Il reato di omicidio nautico diventa legge

Nell’ordinamento italiano, viste anche le tragedie avvenute questa estate, entra nell’ordinamento italiano.

Nel mancato rispetto delle norme previste sulla navigazione, chiunque guidi una imbarcazione provocando la morte di qualcuno, rischierà il carcere fino a 7 anni, accostandosi di fatto, a quello stradale. Nel testo, ovviamente, sono presenti delle aggravanti quali: l’uso di sostanze stupefacenti o l’aver commesso il fatto in stato di ebrezza o la mancanza di assicurazione dell’imbarcazione. La detenzione, però, può arrivare fino ad un massimo di 18 anni, nel caso in cui si provochi la morte di più persone e vede la pena dimezzata, nel caso in cui il decesso, non sia provocato esclusivamente per colpa del conducente. Se, invece, dopo         l’incidente il conducente dovesse scappare, c’è un aumento di un terzo o due terzi della pena. Previsto l’arresto in flagranza del reato o subito dopo l’attivazione dei soccorsi necessari. La proposta, ora diventata legge, ha ottenuto alla Camera 268 favorevoli ed un solo contrario. Il provvedimento, firmato dai senatori di Fratelli di Italia, Quintino Liris e Alfredo Balboni, passato prima sulla gazzetta Ufficiale e successivamente al Senato nel febbraio scorso, ormai, legge. Ricordati alla Camera, anche Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, uccisi da un motoscafo sul Lago di Gara, il 19 giugno 2021. “Un apprezzabile atto gi giustizia”, come affermato da Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil.

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