Radioterapia oncologica e coronavirus: trattamenti garantiti in tutta Italia

Eccellente la risposta dei reparti di radioterapia oncologica italiani che fanno fronte comune all’emergenza COVID-19:riduzione dell’attività clinica inferiore al 30% in nove centri su dieci.I risultati di un’indagine condotta da AIRO, l’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica a livello nazionale, in pubblicazione sulla prestigiosa rivista internazionale Radiotherapy&Oncology dimostrano che pazienti e personale sono stati protetti in modo adeguato ed è stata assicurata la continuità assistenziale.

Roma, 27 maggio 2020 – Riorganizzazione delle attività, messa in atto di procedure preventive COVID-free, copertura dei turni e della continuità assistenziale, utilizzo delle nuove tecnologie per teleconsulto e telelavoro. I Dipartimenti di radioterapia oncologica italiani hanno risposto così, rapidamente ed efficacemente, all’emergenza sanitaria da COVID-19, continuando ad effettuare, seppur tra molte difficoltà, i trattamenti radioterapici per i pazienti ad elevata priorità oncologica, gestendo bene il compromesso tra rischio di infezione e necessità di cura.È quanto emerge da un’indagine promossa dall’Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica (AIRO), coordinata dal Professor Vittorio Donato, Presidente AIRO e dalla Professoressa Barbara Jereczek-Fossa, Direttore della Divisione di Radioterapia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Lo studio, in via di pubblicazione sulla prestigiosa rivista scientifica europea Radiotherapy&Oncology, ha coinvolto tutti i Direttori dei Servizi di Radioterapia oncologica italiani: su 176 centri contattati, hanno risposto ben 125, attivi su tutto il territorio italiano.I dati evidenziano che è stata mantenuta in 2 radioterapie su 3 l’attività clinica pre-coronavirus: la riduzione delle prestazioni è risultata inferiore al 10% nel 32% delle radioterapie e tra il 10% e il 30% nel 30,4% delle strutture. In media, per 9 centri su 10 l’effettiva riduzione è stata molto inferiore al 30%. È aumentata l’attività dei regimi ipofrazionati (73%) nei centri che trattano più di 500 pazienti all’anno per consentire ai pazienti soste brevi in ospedale e minori accessi possibili. Inoltre, per tutelare la continuità terapeutico-assistenziale è stata attivata la consultazione telematica (63%). Sono state adottate misure preventive molto accurate sia per salvaguardare il personale alla macchina sia gli operatori sanitari con sale COVID-free e triage pre-ingresso in ospedale e nelle sale di radioterapia per garantire la necessaria sicurezza ai pazienti oncologici.“L’indagine è una fotografia reale di quanto accaduto in questi mesi di grave emergenza sanitaria sull’intero territorio nazionale, inclusa la Lombardia: infatti i 125 centri che hanno risposto sono distribuiti in tutto il Paese con una rappresentanza lombarda del 20% –dichiara Vittorio Donato, Presidente AIRO – I reparti radioterapici non solo hanno protetto i loro pazienti e il personale ma con uno sforzo immenso hanno continuato ad erogare prestazioni salvavita ai pazienti in trattamento e con malattia attiva. L’utilizzo del teleconsulto è stato di grande utilità come metodica alternativa a distanza ai controlli e al follow up face to face. Abbiamo, inoltre, garantito il lavoro dei dipendenti attraverso il telelavoro. L’uniformità dei provvedimenti adottati su scala nazionale è stata resa possibile anche grazie ai documenti di indirizzo in costante aggiornamento da parte di AIRO”

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