Se ne stava lì, Antonio Battista. Con la sua barba incolta, le mani tremolanti, la voce fioca come il respiro di chi ha l’anima logorata. Lo chiamavano il “Mago di Arcella” — e lo era …
“PRISMA MASSAGGIO ITINERANTE”: DALLA PUGLIA A ROMA E OLTRE, IL BENESSERE DIVENTA DELIVERY In un’Italia sempre più digitalizzata e frenetica, dove il tempo è diventato la risorsa più preziosa, c’è chi ha saputo trasformare un …
Venerdì 9 maggio, alle ore 18:00, presso il Circolo Magistrati della Corte dei Conti (Roma, Via del Foro Italico 430), le “Edizioni del Roveto” presentano, in anteprima, il libro “I coperchi del diavolo su Aldo …
A Napoli il Forum delle Comunità Attive e delle Reti Solidali In Fondazione Banco di Napoli due giornate di welfare rigenerativo Il 13 e 14 maggio Napoli diventa il cuore pulsante del dialogo sociale e …
“Ormai da oltre due mesi Via degli Angeli risulta chiusa al passaggio, con gravissimi disagi per residenti e attività commerciali della zona – dichiarano Michel Emi Maritato, presidente di Assotutela, e Alessio Grossi, coordinatore del …
“Apprendiamo della iniziativa lanciata dalla sindaca Raggi e chiamata #RomaRiapre, con cui si chiede a cittadini, imprenditori e aziende un contributo per finanziare la riapertura di piccole imprese e negozi della Capitale.
Una iniziativa sulla carta lodevole ma che conferma un modus operandi che non ci convince: la prima cittadina chiede sempre aiuto ad altri per aiutare i cittadini quando dovrebbe essere lei la prima a dover mettere in campo finanziamenti e investimenti a sostegno della popolazione e delle imprese, sopratutto in questo momento di grande emergenza. Quanti fondi ha messo in campo il Campidoglio? Come saranno investiti nello specifico? Quanti milioni sono in arrivato da Stato e altri enti? Quindi bene la solidarietà, ma il sindaco Raggi deve dare il buon esempio e poi pretendere dagli altri qualcosa”. Così, in una nota, il presidente della associazione Assotutela, Michel Emi Maritato.
Prosegue l’attività dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, mirata al rispetto delle misure per il contenimento dell’epidemia Coronavirus e il contrasto alle frodi in ordine alla vendita di DPI (dispositivi di protezione individuale).
I Finanzieri della Compagnia di Catania, grazie alle sinergie info-investigative tra Comandi del Corpo, hanno coordinato e portato a termine un’operazione conclusasi con il sequestro di oltre 1.500 flaconi di gel detergente recanti etichette con diciture ingannevoli, poiché venduti come disinfettante per mani, in assenza delle specifiche autorizzazioni alla commercializzazione da parte del Ministero della Salute o della Commissione Europea. In particolare, le Fiamme Gialle catanesi hanno individuato un commerciante all’ingrosso di prodotti chimici per l’industria, operante nell’hinterland catanese, che deteneva presso il proprio magazzino, pronte per la spedizione, numerose confezioni di gel detergente riportanti la dicitura “disinfettante”, ma in realtà sprovviste delle specifiche autorizzazioni. L’imprenditore è stato altresì trovato in possesso della materia prima e degli imballaggi necessari al confezionamento del gel in flaconi. Dall’esame dei documenti fiscali già emessi, i militari hanno ricostruito la filiera commerciale complessiva di circa 5.000 articoli, attraverso l’individuazione di clienti, costituiti principalmente da farmacie ed erboristerie, ubicati in varie provincie siciliane e in Sardegna. La successiva attività investigativa, eseguita anche mediante l’ausilio di altri Reparti del Corpo competenti per territorio, ha permesso di procedere al sequestro penale di tutte le confezioni di gel detergente poste in vendita. Il titolare dell’attività commerciale all’ingrosso e i responsabili delle rivendite al dettaglio sono stati segnalati alle rispettive Procure della Repubblica per il reato di frode nell’esercizio del commercio.
È bastato un sito particolarmente accattivante associato ad un prezzo imbattibile ed in pochi giorni sono piovuti sui suoi conti correnti centinaia di bonifici per decine di migliaia di Euro, ma delle mascherine nessuna traccia. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino nel corso di un’operazione che ha portato alla denuncia di un imprenditore vercellese, commerciante nel settore del bestiame. “Mascherine di ogni tipo, FFP1, FFP2, FFP3, chirurgiche, termometri e prodotti igienizzanti in quantitativi ingenti, con la promessa di consegnare il materiale entro 10 giorni; non mancavano neanche le offerte: per ordini di minimo 500.000 pezzi il prezzo scendeva a 0,90 centesimi cadauna. In un attimo oltre 200 farmacisti sono finiti nella trappola dell’imprenditore. I “Baschi Verdi” del Gruppo Pronto Impiego Torino erano però già sulle sue tracce e, supportati dai colleghi del Gruppo di Vercelli e della Compagnia di Caselle Torinese, sono riusciti in pochi giorni a stroncare una truffa da oltre 1 milione di Euro. Oltre 250 le persone raggirate, tra questi appunto farmacisti, medici, infermieri, associazioni di volontariato e ancora più grave alcuni Enti Locali; tra questi addirittura due comuni uno in Piemonte mentre l’altro in Basilicata. I due comuni, una volta ottenute le mascherine, le avrebbero immediatamente destinate o alla loro protezione personale oppure alla successiva distribuzione ai servizi di assistenza. Ad ogni reclamo sulla mancata fornitura di mascherine la giustificazione era sempre la stessa “Il cargo all’Aeroporto di Caselle arriverà tra qualche giorno, abbiate pazienza”; nulla è mai arrivato dalla Malesia, paese indicato dall’imprenditore quale luogo di produzione. Stessa “messinscena” anche con i Finanzieri che si erano finti acquirenti. Anzi, proprio di fronte agli inquirenti, si era vantato di essere in procinto di fornire 20.000.000 di mascherine al Governo Svizzero. Tutto falso! L’unica mascherina presente in azienda il giorno della perquisizione era quella sul volto dell’improvvisato commerciante. Ora il sito è stato sequestrato insieme alle migliaia di file inerenti ai contatti commerciali, e ai conti correnti personali dell’indagato. La Guardia di Finanza di Torino, che ha condotto le indagini coordinate dai magistrati Vincenzo Pacileo e Alessandro Aghemo della Procura della Repubblica di Torino, sta ora acquisendo le numerose querele da parte delle centinaia di persone truffate. Le indagini sono ancora in corso e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino si raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni infatti numerosi sono i siti dedicati al commercio di detti articoli come numerose sono le aziende che hanno rimodulato la loro produzione a tale scopo. Meglio avviare degli acquisti in quantitativi ridotti per assicurarsi della qualità dei prodotti e degli stessi fornitori.
Sono stati gli agenti della Polizia di Stato del reparto volanti, diretto da Giuseppe Sangiovanni, ad arrestare martedì scorso T.J. 40enne albanese, per maltrattamenti in famiglia.
Su disposizione della S.O. i poliziotti sono intervenuti in via Michele Bonelli per una segnalazione di lite in famiglia. Arrivati sul posto gli agenti, nell’androne del palazzo, sono stati avvicinati da una donna in stato di agitazione perché picchiata dal marito ubriaco. La vittima ha raccontato che l’uomo, appena sveglio, ha iniziato a bere alcolici iniziando ad insultarla e ad accusarla di averlo tradito e che lei ha cercato di fuggire ma è stata bloccata dal marito che l’ha colpita al volto, e solo dopo essere riuscita a divincolarsi ha chiamato il 112 NUE. Gli investigatori, entrati nell’appartamento, hanno trovato T.J. sdraiato sul letto, ubriaco e in stato confusionale che ammetteva di aver aggredito la moglie e si consegnava agli agenti. La donna è stata trasportata in codice rosso in ospedale dove è stata refertata con una prognosi di 6 giorni. Alla fine degli accertamenti T.J. è stato accompagnato presso gli uffici di Polizia dove è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e successivamente condotto presso il carcere di Regina Coeli.
“Davvero fatichiamo a comprendere le bizzarre e inefficienti intenzioni del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che con la giustificazione della riorganizzazione ospedaliera per l’emergenza in atto, continua a desertificare il servizio sanitario del territorio. Continue reading
Dispositivi pronti all’accensione, con memorie RAM sempre attive anche senza essere alimentate. Questo il risultato di una ricerca dell’Istituto officina dei materiali del Cnr, dell’Università di Liegi e del Cea-Leti, pubblicata su Science Advances
Su Science Advances è da poco uscito un lavoro dell’Istituto officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iom), in collaborazione con Cea-Leti e Università di Liegi, per studiare metodi efficaci per la costruzione di memorie cosiddette “non volatili”, utili per produrre computer o telefonini dall’accensione rapida. Attualmente nei dispositivi elettronici sono per lo più impiegate le memorie RAM volatili, che funzionano solamente se alimentate e si cancellano quando i dispositivi vengono spenti. Le memorie non volatili, al contrario, sono capaci di mantenere l’informazione anche in assenza di alimentazione, rendendo pressoché immediata la procedura di accensione. Affinché ciò sia possibile è necessario studiare la composizione chimico-atomica dei materiali che ne costituiscono i due elementi: l’elemento di selezione e la cella di stoccaggio (basata su materiali a cambiamento di fase, PCM). L’attuale collaborazione tra Cnr-Iom e Leti riguarda entrambi gli aspetti e lo studio è focalizzato sul materiale da usare per produrre elementi di selezione più affidabili.
“Il selettore è una sorta di interruttore che permette di accedere all’informazione conservata nell’elemento di stoccaggio ed è composto di un materiale vetroso (Germanio-Selenio, con altri elementi) al quale si può applicare una tensione. Per un fenomeno ancora non ben compreso (Ovonic Threshold Switching, OTS), quando la tensione è alta il vetro conduce, mentre quando è bassa isola. Così, quando vogliamo recuperare le informazioni, basta alzare la tensione e il selettore, divenuto conduttore, permette di leggere il contenuto dell’elemento di stoccaggio”, spiega Francesco d’Acapito del Cnr-Iom.
Il gruppo del Cea-Leti ha trovato la composizione ottimale del materiale. Per capire la ragione per cui tale composizione risulti la migliore, i ricercatori hanno usato la linea di luce di sincrotrone del Cnr “Lisa” presso l’Esrf di Grenoble. “Alcuni elementi, come l’antimonio, risultavano funzionali per alcuni aspetti e dannosi per altri, ma i danni potevano essere corretti attraverso l’impiego di azoto. L’analisi ai raggi X del materiale ha permesso di determinare la struttura e di comprendere le ragioni dei ruoli svolti dai vari elementi”, conclude d’Acapito.
La descrizione strutturale è servita ai teorici dell’università di Liegi per costruire un modello capace di spiegare il fenomeno di conduzione OTS in questi materiali vetrosi. Un’importante prospettiva per questa classe di memorie PCM è l’impiego in reti neuromorfe con promettenti applicazioni nel campo del machine learning.
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