestre. Sotto la sapiente conduzione di Fabio Camillacci, nella puntata di domenica 30 aprile, il giornalista ha ribadito la necessità di riaprire il caso e revisionare il processo, evidenziando la particolare suggestione legata al mondo islamico, relativa alle modalità di esecuzione della strage. Si tratta di un rituale descritto nel Corano, legato ai giorni della festa islamica, la ʿīd al-aḍḥā (in arabo: عيد الأضحى‎, “festa del sacrificio”), nota anche come ʿīd al-naḥr (in arabo: عيد ﺍﻟﻨﺤر‎, “festa dello sgozzamento”) oppure ʿīd al-qurbān (in arabo: عيد ﺍﻟﻘﺮﺑﺎﻥ‎, “festa dell’offerta a Dio”), è la festa celebrata ogni anno nel mese lunare di Dhū l Ḥijja – spiega Maritato – in cui ha luogo il pellegrinaggio canonico, detto ḥajj”. Un rito importantissimo, i cui festeggiamenti iniziano dal 6 dicembre e proseguono per 4 giorni. “Guarda caso – osserva il giornalista – il 10 furono uccise le vittime, con esecuzione verosimilmente riconducibile alla macellazione halal con taglio della carotide e dell’esofago, con dissanguamento e separazione del sangue dal corpo. Olindo e Rosa, l’uno operatore ecologico, l’altra domestica a ore, erano in grado di poter effettuare esattamente questo?”. Quindi una nuova pista, contenuta nell’appello del criminologo per la riapertura del caso: quella della vendetta letta in chiave di sciaria ritualistica ed esoterica islamica. “Il sacrificio ordinato da Dio ad Abramo per metterlo alla prova – chiosa il giornalista – è alla base del rito sacrificale islamico dell’ʿīd al-aḍḥā, nota anche come festa del sacrificio del figlio o sacrificio di ismaele. Ė qui che si deve guardare, anche considerando il nome del bambino trucidato, Youssef Marzouk, il figlio di Aziz, che non è altro che il nome del nostro Gesù. Tutti riferimenti che non lasciano spazio a perplessità”.

Roma, la nuova fascia verde è una eco-truffa

Maritato contesta la proposta del sindaco Gualtieri che taglia fuori mezza città dalla circolazione

“Roma Capitale: è l’apoteosi dei divieti. Dai quartieri dell’estremo nord a sud della città, decine di migliaia di romani, quelli delle classi più disagiate, entro breve tempo non potranno più entrare in centro e nei quartieri limitrofi con la propria auto che non sia di ultimissima generazione. Una inibizione che tocca in particolare la periferia e chi non può permettersi di acquistare una nuova vettura”. 

Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che incalza: “Non vorremmo che le assurde esibizioni muscolari pseudo ecologiste dell’amministrazione, fossero rivolte anche alle macchine parcheggiate, costringendone i possessori alla rottamazione forzata. Non ci saremmo mai aspettati di diventare la zona a traffico limitato più grande d’Europa, con oltre 21 chilometri di diametro di inibizioni, una vera follia. Sono almeno 30mila – spiega Maritato – i cittadini possessori di auto euro 1, euro 2 ed euro 3. Se calcoliamo un costo medio di 16 -17 mila euro per vettura ibrida o a basso impatto ambientale, la spesa che gli automobilisti romani dovrebbero affrontare in pochi mesi ammonterebbe a quasi 500 milioni di euro. Tantomeno è improponibile chiedere di usare i mezzi pubblici, dal momento che la condizione di questi ultimi nella città di Roma, è palesemente improponibile. Tra l’altro – chiosa il presidente – dallo schema di fascia verde sono tagliate fuori anche molte stazioni metro che diventano irraggiungibili dai cittadini, che non possono essere messi in ginocchio dalla ecotruffa”.