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I cittadini illusi dall’assicurazione del Presidente Conte che aveva garantito il costo delle mascherine a 50 centesimi l’una, oggi di fatto hanno verificare nella Capitale, ma non solo, l’inconsistenza di tale promessa. Ci preoccupa non solo il prezzo, ma la mascherina, l’oggetto che ci sta proteggendo a livello globale da un rischio sanitario potrebbe causare un gigantesco disastro ambientale se non vengono immediatamente programmate adeguate strategie di raccolta e smaltimento.
E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, green manager ed esperto nella gestione dei rifiuti. Infatti se le mascherine una volta utilizzate vengono abbandonate in strada e non adeguatamente conferite si potrebbe causare un forte livello di inquinamento e gli effetti negativi purtroppo si stanno già osservando nel mare. In Italia ad esempio si ha notizia di numerose mascherine e di guanti raccolte nelle acque davanti al porto di Ancona dall’imbarcazione antinquinamento Pelikan. Le spiagge di Hong Kong e dell’isola di Soko sono già sommerse di mascherine usate, ma purtroppo si possono notare anche le prime mascherine abbandonate nelle strade e sui marciapiedi delle città italiane, Capitale compresa. Ad oggi le mascherine debbono essere conferite nella raccolta Indifferenziata come da indicazione del ministero della salute, ma la loro carica virale imporrebbe uno smaltimento speciale, al pari dei rifiuti ospedalieri, soprattutto per i rifiuti prodotti dai soggetti positivi che seguono il decorso presso la propria abitazione. Essendo diventate obbligatorie si ipotizza un fabbisogno di circa 40 milioni di mascherine al giorno, oltre un miliardo al mese, che producono anche 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. Gettare fuori da queste regole e abbandonare le mascherine in terra vuol dire lasciare in natura oggetti fortemente inquinanti, che potrebbero anche essere contagiosi, dispositivi prodotti in polipropilene o altre materie plastiche e quindi mettendo a rischio ancor di più l’ambiente e i mari, la vita dei pesci e dei mammiferi negli oceani. Chiediamo di rafforzare la comunicazione istituzionale facendo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini attraverso la programmazione di campagne di informazione e sensibilizzazione per l’esatto conferimento dei presidi sanitari. Vi è altresì la necessità di prendere in considerazione la produzione nazionale, maggiormente controllabile per i materiali utilizzati e per la diminuzione dell’inquinamento complessivo collegato al trasporto, ipotizzando soluzioni come mascherine monouso di cotone e cellulosa interamente bio-compostabili, oltre a dettare regole certe e uguali in ogni Regione circa le varie modalità di smaltimento finale. Inoltre proponiamo una raccolta apposita magari con contenitori simili a quelli utilizzati per la raccolta dei farmaci all’ingresso delle farmacie, da posizionare anche all’ingresso dei supermercati e centri commerciali. Infine si potrebbe prevedere un accordo con le Farmacie per il ritiro diretto delle confezioni di mascherine usate, debitamente sigillate, che potessero valere un rimborso o sconto rispetto alle nuove da acquistare. Quindi oltre a pensare all’oggi, a proteggersi dal Covid-19, è bene iniziare già da ora a considerare ed evitare l’inquinamento che potremmo produrre nei mari e nell’ambiente con l’errato conferimento delle mascherine e per una mancanza di programmazione sulla raccolta e lo smaltimento.
“Una delegazione di Fratelli d’Italia ha incontrato questa mattina, presso la sede della giunta, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. I rappresentanti di Fdi hanno ribadito al Governatore la necessità della convocazione urgente di un consiglio straordinario per affrontare le tematiche riguardanti le emergenze dovute al coronavirus, con particolare attenzione alla trasparenza sul caso mascherine e le politiche economiche da intraprendere a favore delle imprese del territorio che stanno attraversando una crisi senza precedenti.
Il Gruppo di FdI ha preso atto della disponibilità dimostrata dal presidente Zingaretti e auspica quanto prima la convocazione dell’Aula, considerando fin da ora inopportuna la riunione fissata per giovedì prossimo dove all’ordine del giorno è prevista solo la discussione sulle modifiche al regolamento del consiglio regionale che di fatto allungherebbe la “quarantena” del consiglio regionale e delle commissioni che da oltre due mesi si svolgono esclusivamente in via telematica”. E’ quanto dichiarano il capogruppo regionale di FdI, Fabrizio Ghera, e il coordinatore regionale di FdI, Paolo Trancassini.
Il Milano Ventilatore Meccanico (MVM), l’innovativo dispositivo per la respirazione assistita, nato in Italia e sviluppato in poco più di un mese da un’ampia collaborazione scientifica internazionale, ha ottenuto la certificazione di emergenza (EUA, Emergency Use Authorization) della FDA Food and Drug Administration, l’ente certificatore statunitense, e potrà quindi entrare nelle dotazioni degli ospedali dei Paesi che riconoscono la certificazione americana. MVM è stato appositamente ideato per essere facilmente e velocemente prodotto ovunque:è un dispositivo sicuro ed efficace, perché dotato di un sistema di controllo avanzato che consente le diverse modalità di ventilazione per agire efficacemente ma al contempo delicatamente sui polmoni, ed è caratterizzato da un progetto ad accesso libero, e un design meccanico semplice basato su componenti di facile reperibilità sul mercato, così da poter essere prodotto su larga scala, a costi contenuti e nei diversi Paesi. In Italia il progetto ha avuto fin da subito il supporto dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, delle Università di Milano-Bicocca, Milano Statale, Napoli Federico II, GSSI Gran Sasso Science Institute, degli istituti STIIMA e ISTP del CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche.
La rapida diffusione del CoViD-19 ha drammaticamente prospettato per molti dei Paesi colpiti dalla pandemia una possibile scarsità di ventilatori rispetto al numero di pazienti. Circa il 6% delle persone che contraggono il CoViD-19 sviluppa, infatti, complicanze polmonari molto gravi, che richiedono l’impiego di un ventilatore che pompi l’ossigeno nei polmoni ed espella l’anidride carbonica quando viene rilasciata l’aria. “Quando, fin dalle prime fasi del diffondersi della pandemia nel nostro Paese, è stato chiaro che molti pazienti avrebbero avuto bisogno di assistenza respiratoria, – spiega l’ideatore del progetto Cristiano Galbiati, di GSSI, INFN e Università di Princeton – abbiamo subito deciso di mettere a disposizione le nostre competenze e la nostra capacità di operare in collaborazione per produrre un nuovo ventilatore che potesse contribuire a fronteggiare la crisi”. “MVM rappresenta un caso paradigmatico: da un lato mostra il ruolo fondamentale e il grande impatto che la ricerca di base, con la sua capacità di conoscenza e di innovazione tecnologica, ha sulla società, e dall’altro evidenzia l’importanza della collaborazione internazionale e multidisciplinare per affrontare le grandi sfide dei nostri tempi. La certificazione EUA della FDA è un traguardo importante e per tutti noi una grande soddisfazione: il nostro Milano Ventilatore Meccanico diventa da progetto una realtà, che speriamo possa contribuire a salvare molte vite”, conclude Galbiati.
Come è nato e si è sviluppato il progetto MVM
Il progetto MVM è nato su idea e iniziativa di alcuni scienziati impegnati in attività di ricerca sulla materia oscura, una componente invisibile del nostro universo, con esperimenti ai Laboratori del Gran Sasso dell’INFN, e in laboratori canadesi. La realizzazione dei sofisticati apparati sperimentali per la ricerca in fisica fondamentale ha consentito, infatti, lo sviluppo di specifiche competenze in materia di sistemi di controllo complessi e per la gestione dei gas, analoghi a quelli impiegati nei ventilatori polmonari. Così gli scienziati hanno pensato di impiegare queste loro competenze per realizzare un nuovo dispositivo meccanico per la respirazione assistita, e hanno avviato lo sviluppo di un primo prototipo di ventilatore presso il centro di assistenza tecnica per respiratori dell’azienda SAPIO Life di Vaprio d’Adda, vicino a Bergamo, in collaborazione diretta e continua con il Dipartimento di Fisica dell’Università Statale di Milano. Ma portare il ventilatore MVM fino ai pazienti richiede ovviamente una collaborazione che non si ferma all’ambito della fisica delle particelle. Al progetto collaborano quindi anche scienziati con competenze specifiche, clinici e operatori sanitari, e imprese con capofila Elemaster, che ha coordinato la partecipazione delle altre aziende Nuclear Instruments, AZ Pneumatica, Saturn Magnetic, Bel Power Europe e Camozzi. Lo sviluppo del dispositivo in regime di restrizioni della mobilità delle persone ha richiesto la costituzione di un gruppo sperimentale in Lombardia che ha lavorato a tappe forzate, Pasqua compresa. Elemaster ha messo a disposizione il suo laboratorio per lo sviluppo delle prime unità e ha creato l’intera parte elettronica del ventilatore, dal circuito stampato, prodotto dalla propria divisione, all’assemblaggio completo, realizzato grazie al contributo di tutte le altre aziende coinvolte. Dopo collaudi accurati e processi di qualifica della performance del primo prototipo con simulatori di respirazione condotti con il Dipartimento di Medicina dell’Università di Milano-Bicocca presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, è stato possibile realizzare in poche settimane il primo prototipo industrializzato che ha dimostrato la correttezza e la fattibilità del design concettuale. Il progetto MVM conta sin da marzo sul sostegno e sul contributo del CNR e in seguito anche sul contributo delle altre Università lombarde di Milano, Bergamo, di Brescia, di Pavia, dell’Insubria. Collaborano, inoltre, per escludere l’emissione di sostanze nocive durante il funzionamento del ventilatore e per ottenerne l’approvazione dagli enti certificatori, ricercatori del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa e dell’IFC del CNR, supportati dal personale della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio, e della ditta SRA Instruments.
Mentre, per le procedure di verifica e certificazione sono stati coinvolte le Istituzioni competenti in Italia, e all’estero la FDA Food and Drug Administration, la US Air Force e Health Canada. La responsabilità primaria della presentazione del progetto alla FDA per la sua certificazione è stata assunta da Elemaster, tramite il suo International Design Center.
“Abbiamo risposto con entusiasmo alla proposta di collaborazione ricevuta dalla comunità scientifica internazionale”, racconta Gabriele Cogliati, presidente e CEO di Elemaster Tecnologie Elettroniche. “Elemaster ha messo a disposizione a tempo pieno un team di oltre 40 specialisti dedicati al project management, al design, all’ingegnerizzazione e alla gestione dei processi tecnologici, allo sviluppo e alla produzione dei circuiti stampati, con il compito di sviluppare, industrializzare e realizzare in tempo record i primi prototipi di MVM, coordinando anche le altre imprese coinvolte”. “Questo prodotto risponde a tutti i requisiti e alle normative internazionali del progetto, frutto del contributo della comunità scientifica internazionale, e ha una portata rivoluzionaria proprio in virtù della sua semplicità e facilità d’uso, che lo rende replicabile in tutti i paesi del mondo”.
Anche a livello internazionale la collaborazione MVM è cresciuta rapidamente, includendo in Canada CNL, TRIUMF, SNOLAB e Mc Donald Institute, sotto la guida del Premio Nobel per la Fisica Art McDonald della Queen’s University, e negli Stati Uniti scienziati del Fermilab, del Laboratorio di Fisica del Plasma di Princeton e di varie Università. Mentre a livello europeo, si sono uniti al progetto ricercatori dell’Istituto IN2P3 del CNRS francese, del laboratorio spagnolo CIEMAT e del Centro Nazionale per la Ricerca Nucleare polacco e di diversi altri Istituti e Università.
“Abbiamo partecipato con grande motivazione allo sviluppo del progetto MVM”, commenta il premio Nobel per la Fisica Arthur McDonald. “Personalmente è stata un’esperienza straordinaria collaborare in un team internazionale che copre una così vasta gamma di competenze, lavorando duramente per contribuire a salvare vite umane in questi tempi difficili. Tutti sono felici quando i loro talenti possono fare la differenza, questo è un bellissimo esempio di vero spirito umanitario”, conclude McDonald.
Design e prospettive del progetto
Il ventilatore MVM trae ispirazione dal ventilatore sviluppato da Roger Manley nel 1961, basato sul principio della “possibilità di utilizzare la pressione dei gas emessi dall’apparecchio da anestesia come forza motrice per un semplice apparecchio per ventilazione polmonare nei pazienti in sala operatoria”. Progettato per ottenere un ventilatore che fosse il più semplice possibile, MVM è costituito da elettrovalvole pneumatiche e non da commutatori meccanici, integrando le caratteristiche avanzate proposte dagli anestesiologi che partecipano al progetto, operanti nelle corsie degli ospedali della Lombardia. Il suo disegno modulare si presta allo scambio di componenti in base alla disponibilità nelle diverse parti del mondo. Il disegno del ventilatore è ad accesso libero, il progetto finale sarà pubblicato su arXiv.org e sarà concesso in licenza ai sensi del CERN OHL v2.0 dalla Fondazione Aria.
I membri della Collaborazione internazionale MVM hanno intrapreso il progetto attingendo alle proprie risorse e hanno attivato una campagna di crowdfunding.
I CONTRIBUTI DELLE ISTITUZIONI ITALIANE
L’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha coordinato lo sviluppo dell’elettronica, con Eugenio Scapparone, dirigente di ricerca INFN, con il contributo di varie Sezioni, del Centro Nazionale di Calcolo CNAF e dei LNGS. In pochi giorni i ricercatori INFN hanno progettato il prototipo della scheda che ospita il microcontrollore e gestisce le elettrovalvole, i sensori di pressione e di ossigeno. Le competenze informatiche disponibili nell’INFN hanno reso inoltre possibile la realizzazione della Graphic User Interface (GUI) che permette di visualizzare su un display LCD i parametri vitali del paziente e consente al personale medico di impostare i parametri di funzionamento del ventilatore.
Il GSSI – Gran Sasso Science Institute è una scuola di dottorato e centro di ricerca internazionale con sede a L’Aquila. Partecipa al progetto MVM sin dalla prima fase di ideazione con Cristiano Galbiati, professore ordinario di Fisica del GSSI, promotore e capofila dell’iniziativa, e del Prof. Fernando Ferroni, prorettore con delega alla Terza Missione e ordinario di Fisica, facilitatore delle azioni di networking e comunicazione con la comunità scientifica a livello internazionale; del GSSI collabora al progetto MVM anche Chiara Badia, per gli aspetti di dissemination e media.
Il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche partecipa al progetto facendo leva e valorizzando la natura multi e interdisciplinare tipica dell’Ente. Sono infatti coinvolti fisici e ingegneri provenienti dall’Istituto per la scienza e la tecnologia dei plasmi (ISTP) e dall’Istituto di sistemi e tecnologie industriali intelligenti per il manifatturiero avanzato (STIIMA). L’attività dei ricercatori CNR – coordinati dai Primi Ricercatori Marco Tardocchi e Giacomo Bianchi – riguarda principalmente l’ottimizzazione del circuito e dell’attuazione fluidica (valvole e regolatori), i sensori (di flusso, di pressione), il controllo intelligente e il supporto alla validazione clinica. Alcuni ricercatori hanno lavorato alla fase di caratterizzazione del prototipo, in sinergia con colleghi e dottorandi dell’Università di Milano-Bicocca e dell’INFN. Sono stati effettuati lunghi turni di test e misura presso l’azienda Elemaster di Lomagna, capofila del gruppo di aziende coinvolte, e presso l’Ospedale San Gerardo di Monza. Infine, è stato dato un forte contributo all’identificazione delle componenti fondamentali del sistema, quali valvole pneumatiche e sensori, rivestendo il ruolo fondamentale di interfaccia tra il mondo della Ricerca e le aziende coinvolte, a livello nazionale e internazionale.
L’Università degli Studi di Milano-Bicocca è coinvolta in MVM con contributi dai Dipartimenti di Fisica, di Scienze dell’Ambiente e della Terra e di Medicina, coordinati dal Prof. Giuseppe Gorini. Fin dall’inizio del progetto è stato chiaro che lo sviluppo sperimentale del dispositivo richiedeva l’impegno di persone esperte presenti nel territorio lombardo. Milano–Bicocca ha fatto la sua parte, coinvolgendo i propri ricercatori e dottorandi ma anche imprese ed enti di ricerca con i quali esiste un forte rapporto di collaborazione e amicizia. Un ruolo speciale nel progetto hanno i medici di anestesiologia che, sotto la guida del Prof. Giuseppe Foti, presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, hanno messo a disposizione le loro competenze sulla ventilazione polmonare in generale e, in particolare, l’esperienza clinica con i malati di COVID-19 per definire e testare le caratteristiche del dispositivo al fine della cura ottimale dei pazienti.
L’Università degli Studi di Milano La Statale è stata coinvolta fin dall’inizio in MVM con contributi provenienti dagli anestesiologi del Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti e dai fisici del Dipartimento di Fisica “Aldo Pontremoli”, sotto la coordinazione del Prof. Francesco Ragusa. Nelle fasi iniziali del progetto il contributo si è indirizzato alla realizzazione di parti meccaniche per il primo prototipo. Attualmente sono coinvolti ricercatori che contribuiscono alla realizzazione dell’interfaccia utente del dispositivo, utilizzando, in particolare, tecniche di programmazione che consentano una efficace descrizione del processo di sviluppo dei programmi avendo come obiettivo la certificazione del software di controllo. L’accurata descrizione del processo di sviluppo è essenziale ai fini della procedura di certificazione del prodotto finale per il suo impiego in ambito sanitario. I ricercatori sono anche coinvolti nella preparazione della documentazione del ventilatore meccanico, sia per quello che riguarda le istruzioni necessarie all’operatore sanitario per l’utilizzo dell’apparato, sia per quello che riguarda la sua messa in opera, manutenzione e calibrazione.
L’Università degli Studi di Bergamo nel cuore di uno dei territori più colpiti dalla pandemia, partecipa con un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione mettendo a disposizione del progetto diverse competenze ingegneristiche per realizzare e sperimentare una soluzione tecnologica ad alto impatto sociale con l’obbiettivo di contribuire a dare una risposta in tempi rapidi per affrontare non solo la pandemia attuale ma anche quelle future.
L’Università degli Studi di Napoli Federico II è tra i proponenti del progetto MVM con Giuliana Fiorillo, professore ordinario al Dipartimento di Fisica ‘Ettore Pancini’, membro del gruppo di coordinamento internazionale che mantiene i contatti con tutti coloro che vogliono offrire contributi, e con i ricercatori/aziende di Paesi terzi che vogliono replicare il progetto. Sotto la sua direzione, un gruppo di ricercatori universitari e dell’INFN è al lavoro su uno dei primi prototipi del ventilatore per effettuare i test di validazione necessari alla certificazione.
L’Università di Pisa partecipa al progetto MVM con Fabio Di Francesco, professore associato al Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, che coordina le attività di Tommaso Lomonaco e Denise Biagini. Collabora con loro Pietro Salvo, ricercatore dell’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR. Le attività del gruppo sono rivolte a verificare l’assenza di rilascio di composti potenzialmente nocivi dai materiali e componenti utilizzati per la costruzione del ventilatore.
Questa mattina, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli Nord, I finanzieri della Compagnia di Formia (LT) hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare (di cui 2 agli arresti domiciliari e 3 con l’obbligo di dimora), emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di 5 persone, rispettivamente di anni 53, 48, 38, 60 e 67 residenti a Formia (LT), S. Marcellino (CE), Carinaro (CE), Casoria (NA) e Minturno (LT) per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati finanziari – utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di documenti contabili.
L’indagine iniziata nel 2018, ha consentito di raccogliere gravi indizi circa l’esistenza di una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di frodi carosello e molteplici reati tributari, nonché al successivo riciclaggio dei proventi illeciti generati. Secondo quanto emerso nel corso delle investigazioni, svolte attraverso l’analisi dei flussi finanziari riconducibili agli indagati ed alle società a loro riferibili, le intercettazioni telefoniche ed i servizi di osservazione, il sistema di frode era stato predisposto da un imprenditore di San Marcellino (CE) coadiuvato da altro soggetto di Formia (LT) e da numerosi prestanome. In particolare, la frode carosello risultava così strutturata: gli indagati acquistavamo pneumatici all’estero ( in Belgio ed Olanda) in regime di sospensione dell’IVA da società italiane rivelatesi vere e proprie cartiere, tutte riconducibili a prestanome compiacenti, e successivamente rivendevano i prodotti sul mercato nazionale con l’applicazione dell’IVA che, non venendo versata a monte, diveniva profitto illecito della frode fiscale. Nel corso dell’operazione sono stati altresì sottoposti a sequestro denaro, beni mobili e immobili, riconducibili a diverse società operanti nel settore del commercio di pneumatici, tra il basso Lazio e la Campania, per un ammontare complessivo di oltre 8 milioni di euro. L’operazione, eseguita nelle provincie di Latina, Caserta e Trapani, conferma la massima attenzione della Procura della Repubblica di Napoli Nord e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina nel contrasto della criminalità economica che mina il corretto andamento dei mercati a discapito delle imprese che operano nella legalità.
In data odierna, Ufficiali di PG in servizio presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, hanno dato esecuzione ad una ordinanza cautelare emessa dal GIP presso il Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura della Repubblica di Salerno, nei confronti di 69 indagati (39 arresti domiciliari, 21 divieti di dimora, 9 misure interdittive dall’esercizio della professione, pubblico ufficio e pubblico servizio), di cui all’allegato elenco, in particolare il provvedimento cautelare è stato emesso nei confronti di 17 funzionari doganali, 6 funzionari sanitari, 22 spedizionieri doganali, 10 operatori portuali, 2 avvocati, 1 dipendente amministrativo in servizio presso la Procura della Repubblica di Salerno, 1 militare della Guardia di Finanza, 10 soggetti privati.
Ai predetti risultano contestati, a diverso titolo, i reati di contrabbando di TLE, peculato, corruzione, traffico internazionale di rifiuti e ricettazione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto di ufficio, falso in atto pubblico, traffico di influenze illecite, favoreggiamento personale, commessi tutti nell’area portuale salernitana. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Salerno, hanno inizialmente avuto origine da una segnalazione dell’OLAF – Ufficio europeo antifrode – relativa ad un sospetto contrabbando di tabacco per narghilè, in transito per il porto di Salerno, apparentemente destinato in Marocco. Gli accertamenti investigativi disposti, consistenti in attività di intercettazione telefonica e ambientali audio/video all’interno degli uffici doganali, hanno consentito di accertare come il transito, riguardante oltre 5 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, solo apparentemente era giunto negli spazi doganali per la successiva esportazione in quanto, con il coinvolgimento di funzionari doganali, era stato fittiziamente registrato in uscita – cd allibramento – dall’Ufficio doganale di Salerno laddove era stato immesso illecitamente sul mercato con un’evasione dei diritti doganali stimata in oltre un milione e duecentomila euro. I successivi approfondimenti investigativi consentivano di accertare gravi indizi di colpevolezza nei confronti del Direttore ad interim e del Vicedirettore dell’Ufficio delle Dogane di Salerno i quali, unitamente ad altri funzionari doganali, ponevano in essere condotte omissive per eludere le investigazioni dirette ad accertare i potenziali responsabili delle fittizie registrazioni doganali. Sono emersi altresì accordi corruttivi finalizzati alla predisposizione di controlli fittizi sulle merci sottoposte a verifica, sia dal punto di vista amministrativo che da quello sanitario essendo emersa la corresponsione di somme di danaro ovvero altre utilità a funzionari compiacenti che omettevano di svolgere i loro compiti istituzionali. Inoltre plurime azioni predatorie commesse su merci allocate in container, da sottoporre a controllo doganale, venivano documentate grazie alle immagini estrapolate dalle telecamere istallate all’interno della sala verifiche, emergendo un sistema di illegalità diffusa in quanto venivano acquisiti elementi indiziari per circa 53 episodi di illecita appropriazione di merci e di generi di consumo commessi, in un brevissimo arco temporale, da funzionari doganali, personale fitosanitario, spedizionieri, ausiliari doganalisti e dipendenti della società di facchinaggio ai quali è stato contestato il reato di peculato stante la realizzazione delle condotte in concorso con i funzionari doganali durante le attività di verifica doganale. Nella ricostruzione delle sistematiche irregolarità, determinante si è rivelato il contributo della Direzione Centrale Antifrode e Controllo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Roma, che ha partecipato all’esecuzione della misura nei soli confronti dei propri dipendenti e che ha contribuito al riscontro delle ipotesi accusatorie emergenti dalle indagini in corso consentendo, in tal modo, di confermare la puntuale disapplicazione, nel porto di Salerno, della regolamentazione interna delle attività ispettive doganali. Nel corso delle operazioni veniva altresi accertato un traffico internazionale di rifiuti per condotte riconducibili a 2 spedizionieri doganali ed a 7 soggetti di etnia africana interessati alle spedizioni con conseguente sequestro di oltre 60 tonnellate di rifiuti, speciali e non, nonché di oltre 1000 pannelli fotovoltaici e di circa 1000 accumulatori di energia elettrica di provenienza furtiva stivati in container destinati al continente africano. Sono emersi, inoltre, gravi indizi di colpevolezza nei confronti di due avvocati del foro di Salerno e di un dipendente del Ministero della Giustizia per illecito accesso ai sistemi informatici e divulgazione di dati riservati afferenti il procedimento penale per acquisire informazioni non autorizzate nell’interesse dei funzionari doganali che temevano di essere convolti nelle indagini in corso. Ulteriore condotta illecita è stata contestata ad un militare della Guardia di Finanza che, in concorso con un funzionario doganale, risulta aver attestato fittiziamente il rientro di merci temporaneamente esportate, in realtà mai transitate nel porto di Salerno.
CUSTODIA CAUTEARE AI DOMICILIARI (N. 39)
AMMENDOLA Eugenio (Funzionario doganale) ANGRISANI Pasquale (Funzionario doganale) ANNUNZIATA Luigi (Fitosanitario) BEVILACQUA Davide (dipendente SCT) CRESCENZO Orazio (Funzionario doganale) DI AGOSTINO Saverio (Usmaf) FIORILLO Antonio (Fitosanitario) GAMBARDELLA Andrea (Funzionario doganale) GIORDANO Alfonso (Funzionario doganale) GIORDANO Pasquale (Funzionario doganale già capo Area verifiche e Contr.) GRANATO Emiliano (Funzionario doganale capo Servizio Vigilanza Antifrode) GRIMALDI Luigi (Funzionario doganale) IEROMAZZO Marco (Ausiliario doganalista) LA TORRE Claudio (Funzionario doganale) LA TORRE Gianfranco (Funzionario doganale) MATTERA Daniela (Funzionario doganale) MORRONE Giovanni (Usmaf) SANTORELLI Rita (Usmaf) SOLLAZZO Sergio (Funzionario doganale) STELLA Giuseppe (Fitosanitario) ESPOSITO Carmine (dipendente Socofasa) DI MAURO Vincenzo (Rapp. legale IASA srl) IACOMINO Giovanni (Spedizioniere) IACOMINO Raffaele (Ausiliario doganalista) BELLOSGUARDO Emidio (Spedizioniere) BISOGNO Antonio (Spedizioniere) CARAVANO Salvatore (Spedizioniere) DEL PEZZO Luigi (Spedizioniere) FAUSTO Ciro (Ausiliario doganalista) GRILLO Vincenzo (Spedizioniere) SGUAZZO Antonio (Spedizioniere) VECE Alfonso (Spedizioniere) BANCE Abdoulaye (privato) BAZIE Narcisse (privato) CISSE Faysal (privato) KAGAMBEGA Wendyam Fulbert (privato) OKIA Loukou Daniel (privato) SALBRE Wahabou (privato) SAMBARE Adama (privato) TOT. 12 Funzionari Doganali
DIVIETO DI DIMORA NEL COMUNE DI SALERNO (N. 21)
AVAGLIANO Andrea (dipendente Socofasa) BOTTIGLIERO Claudio (Spedizioniere) DE ROSA Giampaolo (Spedizioniere) DE ROSA Giovanni (dipendente Socofasa) GRANOZZI Antonio (Spedizioniere) GRILLO Alfredo (dipendente Socofasa) GRIMALDI Massimo (dipendente SCT) IRPINO Raffaele (Spedizioniere) PACILEO Antonio (Spedizioniere) PARADISO Vincenzo (Spedizioniere) LUONGO Michele (dipendente SCT) MARCHETTA Alessandro (Spedizioniere) MARRESE Marco (Spedizioniere) PAGANO Barbara (privato) PEPE Daniele (Spedizioniere) RICCIO Guido (dipendente Socofasa) RUOCCO Paolo (dipendente lasa srl) SAVELLI Ernesto (Spedizioniere) STABILE Aniello (dipendente SCT) VERACE Mario Aniello (Spedizioniere) VITIELLO Angelo (dipendente SCT) TOT. O Funzionari Doganali
MISURE INTERDITTIVE (N. 9) Sospensione pubblico servizio mesi 10 DEL GAUDIO Aniello (impiegato presso la Procura ) AGULLI Maurizio (Brig. GdF in servizio al Porto) Sospensione pubblico ufficio mesi 10 FASOLINO Stefano (già Direttore ad interim Dogana Salerno) PESSOLANO Felice (già Funzionario delegato, vice direttore Dogana Salerno) ROMANO Assunta (Funzionario doganale) GUERRA Carmine (Funzionario doganale) NARDI Andrea (Funzionario doganale)
Sospensione della professione mesi 10 MARTELLO Marco (Avvocato) sospensione professione avvocato mesi 10 CORBISIERO Maddalena (Avvocato) sospensione professione avvocato mesi 10 TOT. 5 Funzionari Doganali
“Uno dei comparti chiave del nostro Paese che sta vivendo maggiormente gli effetti della emergenza Coronavirus è purtroppo il settore aereo. E, in particolare, Alitalia che già da tempo sta attraversando una crisi economica e finanziaria profonda che si ripercuote direttamente sul destino dei lavoratori, tra licenziamenti e cassa integrazione.
A loro Assotutela rivolge vicinanza e solidarietà in questo momento difficile e delicato. Così come giudica fuori luogo e illogica la decisione dei vertici aziendali di sospendere i voli per New York, tratta storicamente fondamentale per Alitalia. Vorremmo capire le ragioni vere di tale scelta mentre chiediamo al governo nazionale precise garanzie sul futuro della compagnia. Si parla di nazionalizzazione e NewCo, si parla di 8 società attenzionate in seguito all’espletamento della manifestazione di interesse per l’acquisto di Alitalia. Ma le certezze per i dipendenti sono ormai ridotte al lumicino. Tutto questo è inaccettabile”. Così, in una nota, il capo dello staff legale della associazione Assotutela, l’avvocato Massimo Baldi.
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