Regina Elena depotenziato, un danno alla collettività

“In un momento di estrema difficoltà per l’epidemia da Covid, in cui le strutture sanitarie pubbliche sono sotto tiro e subiscono una profonda riorganizzazione, sopprimendo servizi essenziali per tutte le altre patologie, ci preoccupa il grave colpo inferto all’Istituto dei tumori Regina Elena di Mostacciano”.Lancia l’allarme il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “il polo sanitario parte integrante degli Ifo, Istituti fisioterapici ospitalieri insieme al San Gallicano, sta subendo un processo di riorganizzazione che penalizza servizi essenziali. Ė sotto gli occhi di tutti – insiste il presidente – il depotenziamento della struttura, con tagli, declassamenti e un’emorragia di professionalità di alto livello. Sta gradualmente scomparendo il dipartimento della ricerca, viene  ridimensionata la neurochirurgia insieme alla medicina nucleare, all’ematologia, alla fisica sanitaria. Assolutamente ingiustificabile – tuona Maritato – la soppressione della terapia del dolore unitamente alla chirurgia del colon retto, il secondo tumore in assoluto per incidenza. Per contro, si crea un nuovo dipartimento amministrativo con incremento di spese per impiegati e figure dirigenziali”. Il presidente azzarda poi una ipotesi: “non vorremmo che l’istituto, posto nel quadrante Sud della Capitale, debba fare largo ad altre strutture del privato religioso, primo fra tutte il vicino Campus Biomedico, che dalla Regione Lazio ha ricevuto negli ultimi tempi notevoli attestati di stima, oltre a un profluvio di finanziamenti. Per il bene dei cittadini e dei malati, occorre ridare solidità e competitività al Regina Elena, da sempre fiore all’occhiello della sanità cittadina”.

Roma, 6 febbraio 2021

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