NaVì attiva con consegna a domicilio e servizio Take-Away

La pasticceria gelateria NaVì, nonostante la chiusura forzata, rimane a disposizione dei suoi fedelissimi clienti con il solito mix di qualità e prelibatezza dei prodotti.

Un menù vasto che prevede anche la possibilità di prenotazione di un qualsiasi dolce per compleanni e feste oltre a 26 gusti quotidiani di gelato; frutta di stagione e creme di ogni tipo, oltre alla crema pasticcera da sempre cavallo di battaglia di casa NaVì.
I prodotti a KM 0 e il grande assortimento rimangono il punto di forza della pasticceria, che non vede l’ora di riaprire in tutto e per tutto la sua attività.
“Ci mancano i nostri clienti e non vediamo l’ora di riaprire il locale, nel frattempo rimaniamo a disposizione come possiamo per regalare un momento di dolcezza a tutti i nostri clienti”
Queste le parole di Vienna Donnini che non vede l’ora di riprendere a pieno ritmo l’attività.

La pasticceria NaVì si trova a Pontnia (LT), Viale Italia 32
Per ordinazioni chiamare il numero: 3315087014- 3312023583
Instagram: navi_gelateriartigianale
Facebook: NaVì Gelateria Artiginale

“TEATRO POSSIBILE” Progetto e soluzioni per vivere i teatri e gli spazi culturali nel rispetto delle regole del distanziamento sociale

In spazi all’aperto: arte di strada e circo contemporaneo, festival estivi (teatro, concerti, danza), teatro itinerante a stazioni, commedia dell’arte, teatro in sezioni, musica nei cortili e tanto altro.

In spazi chiusi: teatro epistolare, microshow, spettacoli a puntate da realizzare in più giornate, spazi scenici rivoluzionati, drammaturgia ad hoc, teatri full time e tanto altro.

Il teatro senza “maschera” (e senza mascherina) è un “teatro possibile”. La ripartenza, pur se in sicurezza, non può mettere il bavaglio alle arti.
Èquanto ritiene e propone con il progetto “Teatro Possibile”, la Fed.It.Art. (Federazione Italiana Artisti), impegnata nella lotta per la sopravvivenza degli operatori e degli spazi culturali, dello spettacolo dal vivo e dei centri di formazione, e che recentemente ha partecipato al dibattito politico sulla riapertura dei centri culturali e la ripartenza dei teatri, inviando appelli e lettere aperte al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Giuseppe Conte, ai ministri Dario Franceschini e Roberto Gualtieri.
In attesa di disposizioni o almeno di indicazioni precise da parte del Governo su un cronoprogramma per la riapertura degli spettacoli dal vivo (di teatro, danza e concerti) all’aperto, delle sale teatrali al chiuso e dei centri di formazione artistica lancia – dopo uno attento e partecipato studio – un documento intitolato:  “Teatro Possibile”.
Nella premessa del documento si prendono in esame le indicazioni emerse dal verbale, reso pubblico, del Comitato Tecnico Scientifico ex O.O.C.D.P.C. segnalandone le criticità, tra le quali si evidenzia come non sia possibile obbligare attori, danzatori e musicisti a esibirsi con le mascherine; meglio sarebbe affidarsi a certificazioni di negatività al virus per chi sale sul palco.
Entrando nel vivo, il progetto “Teatro Possibile” propone una nutrita lista di idee per spettacoli performativi compatibili con la fase 2 del Covid-19, realizzabili sia all’aperto sia al chiuso e declinati per tipologie diverse di ambienti.
Per gli spettacoli all’aperto il documento propone tra l’altro: arte di strada e circo contemporaneo, festival estivi (teatro, concerti, danza), teatro itinerante a stazioni.

Per gli spazi al chiuso si propongono, tra le altre, diverse idee che – considerate le restrizioni per la presenza del pubblico – prevedono una programmazione con più spettacoli di durata non superiore a 60 minuti, ripetuti durante la stessa giornata; spazi scenici rivoluzionati; drammaturgia ad hoc; supporti tecnologici innovativi; microshow, spettacoli a puntate da realizzare in più giornate.
“Ma sia chiaro – precisa il presidente di Fed.It.Art, Gino Auriuso – “nessuno degli adattamenti delle nuove forme di spettacolo compatibili con il distanziamento sarà di per sé sostenibile solo dagli incassi. L’aiuto della mano pubblica, solitamente necessario, in questo caso diviene indispensabile. Adeguamenti, sanificazioni, perdita di posti a sedere (dal 60 al 70%) andranno sostenuti con finanziamenti adeguati”.

Di seguito alcune proposte del progetto “Teatro Possibile” in dettaglio.
 

Tra gli spettacoli da svolgersi in spazi all’aperto:

Festival di arte di strada e circo contemporaneo sembrano le attività che, in quanto libere dall’esigenza di specifici spazi scenici, potrebbero iniziare per prime. Oltretutto in queste forme di spettacolo spesso la collocazione del pubblico non è legata all’occupazione di un posto a sedere.
Anche per la “commedia dell’arte”, la cui tradizione è ancora viva in tante realtà, è possibile realizzare animazione e spettacoli in cui gli attori stessi sono naturalmente protetti da maschere e in grado di gestire lo spazio e le distanze, ad esempio muovendosi in aree delimitate. Potrebbe essere un curioso esperimento assistere a invenzioni in maschera, in cui per la prima volta nella storia, artisti e pubblico nascondono i propri volti dietro maschere sceniche e sanitarie.
Il teatro itinerante a stazioni, grazie alla riscoperta della struttura della Sacra Rappresentazione, applicata anche a una nuova drammaturgia. Rappresentazioni che seguano un percorso urbano, con addetti per salvaguardare le distanze durante gli spostamenti del pubblico.
E poi i festival all’aperto chehanno il vantaggio di potersi svolgere in ampi spazi all’aperto, con strutture progettate e montate ad hoc, il che può consentire una ridefinizione delle aree destinate allo spettacolo e agli spettatori, tenendo conto del distanziamento per artisti e pubblico e dei percorsi necessari a evitare gli assembramenti.
E ancora gli spettacoli sul ring, la cui riscopertapresa in esame per le manifestazioni estive si adegua bene alle regole del distanziamento sociale. Il palcoscenico sarebbe posizionato nella platea e ospiterebbe l’artista (musicista, attore, danzatore) che avrà il pubblico intorno debitamente distanziato a sé, distribuito in poche file ma in un’area che copre tutto il perimetro del cerchio.
Da non perdere il teatro in sezioni. Con apposita drammaturgia, contemporaneamente in più sezioni ognuna ospitante pochi spettatori spaziati, a fine pezzo ogni parte del pubblico si sposta alla sezione successiva in senso orario. Il pubblico potrà stare in piedi o seduto su sedie metalliche o in plastica, in modo da consentire un rapido passaggio tra uno step e l’altro.
E infine, tra le proposte di performance all’aperto, il progetto “Teatro Possibile”, propone anche spettacoli dal vivo e concerti nei cortili con pubblico distanziato e/o affacciato alle finestre, come già applicato in alcune città italiane.
 

Tra gli spettacoli da svolgersi in spazi chiusi:

Teatro epistolare, conal massimo due leggii più musicista e l’ausilio di supporti multimediali.
Miniperformance, a bassissimo impatto e costo, monologhi con attore in scena e altri virtuali, ripetibili più volte e alternati nelle varie serate.
Installazioni teatrali, con pubblico distanziato che segue un percorso durante il quale viene coinvolto via via da suggestioni multimediali e da interventi attorici.
Il ring (all’aperto o in spazi chiusi), modificando le sale ove possibile, in modo da portare gli interpreti al centro della sala. Questa struttura si adatta ottimamente a stilemi teatrali come il teatro di narrazione e ai concerti di musica classica.
E infine i teatri full time: le sale dovrebbero essere disponibili durante tutta la giornata, per assistere a spettacoli brevi, concerti di solisti, alternati da proiezioni in teatro di messe in scena storiche del teatro o nell’atrio, o in tutti gli spazi possibili. Costo dell’ingresso basso e variabile a seconda dell’offerta.
Il documento della Fed.It.Art. si conclude con il grido di dolore dei centri di formazione artistica (scuole di danza, di musica, di teatro) completamente assenti dal dibattito politico e dalle decisioni delle istituzioni.
Teatro Possibile” è stato scritto con la collaborazione degli affiliati Fed.It.art. presenti in tutte le regioni italiane e con altre associazioni e coordinamenti di settore: ANAP (Associazione Nazionale Arti Performative); CO.R.S.A. (Coordinamento Romano delle Scuole d’Arte); Forum Nazionale per l’Educazione Musicale.

ARRESTATO UN IMPRENDITORE PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA E REATI TRIBUTARI SEQUESTRATI BENI E DISPONIBILITA’ FINANZIARIE PER 3 MILIONI DI EURO

I militari della Guardia di Finanza di Bologna, in collaborazione con il Comando Provinciale di Foggia, hanno eseguito, su disposizione del GIP del locale Tribunale, Dott. Domenico Truppa, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di C.D., classe 1959, imprenditore residente in provincia di Foggia, in quanto ritenuto responsabile di bancarotta fraudolenta e di plurimi reati fiscali, in concorso con altre 4 persone denunciate a piede libero.
È stato altresì disposto il sequestro preventivo di n. 15 autovetture e somme fino all’ammontare di € 1.956.721, quale provento del reato di bancarotta, ed il sequestro preventivo per equivalente di beni immobili, mobili e disponibilità finanziarie fino all’ammontare di € 1.075.952, pari al valore delle somme sottratte al pagamento delle imposte.
Le indagini eseguite dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bologna, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bologna, nella persona del dott. Nicola Scalabrini, hanno consentito di far luce sulle vicende relative al fallimento di una società operante nel settore della compravendita di autovetture ed altri beni, affermata nella zona di Cerignola e la cui sede è stata successivamente trasferita a Bologna.

Gli approfondimenti condotti hanno permesso di delineare numerose condotte illecite poste in essere dal principale indagato che, nell’arco di circa cinque anni, si è reso responsabile non solo di reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e per operazioni dolose ma anche dei reati di natura tributaria di dichiarazione infedele, omessa presentazione di dichiarazioni fiscali e distruzione di documentazione contabile.
In particolare, le indagini hanno permesso di evidenziare l’esistenza di un preordinato progetto delittuoso consistente, in una prima fase, nel far “sparire” la società, spostandone la sede a Bologna, presso un indirizzo ove risultava sconosciuta e quindi irreperibile, e intestando le quote e le cariche a soggetti prestanome nullatenenti; successivamente, l’attività commerciale veniva proseguita in completa evasione di imposte (senza assolvere agli obblighi di registrazione, dichiarazione e versamento delle imposte) e ponendo in essere truffe a danno di ignari fornitori.
Questi ultimi, dopo il versamento di alcuni acconti, ricevevano in pagamento assegni postdatati privi di copertura e/o resi irregolari alla data dell’incasso in quanto, nel frattempo, era cambiato l’amministratore formale e quindi la persona autorizzata alla firma della traenza alla data apparente dell’assegno. L’irreperibilità della società e degli amministratori rendeva vano anche qualsiasi tentativo da parte dei creditori di poter far valere le proprie spettanze. 
Tali comportamenti facevano sorgere, di conseguenza, in capo all’impresa ingenti debiti a cui la stessa non riusciva a far fronte dal momento che i proventi derivanti dalla vendita dei beni aziendali (compresi quelli acquisiti in frode) venivano distratti dall’indagato dalle casse della società causandone inevitabilmente il fallimento.
Contestualmente alla misura cautelare e ai sequestri sono state eseguite numerose perquisizioni locali in provincia di Foggia, Venezia, Verona, Treviso, Rovigo e Cosenza.
In particolare, nel corso delle attività è stato, altresì, rintracciato a Treviso e tratto in arresto un soggetto indagato nell’ambito dell’operazione odierna, sul quale pendeva un Ordine di carcerazione per reati connessi al traffico di stupefacenti.
L’operazione odierna è espressione della particolare attenzione del Corpo nei confronti dei molteplici fenomeni in cui si dispiegano le illecite attività connesse ai reati fallimentari e testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale e a salvaguardia delle realtà aziendali.

ESTORSIONE E USURA ARRESTATO UN PREGIUDICATO DI OSTIA

I Finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo, dalle prime luci della alba, un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale capitolino nei confronti di un pregiudicato di Ostia, indagato per i reati di estorsione, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria e detenzione illegale di armi e munizioni.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo di lavoro reati gravi contro il patrimonio e stupefacenti, sono state avviate dalle Fiamme Gialle di Ostia a seguito di una denuncia presentata nell’aprile 2019 da due soggetti che, “soffocati” da ingenti debiti di gioco cui non riuscivano più a far fronte, erano rimasti vittime di un vero e proprio usuraio.
Non essendo riusciti ad ottenere prestiti da parenti e amici, i denuncianti erano stati costretti ad accettare le condizioni capestro imposte dall’indagato, che, facendo anche leva sul rapporto di amicizia che vantava di avere con la maggior parte di coloro che si rivolgevano a lui, si era proposto di concedere direttamente il denaro richiesto ma con l’applicazione di tassi di interesse mensili oscillanti tra il 20% e il 25%, corrispondenti a circa il 300% annuo.
Gli approfondimenti eseguiti dal 7° Nucleo Operativo Metropolitano hanno portato alla luce un sistema illecito perpetrato ai danni di diverse persone, le quali, versando in precarie condizioni economiche che non consentivano loro di accedere al credito legale, erano cadute nella “trappola” dell’usura ordita dall’indagato il quale si proponeva quale loro “ancora di salvezza”.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno fatto emergere la “professionalità” dell’usuraio, il quale agiva sempre con estrema prudenza, limitando al minimo le interlocuzioni telefoniche, dai toni per lo più pacati ed amicali, finalizzate ad organizzare gli incontri con i debitori, toni che poi diventavano decisamente più “pesanti”, fino a minacciare ritorsioni fisiche (“hai tempo fino alle ore 19,00, rivediamoci per quell’ora e ti avviso che se non hai i soldi ti sparo su una gamba”) allorquando le vittime erano impossibilitare a rispettare le scadenze dei pagamenti di capitali e interessi, tanto che una di esse, disperata, è improvvisamente fuggita all’estero.
Nel corso di una perquisizione effettuata nei confronti dell’indagato, i Finanzieri hanno rinvenuto e sequestrato un vero e proprio “libro mastro” in cui venivano annotate, con certosina precisione contabile, le somme prestate e le relative restituzioni, comprensive degli esosi interessi applicati, nonché somme di denaro per un importo pari a circa 140.000 euro, oggetti di valore, una pistola un fucile con rispettivi munizionamenti.
Il destinatario della misura è Giovanni GALLINARO (classe 1969), nei cui confronti il G.I.P. ha disposto anche il sequestro preventivo del denaro e di quanto rinvenuto in sede di perquisizione.
La Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Roma sono sempre in prima linea nella lotta all’estorsione e all’usura, odiose pratiche criminali finalizzate a ottenere ingenti guadagni sfruttando lo stato di bisogno di persone e imprese in gravi difficoltà economiche.

INTRODUZIONE CLANDESTINA DI TELEFONI CELLULARI E SOSTANZE STUPEFACENTI ALL’INTERNO DEL CARCERE ARRESTATO UN AVVOCATO E TRASFERITI 5 DETENUTI DEL REPARTO ALTA SICUREZZA

I finanzieri del Comando provinciale di Siracusa e la Polizia penitenziaria del Nucleo Investigativo Centrale stanno eseguendo in queste ore due misure cautelari personali, disposte dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un avvocato del foro del capoluogo aretuseo e di una donna residente in città.

Le due persone, in concorso tra loro, hanno consentito a un detenuto, ristretto presso il Reparto Alta Sicurezza del carcere “Cavadonna”, di approvvigionarsi, a più riprese, di sostanza stupefacente del tipo hashish.
Agli arresti domiciliari un avvocato di Avola di 67 anni mentre, nei confronti della donna, una trentenne compagna del detenuto, viene applicata la misura cautelare dell’obbligo di soggiorno.
Le investigazioni, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Siracusa e dal Nucleo Investigativo Regionale Polizia Penitenziaria di Palermo, coordinato dal Nucleo Investigativo Centrale Polizia Penitenziaria di Roma e sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, hanno portato alla luce un generale contesto illecito, nell’ambito del quale sono state accertate reiterate consegne di sostanze stupefacenti al detenuto. A questi, nel corso dei colloqui intercorsi in carcere, il proprio legale ha consegnato, per sua mano, diversi quantitativi di sostanza stupefacente, che veniva poi “condivisa” con altri “soggiornanti” sempre presso il Reparto Alta Sicurezza del carcere.
Le attività di polizia giudiziaria hanno disvelato anche i dettagli dell’approvvigionamento clandestino di droga. I congiunti del detenuto, la ex moglie e le figlie di primo letto, procuravano il “fumo” e lo consegnavano all’attuale compagna del recluso. Costei, una volta “confezionato” l’hashish, occultandolo in vasetti di crema per uso cosmetico, lo affidava al legale per il successivo recapito al suo assistito.
Dalle indagini è emerso poi che il detenuto, pur ristretto in carcere, ha illegalmente avuto in uso telefoni cellulari attraverso i quali periodicamente spiccava ai propri congiunti gli ordinativi di stupefacenti. Le attività di intercettazione delle utenze telefoniche in uso a queste persone, coniugate a ulteriori riscontri investigativi acquisiti sul campo, hanno consentito di ricostruire, nel periodo intercorrente tra la fine di novembre dello scorso anno e i primi giorni di febbraio del corrente anno, sei distinte consegne di sostanze psicotrope, eseguite dall’avvocato “in barba ai controlli” e in atteggiamento di complicità e di illecita intesa con tutti i soggetti coinvolti, con i quali egli avrebbe invece dovuto intrattenere rapporti esclusivamente professionali.
Durante il periodo d’indagine, a carico del detenuto sono stati eseguiti all’interno dell’istituto penitenziario due sequestri di stupefacenti: un primo sequestro, nel mese di dicembre, nel corso di un’attività di controllo d’istituto a carattere generale; un secondo sequestro, nello scorso mese di febbraio, a seguito di una perquisizione personale operata nei suoi confronti al termine di un colloquio con il difensore. Quest’ultima operazione era stata opportunamente finalizzata a riscontrare gli elementi probatori via via emergenti dalle complessive investigazioni condotte.
Altre penetranti attività di perquisizione, con l’ausilio di unità cinofile, sono tuttora in corso in città e in tutte le camere di pernottamento del Reparto “Alta Sicurezza” della Casa circondariale, nell’ottica di requisire le eventuali sostanze stupefacenti ancora ivi detenute e soprattutto di sequestrare i cellulari illecitamente introdotti, arrestando così qualsiasi possibilità di ulteriore illecito contatto telefonico con l’esterno.
Inoltre, alla luce del grave “sistema” scoperto all’interno del carcere di “Cavadonna”, è in corso il trasferimento presso altri istituti penitenziari di cinque soggetti detenuti presso il Reparto Alta Sicurezza.
Oltre all’avvocato arrestato e alla donna sottoposta all’obbligo di dimora, sono altresì indagati nell’ambito dell’illecito contesto altri 6 soggetti che si sono adoperati per l’approvvigionamento della droga. Con questi ultimi taluni carcerati hanno intrattenuto di nascosto conversazioni telefoniche attraverso i cellulari illecitamente introdotti nella struttura penitenziaria e nella loro costante disponibilità.
Agli indagati, a vario titolo ed in concorso, vengono contestati i reati di illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, ai sensi dell’art. 73 del D.P.R. 309/1990 – Testo Unico sugli stupefacenti.

DROGA E CORONAVIRUS COMMERCIANTE DI SAPONI “CAPOCORDATA” DI TRAFFICI DI COCAINA ALL’ISOLA D’ELBA 8 PERSONE AI DOMICILIARI

Malgrado l’emergenza sanitaria nazionale, la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza di Livorno sono intervenute oggi per stroncare un ingente traffico – con spaccio e consumo di droga sull’intero territorio dell’Isola d’Elba – che era stato organizzato da un commerciante di saponi. Affiancando cioè alla sua attività economica, autorizzata alla vendita nel periodo di restrizioni anti-Covid, un redditizio traffico di cocaina destinato ai consumatori elbani. Così aveva ritenuto illecitamente di incrementare i suoi profitti durante l’attuale crisi che ha colpito l’economia, anche quella isolana.

Nella mattinata odierna a operare sono state 27 Fiamme Gialle della Compagnia di Portoferraio (LI), coadiuvate da 4 cani anti-droga. Hanno dato esecuzione all’ordine impartito dalla Procura della Repubblica di Livorno a seguito dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale degli arresti domiciliari scattata a carico di otto persone ed emessa dal G.I.P. del Tribunale labronico (operazione “Soap & Drugs).
Investigazioni lunghe e complesse, iniziate nel gennaio 2019 e portate avanti con intercettazioni telefoniche e ambientali nonché con una serie di blitz effettuati sempre dalla GdF di Portoferraio, tra i quali l’arresto di un tassista elbano che era stato trovato in possesso, in una delle prime fasi delle indagini, di oltre 80 grammi di cocaina.
In base a quanto ricostruito, il “quartier generale” dei traffici illeciti, finalizzati allo spaccio e al consumo della droga, era proprio stabilito a Portoferraio, nell’ufficio direzionale dell’impresario (uno stanzino della saponeria) il quale, nonostante il suo impegno nel settore del commercio di detersivi, non si faceva scrupoli a frequentare pluripregiudicati.
Tra le persone arrestate spicca inoltre la figura di un componente di un’altra famiglia imprenditoriale elbana, amministratrice di uno degli hotel più prestigiosi del capoluogo.
Le ordinanze di custodia cautelare hanno colpito non soltanto il titolare, a Portoferraio, dell’attività di prodotti per la casa e per l’igiene, ma anche i suoi sette complici, sia sul territorio elbano, sia, un ottavo, il fornitore della droga, a Roma.
Nel corso delle indagini è stato appurato il traffico finalizzato allo spaccio e al consumo di più di 2 chilogrammi di cocaina per un valore di mercato pari a circa 200 mila euro e sono state identificate ulteriori 27 persone, 3 segnalate all’Autorità giudiziaria e allo stato indagate, e 24 a quella prefettizia per violazioni alla normativa antidroga.