La Giustizia non dovrebbe essere un’utopia ma un Diritto Inviolabile

di Priscilla Rucco

Donato Monopoli, un ragazzo di Cerignola di appena 26 anni, quasi 2 anni fa, si è trovato con le persone
giuste (un gruppo di amici), nel posto sbagliato (una discoteca di Foggia). Come spesso accade, qualcuno ha
iniziato a litigare e il povero ragazzo, intervenuto come paciere, in difesa di un suo amico, viene
brutalmente aggredito e ridotto in fin di vita da 2 coetanei.Donato ha lottato per 7 mesi tra la vita e la
morte ma, alla fine è deceduto. Abbiamo deciso di intervistare il papà di Donato, Giuseppe Monopoli, per
sapere le ragioni di tale ferocia e come stia procedendo la situazione, dal punto di vista legale.


I ragazzi presenti alla serata in discoteca, gli amici di Donato, si sono fatti avanti a raccontare quanto è accaduto?
“Certamente sì, a seguito dell’interrogatorio da parte degli inquirenti (Carabinieri) che hanno seguito le
procedure di rito per conoscere l’accaduto. I ragazzi amici di Donato, come anche alcuni estranei ma
testimoni di ciò che è avvenuto quella sera, hanno poi in seguito dato il proprio contributo per la
ricostruzione dei fatti.”


I due ragazzi come si sono dichiarati? Cosa è successo loro?
“Subito dopo il fermo di quella sfortunata notte, da parte dei Carabinieri, i due ragazzi sono stati
semplicemente posti ai domiciliari per sei mesi e successivamente, con l’obbligo di firma presso la caserma e
ad oggi, in piena libertà e senza obblighi di natura detentiva o punitiva. Mi sembra ovvio che i due giovani
responsabili si dichiarino innocenti.”

Dopo due anni dalla scomparsa del povero Donato, a che punto siamo?
Dopo due anni, ad aprile 2020 si sono chiuse le indagini, con l’accusa di omicidio preterintenzionale
aggravato da futili motivi. Successivamente, una nuova perizia medico-legale ha stabilito che la causa della
morte di Donato non è riconducibile ad altro che al pestaggio subito dentro la discoteca. La consulenza
stabiliva che fosse smontato l’impianto accusatorio nei confronti dei medici che curavano Donato, per cui
hanno tentato in ogni modo di salvarlo! Ad oggi, non si hanno ancora notizie o date certe sull’inizio del processo; sono passati 22 mesi.”

Donato era un figlio, un fratello, un fidanzato ed un amico, aveva i suoi pregi e i suoi difetti (come tutti), poteva esserti simpatico o viceversa ma, prima di tutto, era un ragazzo di 26 anni che amava la vita e aveva il pieno diritto di viverla tutta. Era un ragazzo dolce e sorridente, pieno di sogni proprio come ogni giovane della sua età. Che messaggio volete trasmettere?
“Voglio spiegare o raccontare a tutti i genitori, quanto sia grande il dolore nel vedere un figlio che sai uscito di casa per una serata con gli amici, una serata di divertimento, ritrovarselo in un letto di Terapia intensiva, e subire un intervento di decompressione alla testa per le emorragie, e credetemi, non lo auguro a nessuno di vedere il proprio figlio ridotto in certe condizioni pur di salvargli la vita.
Donato ha lottato per altri sette mesi, ha subito altri interventi chirurgici ma, tutti i tentativi purtroppo non hanno portato risultati in quanto, il giorno 08/05/2019 Donato ci ha lasciati in un dolore enorme. Il nostro Donato non c’è più, non tornerà più indietro e lo sappiamo, lo sa un padre, una madre e due fratelli, gli amici e le amiche che hanno perso un riferimento di gioia e spensieratezza.”


Noi speriamo che il termine Giustizia, possa avere ancora una valenza per tutti coloro che subiscono soprusi e per tutti quelli che, come Donato e la sua famiglia, attendono risposte che, a distanza di 22 mesi ancora non sono arrivate. Sarebbe auspicabile che nel nostro paese, non ci fossero differenze di casi ma un unico dolore che accomuna tutti coloro che, nella vita, si sono visti strappare una persona cara senza avere
giustizia.

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