Pronto soccorso, miccia pronta a esplodere

Quanto accaduto a Napoli è solo una avvisaglia di una situazione che va avanti da troppi anni

“Fra i tanti punti deboli della sanità, il pronto soccorso è la miccia che potrà prima o poi far esplodere la bomba. Quanto sta accadendo da giorni a Napoli, con l’ospedale Cardarelli al centro della deflagrazione, può trasformarsi in un effetto domino, se prima o poi non si correrà ai ripari”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che commenta: “Il quadro che si presenta è lo specchio di una condizione che vede da tempo una profonda crisi del sistema dell’emergenza-urgenza in tutta Italia. I medici che si trovano in prima linea chiedono risposte e soluzioni alle istituzioni preposte. La situazione è nota da tempo e la nostra associazione non ha mai smesso di denunciarla”, incalza il presidente. “Nel 2022, secondo i dati, sarebbero oltre 600 i medici dimissionari”. Tornando a Napoli, Maritato elenca i disagi: “Cinque pronti soccorsi chiusi con pazienti che rinunciano alle cure essenziali. Ė il risultato della sanità gestita da De Luca, il nulla travestito da niente, condito da tagli indiscriminati. Gli italiani meritano di meglio, si aspettano un’assistenza che risponda ai loro bisogni, sulla base di quanto i cittadini versano in tasse. Occorre frenare l’emorragia di professionisti con politiche a livello centrale e impostare con nuovi criteri la formazione universitaria, per poter poi puntare sui futuri professionisti, incentivando il loro percorso di studi e favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro. Non si può più attendere: il flop della sanità italiana è irrefrenabile se non si corre subito ai ripari” conclude Maritato.

 

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