Calcio, Tagliacozzo : il nuovo presidente e’ l’avvocato Giovanni Galoppi

Oggi il Tagliacozzo ha un nuovo presidente. Si tratta dell’avvocato cassazionista Giovanni Galoppi, titolare di un noto studio della capitale. L’avv Galoppi ha già avuto esperienze nel mondo del calcio, ed e’ da sempre impegnato in ruoli di primo piano a livello nazionale nel mondo della cultura, del cinema, e del teatro. Ciò lo rende particolarmente in sintonia con una città d’arte e di cultura come Tagliacozzo ed e’ di buon auspicio per un rilancio della società calcistica a mete sempre più ambite e per il lancio di iniziative sociali e culturali di sviluppo del territorio

Senza Sciatu

di Barbara Fabbroni

Sono onorata, come psicoterapeuta clinica e giornalista, di poter fare questa intervista a Claudia Rizzo. Claudia con il suo lavoro, denso della sua cifra significante, in quanto attraversa il vissuto e la vita vissuta di una terra che lei ama, la sua Sicilia, ci regala qualcosa di unico. “Senza sciatu” ha stimolato in me emozioni dense di Pathos e Thanatos. Di là dalla caleidoscopica interpretazione che possiamo fare del suo lavoro emerge la donna e il suo amore immenso per l’arte. È proprio nel suo essere-nel-mondo che si può rintracciare il mistero, il messaggio e al tempo stesso la declinazione delle sue origini che diventano testimonianza di parola.  

Così nel suo lavoro, regala al pubblico una pellicola e una canzone, un album e infinite emozioni, che prendono vita da un territorio attraversato negli anni da tante popolazioni, meta momentanea un tempo anche del viaggio ulissiano. Come Ulisse, anche Claudia, ha nel cuore la sua Itaca, la sua terra: la Sicilia. È proprio alla sua Sicilia che dona un tributo immenso e denso della sua cifra misterica, storica e culturale. 

Le equazioni che emergono guardando, ascoltando, sviscerando, assaporando, riflettendo sul suo lavoro, impongono rispetto e attenzione, riflessione e coinvolgimento, partecipazione e passione. Sono almeno due, allora, i punti salienti di quest’opera così significativa. Il primo appartiene alla vita stessa, al significato e al significante dell’essere-nel-mondo, al rapporto interumano, al mondo-di-fuori; l’altro è, di riflesso, ma neanche tanto di riflesso, il rapporto con sé stesso, con il mondo-di-dentro.

Quello che si evince dalla narrazione musicale e artistica dell’opera sono le tracce di una persona, di una terra, le impronte della sua vita intrecciata e intessuta all’interno di una sceneggiatura spesso non scritta ma accaduta che abbraccia la Sicilia. Claudia Rizzo sembra interessata a proporre un viatico trasversale, oscillante tra ciò che è stato detto, ciò che si reperisce dal vissuto e ciò che potremmo ipotizzare ancora e stimolare come ricerca ulteriore. Intervistando Claudia ci rendiamo conto della sua potenza artistica che fa di lei uno snodo importante nel panorama dell’arte e non solo.  

Cara Claudia, sono così emozionata, ho visto il tuo video mi sono commossa: un vero capolavoro. Un video che ha toccato parti profonde di me, grazie. È un vero onore poter fare questa intervista con te. 

Sai, è stata una cosa intensa anche per noi che l’abbiamo vissuta. È un lavoro che abbiamo pensato, voluto, dove abbiamo messo energie e cercato di trasmettere le emozioni che vivono all’interno di noi.  Un lavoro che abbiamo meditato, pensato non è nato casualmente dall’oggi al domani. Ogni cosa è stata studiata creando la giusta dimensione affinché la sicilianità che è parte integrante di tutto il nostro team avesse una narrazione intensa e soprattutto autentica.

Tu sei una cantautrice siciliana e non solo: quanto è importante l’amore per la propria terra, la radicalità alle proprie origini?

Una parte della mia vita è stata vissuta fuori dalla Sicilia, ho studiato, mi sono formata e ho fatto varie esperienze lavorative e formative. Poi, sono tornata in Sicilia, ne sentivo la necessità, come se la mia terra mi chiamasse così ho aperto un centro multi-multidisciplinare per lo spettacolo, che si chiama: Le Muse. La pandemia mi ha offerto uno spazio di riflessione significativo, durante il lockdown mi sono detta: “perché non fare davvero quello che vorrei fare, che voglio fare, che è parte della mia anima, del mio sentire?”.  

Una bella sfida?

L’arte, in ogni sua declinazione, ci permette di incontrarci incontrando l’altro, ci apre al possibile così che le emozioni si traducono in sensazioni creando un’immagine, un suono, una narrazione. 

Così ho fatto una cosa tutta mia, un progetto con le persone con cui sento empatia, insieme viaggiamo sulla stessa onda armonica di emozioni, pensieri e sensazioni. Dentro al mio progetto ci sono più professionalità che si fondono insieme creando un corpo unico.

Il video del tuo ultimo lavoro è parte di questo insieme?

Sono anche un’attrice, quindi unire recitazione, musica, parole e danza all’interno del cilindro della creatività è per me l’assoluto. Con il video, che è più un cortometraggio, ho voluto raccontare una storia, far toccare le corde profonde della sicilianità affinché nulla vada perso ma resti come memoria, emozione e passione. 

Amore, passione, storia, emozione e cultura sono ingredienti che non mancano nel tuo lavoro?

Tutto si amalgama con empatia come se fosse una sorta di ritualità di una storia che permea l’anima dell’altro, aprendo un territorio tutto da scoprire e assaporare, da vivere e ricordare. 

Quali gli aspetti salienti si rintracciano nel cortometraggio dal sapore felliniano?

Oltre alla sicilianità che è il fulcro su cui tutto ruota e ritorna, c’è l’amore per la propria terra, non quello scontato che riempie la bocca ma l’amore antico, catartico, misterico, che non si spiega a parole ma solo vivendo e vivendoci perché è grazia e mistero, passione e desiderio, forza e smarrimento, determinazione e coinvolgimento, in una sola parola è: vita. Il tutto accarezzato da una Sicilia antica, un idioma antico che è poetico, che è suggestione, benedizione e maledizione, come se il pieno e il vuoto diventassero un corpo unico.  

La sensazione è come se ci fosse una lotta tra Eros e Thanatos?

Sì, sì, assolutamente. È l’aspetto simbolico, immaginifico. Non so come dire, l’immagine dei conflitti, scomposta che fa emergere il desiderio. Il desiderio di cambiamento, di trasformazione. Per me la Sicilia è questa: suggestione, storia, appartenenza, tradizione, essenza, corpo e anima. Inoltre, c’è l’influenza Pirallendiana che si respira e che appartiene all’anima della Sicilia come se fosse un corpo unico.  

Riemerge la radicalità e il possibile che si ritrova in “Uno, nessuno e centomila”?

C’è la possibilità di liberarsi dalle catene, facendo uscire fuori la propria essenza, la propria personalità e la declinazione della propria esistenza. 

E poi lo sguardo?

Lo sguardo è la finestra attraverso cui puoi contattare l’anima dell’altro in uno scambio vicendevole di parole ed emozioni, di sensazioni e ricordi, di ascolto e possibilità anche di là dalla parola. Nello sguardo degli altri le persone comprendono la tua nuova dimensione, una tua nuova energia. 

Ho guardato il cortometraggio in due maniere diverse: la prima completa, la seconda togliendo l’audio scoprendo che se guardi entri all’interno di un territorio diverso da quando è completo con la musica e le parole. Credo che senza audio tocchi corde più profonde, non credi?

Ne parlerò pure con il videomaker. Il video ha una sua valenza cromatica ed espressiva che ha una sua propria forza comunicativa intrinseca. È un’opera tutta da scoprire con diversi livelli di lettura. Lascia, infatti, spazio all’immaginazione.

Forse è la psicoterapeuta che è in me, però mi son detta: “questo è un viaggio introspettivo. Lo stesso viaggio nel ‘fare anima’ di Hillmeriana memoria”, non credi?

C’è l’andare a scoprire quelle nicchie interiori di sé attraverso l’immagine senza parola. Come ci siamo dette è un viaggio, un percorso, un viatico intimo. La Sicilia è una terra di confluenze, più popoli l’abitano da tempo, risente di influenze bizantine e non solo. Quindi la magia sta anche in questo: un’essenza nell’essenza.

Una curiosità per me che non sono siciliana, la parola “sciatu” cosa significa?

Sciatu la traduzione letterale è fiato, però qui ho un significato più denso, è la vitalità che ti lascia senza fiato, che ti toglie il respiro. È un idioma antico e ci dà quei significati di linguaggio radicali e antichi. 

Vengo all’ultima domanda di rito: progetti 2023?

Non so se ci sarà un nuovo album, però sicuramente ci sono molti progetti, tra cui un film. Come ogni cosa è giusto parlarne a tempo debito. 

Vuoi aggiungere altro? 

L’unica cosa che potrei aggiungere è che mi auguro ci sia un minimo di empatia nel portare avanti questo progetto, spero di far comprendere al pubblico l’importanza di questo nostro lavoro che nasce dalla passione, dal bisogno di scoprire, dalla curiosità e dall’amore per la propria terra madre.

Arte: Dopo il taglio di Fontana arriva la sutura di hypnos

Roma –  Ogni ferita va onorata e portata senza vergogna.( sostiene Hypnos) “Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello.”Il mio corpo e la mia mente sono pieni di ferite fisiche ed emotive.Ne sono orgoglioso e per me rappresentano tanto.Un uomo senza ferite e’ un uomo che non puo’ comprendere veramente la sofferenza degli altri Ne conosco di persone cosi’ e provo compassione quando osservo divertito la loro arroganza sapendo cosa nel tempo li aspetta.Parola di hypnos.

Arte: Dopo il taglio di Fontana arriva la sutura di Hypnos

News20 gennaio 2023

Roma –  Ogni ferita va onorata e portata senza vergogna.( sostiene Hypnos) “Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello.”Il mio corpo e la mia mente sono pieni di ferite fisiche ed emotive.Ne sono orgoglioso e per me rappresentano tanto.Un uomo senza ferite e’ un uomo che non puo’ comprendere veramente la sofferenza degli altri Ne conosco di persone cosi’ e provo compassione quando osservo divertito la loro arroganza sapendo cosa nel tempo li aspetta.Parola di hypnos.

Premio Antenna d’oro per la Tivvù

di Barbara Fabbroni

Sulla scia del grande successo mediatico del Microfono d’Oro, nasce il Premio Antenna d’Oro per la TIVVU’ manifestazione dedicata ai personaggi del piccolo schermo, che si svolgerà il 19 gennaio al Campidoglio.

In questa occasione si premieranno i protagonisti delle trasmissioni televisive (locali e non) più popolari e più seguite, grazie ad una giuria di qualità ed esperti del settore, nel corso della kermesse saranno assegnate anche delle gratificazioni speciali.

Tra i premiati: il regista e autore Jocelyn, il regista e sceneggiatore Pier Francesco Pingitore, la giornalista del TG5 Simona Branchetti, le inviate del TG2 Laura e Silvia Squizzato, l’attore Gigi Miseferi, la conduttrice televisiva Matilde Brandi, il regista Andrea Doria, la giornalista e conduttrice Monica Setta, i giornalisti Massimiliano Ossini, Stefano Buttafuoco, Angelo Mangiante, e inoltre anche Emanuela Tittocchia e Daria Luppino.

Sarà il primo grande evento del 2023” – dichiara l’organizzatore Fabrizio Pacifici – “tra l’altro daremo anche spazio ai nuovi volti tv come Ylenia Totino, Barbara Fabbroni e Andrea Del Monte”.

Promotore di questa eccellente iniziativa l’attivissimo Fabrizio Santori, segretario d’Aula in Assemblea Capitolina: “con il Premio Antenna d’Oro per la TIVVU siamo onorati di offrire un riconoscimento ai professionisti della televisione che dedicano la loro attività a Roma ed a livello nazionale. Immagini di qualità, servizi interessanti, cura dei particolari, notizie e servizi da tutto il territorio romano. Le emittenti nazionali e locali offrono al pubblico un prodotto curato da giornalisti e da numerosi professionisti che provengono da tutta Italia che confezionano trasmissioni gradite ad un pubblico sempre più vasto, dai giovani agli anziani. I premi sono dedicati a iniziative e lavori eccellenti, i più apprezzati dai telespettatori nel campo nell’attualità e della cronaca, ma anche in quelli dell’arte, dello sport, della musica, del sociale e della solidarietà, dell’intrattenimento. Roma premia la sua televisione, un’eccellenza, una ricchezza per tutta la città e i suoi abitanti”.

Vivo a Parigi con la Sicilia nel cuore

di Barbara Fabbroni

Venerdì 2 dicembre 2022 è uscito su tutte le piattaforme il nuovo singolo di Gabriele: “Mi supererò” (Super – héros nella versione francese) per l’etichetta AG Group e distribuito da Universal Music France. Gabriele è un’artista poliedrico dalle mille arti che si perdono nella notte dei tempi tanto da costruire una narrazione artistica unica e assoluta. Incontrarlo ed entrare nel suo mondo è come avere la possibilità di dialogare con la sua anima: delicata e profonda. Gabriele è qualcosa di assoluto nella semplicità del suo essere persona. 

Da Milano a Parigi volo di solo andata?

No, no assolutamente in Sicilia ci torno ogni volta che mi è possibile.

La Sicilia che posto occupa nel suo mondo?

Un posto importante è la mia casa, il luogo dove sono nato e cresciuto. 

Perché “parigino d’adozione”?

Sono un’artista siciliano, parigino d’adozione, un creativo che ha impresso, in ogni cellula, l’arte. 

Come possiamo superarci?

Come nasce “Mi supererò”?

Dal mio sentire, dalle mie emozioni. La canzone mette in evidenza il mio modo di lavorare sulla mia attitudine alle arti ed oggi, grazie a questo, ho un’identità artistica ben definita: un abito sartoriale che indosso con disinvoltura, che mi è viatico e fare di orientamento. Il mio progetto artistico è arte e vita racchiuse in una sola anima.   

Ci può dire di più?

Mi supererò nasce da un’idea musicale sulla quale ho scritto il testo, sviluppando un tema comune a tanti che come me lavorano dimenticando troppo spesso di vivere davvero. Crediamo di essere immortali, invincibili. Ci lasciamo travolgere da ritmi frenetici, credendoci supereroi senza accorgerci del fatto che il tempo scorre, inesorabilmente. 

Cosa racconta il testo?

Mi supereròracconta come ogni giorno per noi sia una corsa folle, alla ricerca del risultato migliore e possibilmente immediato. Una riflessione personale che faccio spesso. 

Ovvero?

Credo che ogni cosa debba essere costruita e i traguardi conquistati nella vita come nella musica. 

Dove è stato girato il video del suo ultimo lavoro musicale?

Il video è stato girato tra Lione e Parigi. È un racconto ad immagini: uno scenario dapprima grigio e teso, che si illumina poi di colori e luce. Sono accompagnato dai ballerini Laura Dubois, Marion Cottier, Jose Monteiro ed Emanuele Esposito, insieme danziamo cercando di dare un nuovo senso alla vita, che merita di essere vissuta e rispettata … ricordando che non siamo supereroi!

Quindi si può ballare oltre che ascoltare?

Il brano ha un ritmo ballabile e radiofonico oltre che riconfermare la mia cifra musicale. È un bel canto che mette al centro le parole, con l’italiano e il francese che raccontano una storia, la mia. 

C’è un secreto per arrivare al successo?

Ci vuole pazienza, tenacia e voglia di mettersi in gioco, di mostrarsi. Questo è quello che mi piace, è il mio modo di guardare al mondo, è il mio essere artista e uomo.

Il corpo per lei che cos’è e cosa rappresenta?

Il corpo è l’essenza. Attraverso il mio corpo esprimo la mia arte, il mio essere artista. Il mio è un corpo che utilizzo come espressione fondante del mio essere, con la voce, la musica, il ballo, la giocoleria e le marionette.

Pèrdono o perdòno cambiando l’accento cambia il senso, cosa crede?

Non ci avevo pensato! 

Qual’è la sua identità artistica?

Dopo il successo di “Una Vita in Più” e “Perdono”, le mie origini siciliane si evidenziano in tutta la loro cifra tanto da sottolineare la loro forza e la loro profondità. Radici che hanno costruito una particolare radicalità a Parigi, alimentate e nutrite dal mio essere cittadino del mondo.

Una curiosità: lei piange?

Piango dentro di me. difficilmente mi mostro al mondo, alle persone vicine nel mio momento di fragilità. 

Ha mai pensato di tornare in Sicilia?

Come ho detto la Sicilia occupa un posto importante, ma la mia vita artistica è altrove. La terra dove sono nato ha ancora radici forti in me ma non offre l’apertura artistica di cui ho bisogno. L’arte è il mio nutrimento non potrei mai farne a meno. 

Progetti ulteriori?

Molti e tutti interessanti.

Una curiosità: cosa farà da grande?

Continuare a fare musica. La musica, l’arte sono tutto il mio mondo.