Confusione pandemica, un suicidio da raccontare

Dedico questo articolo a mio amico Alessandro Gallo

di Luigi Giannelli

Mi sforzo di comprendere del perché un uomo gioioso, socialmente attivo all’improvviso decide di togliersi la vita in un modo del tutto singolare. Nel mio lungo percorso di vita professionale, nelle carceri italiane, ho purtroppo raccolto numerose storie di suicidi e tutti mi hanno sconvolto per le dinamiche poste in essere. 

Ho potuto constatare che la maggior parte degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria hanno agito utilizzando l’arma d’ordinanza, un colpo secco al cuore, dinamica violenta e determinante per firmare uno stato di disagio e di particolare rabbia.

Alessandro ha scelto un modo inusuale per porre termine alla sua vita, si è impiccato, dicono a un termosifone della sua abitazione. Dicono che non ha lasciato nessun messaggio se non la determinazione di un gesto inconsulto. Forse viveva nello stress e nella paura delle conseguenze per aver contratto il virus, il malefico Covid 19. Restano le mille domande, i tanti perché ma soprattutto la rabbia per non aver capito.

Un fatto è certo e preoccupante, sono molte le vittime di questo mal di vivere, un fenomeno che sta colpendo in modo crescente gli appartenenti alle Forze di Polizia. Un fatto questo che dovrebbe far riflettere i vertici di queste amministrazioni che spesso sono assenti e poco inclini ad ascoltare i disagi dei loro dipendenti.

Non basta mettere un cartello indicante il numero di un telefono amico che nessuno utilizzerà mai per sentirsi a posto con la coscienza. Il lavoro nelle carceri italiane è duro e avventato perché carente di personale e di supporto adeguato, specialmente in questo periodo dove il virus si sta diffondendo  mietendo vittime e paura con conseguenti esplosioni di rabbia da parte dei detenuti che si ripercuotono ingiustamente  sul personale di custodia.

In assenza di un possibile distanziamento, si dovrebbe, a parer mio, effettuare i vaccini al personale di Polizia e ai detenuti , forse così si potrebbero evitare disagi e paure che altrimenti potrebbero sfociare in situazioni  dispotiche difficili da spiegare.

Ritornando al caro Alessandro pongo questo quesito, sarà possibile intervenire nell’immediatezza con l’istituzione di un vero sportello psicologico al servizio del personale  per controlli periodici e non sporadici al fine di prevenire, senza lo spauracchio del pregiudizio, funesti eventi.

“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”

(Dichiarazione universale dei diritti umani)

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