CORONAVIRUS: BENVENUTI (ECOITALIASOLIDALE) INTROVABILI NON SOLO A ROMA LE MASCHERINE A 50 CENTESIMI, MA PROSEGUIAMO A SOSTENERE CHE UNA CARENTE PROGRAMMAZIONE NELLA RACCOLTA POTREBBE CAUSARE UN GIGANTESCO DISASTRO AMBIENTALE

I cittadini illusi dall’assicurazione del Presidente Conte che aveva garantito il costo delle mascherine a 50 centesimi l’una, oggi di fatto hanno verificare nella Capitale,  ma non solo, l’inconsistenza di tale promessa.
Ci preoccupa non solo il prezzo, ma  la mascherina, l’oggetto  che ci sta proteggendo a livello globale  da un rischio sanitario potrebbe causare un gigantesco disastro ambientale se non vengono immediatamente programmate adeguate strategie di raccolta e smaltimento.

E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, green manager ed esperto nella gestione dei rifiuti.
Infatti se le mascherine una volta utilizzate vengono abbandonate in strada e non adeguatamente conferite si potrebbe causare un forte livello di inquinamento e gli effetti negativi purtroppo si stanno già osservando nel mare. In Italia ad esempio si ha notizia di numerose mascherine e di guanti raccolte nelle acque davanti al porto di Ancona dall’imbarcazione antinquinamento Pelikan. Le spiagge di Hong Kong e dell’isola di Soko sono  già sommerse di mascherine usate, ma purtroppo si possono notare anche  le prime mascherine abbandonate nelle strade e sui marciapiedi delle città italiane, Capitale compresa.
Ad oggi le mascherine debbono essere conferite nella raccolta Indifferenziata come da indicazione del ministero della salute, ma la loro carica virale imporrebbe uno smaltimento speciale, al pari dei rifiuti ospedalieri,  soprattutto per i rifiuti prodotti dai soggetti positivi che seguono il decorso presso la propria abitazione.
Essendo diventate obbligatorie si ipotizza un fabbisogno di circa 40 milioni di mascherine al giorno,  oltre un miliardo al mese, che producono anche 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. Gettare fuori da queste regole e abbandonare le mascherine in terra vuol dire lasciare in natura oggetti fortemente inquinanti, che potrebbero anche essere contagiosi, dispositivi  prodotti in polipropilene o altre materie plastiche e quindi mettendo a rischio ancor di più l’ambiente e i mari, la vita dei pesci e dei mammiferi negli oceani.
Chiediamo di rafforzare la comunicazione istituzionale facendo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini attraverso la programmazione  di campagne di informazione e sensibilizzazione per l’esatto conferimento dei presidi sanitari. Vi è altresì la necessità di prendere in considerazione la produzione nazionale, maggiormente controllabile per i materiali utilizzati e per la diminuzione dell’inquinamento complessivo collegato al trasporto, ipotizzando soluzioni come mascherine monouso di cotone e cellulosa interamente bio-compostabili, oltre a dettare   regole certe e uguali in ogni Regione circa  le varie modalità di smaltimento finale.
Inoltre proponiamo una raccolta apposita magari con contenitori simili a quelli utilizzati per la raccolta dei farmaci all’ingresso delle farmacie, da posizionare anche all’ingresso dei supermercati e centri commerciali.  Infine si potrebbe prevedere un accordo con le Farmacie per il ritiro diretto delle confezioni di mascherine usate, debitamente sigillate, che  potessero valere un rimborso o sconto rispetto alle nuove da acquistare.
Quindi oltre a pensare all’oggi, a proteggersi dal Covid-19, è bene iniziare già da ora a considerare ed evitare l’inquinamento che potremmo produrre nei mari e nell’ambiente con l’errato conferimento delle mascherine e per una mancanza di programmazione sulla raccolta e lo smaltimento.

ECOITALIASOLIDALE

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