OSPEDALE SAN CAMILLO: NESSUN RUOLO SU SEPOLTURA DEI FETI, RESPONSABILITA’ DI EVENTUALE VIOLAZIONE DI PRIVACY SONO DI AMA

In merito alla vicenda umanamente dolorosa che ha visto una giovane donna denunciare la violazione della privacy per la sepoltura di un feto presso il Cimitero del Flaminio, la Direzione generale della Azienda Ospedaliera puntualizza quale l’iter previsto dalla norma, premettendo su tutto che l’Ospedale San Camillo nessuna funzione ne responsabilità ricopre sulla modalità di sepoltura del feto.

“Per quanto riguarda le azioni di norma che vengono effettuati negli ospedali e nelle aziende sanitarie in casi di feti con età gestionale compresa tra le 20/28 settimane  –  specifica la Direzione Generale –  la norma prevede che questi siano identificati con il nome della madre solo ai fini della redazione dei permessi di trasporto e sepoltura ai sensi dell’articolo 7 del DPR 10909, 1991 n 285, che unitamente al certificato medico legale della Asl vengono consegnati ad Ama all’atto della presa in carico dei feti.
Le successive attività relative al trasporto, alla gestione e seppellimento del feto sono di completa ed esclusiva competenza di AMA. Azienda ospedaliera ed Asl di competenza in alcun modo concorrono ad alcuna scelta in merito alle attività di seppellimento.
“Rimando sul caso specifico – aggiunge il Direttore generale Fabrizio d’Alba –, sottolineo che se problema di violazione vi è stato, questo non è riferibile alle attività dell’azienda ospedaliera e della ASL. L’Ospedale attraverso i suoi operatori – come ha testimoniato la stessa signora – è stata accogliente e comprensivo nei confronti del suo travagliato dramma interiore. Il problema di violazione della privacy è avvenuto all’interno del Cimitero Flaminio, e allargando il campo ritengo che siano proprio i cimiteri i luoghi dove sarebbe utile lavorare per attualizzare una normativa vecchia di trenta anni, che necessita di una modernizzazione capace di accogliere sensibilità  diverse da quelle all’epoca non c’erano”.  “Infine – conclude il Direttore –  sottolineo il punto che mi è più caro, ovvero  la difesa del lavoro della mia azienda riconosciuta anche dalla signora. Rigetto con forza ogni tentativo di strumentalizzare in riferimento all’applicazione della legge 194 che in nessun modo è collegata a quanto denunciato. Nessun uso strumentale può essere tollerato sul ruolo che svolge l’ospedale San Camillo, unica struttura di riferimento per tantissime donne che vengono accolte e supportate con una politica che va oltre la mera applicazione della legge”.

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