Roma da scoprire, ecco la guida “insolita” della Capitale nascosta  Intervista all’autore Carlo Coronati

Marco Montini 

Una Capitale d’Italia nascosta, che pochi conoscono ma che racchiude una ricchezza ambientale, culturale e sociologica di inestimabile valore. Per conoscerla, basta scorrere le intense e bellissime pagine della nuova fatica letteraria di Carlo Coronati:

“Roma, Guida insolita per esploratori urbani”, nata, dopo la precedente guida “Roma una vera bellezza”, entrambe per Edizioni Il Lupo, e propone una mappatura di 15 itinerari trekking alla ricerca dell’immersione per incanto, a partire dall’orientamento tracciato dalla bussola del proprio corpo. Un’opera che “potrei definire inaspettata,  – ha detto l’autore a il Caffe di Roma -. L’idea nasce dal mio spirito “montanaro”, che ho applicato alla città di Roma, cosi piena di rivoli, stradine, scalette, angoli e borghetti nascosti. Un lavoro di tessitura non turistica tout court ma fatta di stimoli naturalisti, storici, antropologici”. Insomma un girovagare curioso, di pause e accelerazioni, un movimento dolce di “flâneurs”, alla riscoperta non solo della Natura che emerge prepotente nella Capitale ma anche e soprattutto della sua relazione col territorio urbano, lanciandosi e districandosi in quindici avventure di cammino o pedalata, come se la città fosse un labirinto. Attraverso una scelta soggettiva e originale, Coronati intende trasportarci così dalla periferia al centro storico passando per borghetti e viuzze, dai quartieri della street art ai palazzi del potere, catapultandoci in immense aree verdi, custodi di monumenti di cui conoscevamo a malapena le vicissitudini storiche. Gli itinerari sono quasi tutti in traversata (pochissimi ad anello) e sono legati dalla memoria ma accompagnati dal silenzio. La guida, con mappature dettagliate incluse, è ricca di informazioni per iniziare a terminare itinerari che vanno dai 12 ai 15 km, comprese le indicazioni per l’utilizzo, durante il tragitto, dell’uso di mezzi pubblici utili anche per recuperare eventualmente la propria auto al punto di partenza.TRE ITINERARI TUTTI DA SCOPRIRE – Dunque, un libro, quindici tappe, una Urbe Eterna. Ma quali le più belle? Fare questa domanda a Coronati è quasi impossibile perché per lui Roma è una famiglia e i percorsi di trekking sono veri e propri figli, e un preferito per un padre è difficile da scegliere. Però ci siamo fatti raccontare tre itinerari particolari e affascinanti. Il primo, chiamato “Scale e scalette di Monteverde” è un percorso “che io amo – dice l’autore – perché si snoda su tre temi fondamentali”. Monteverde è un quartiere liberty, nato all’inizio del Novecento con un piano regolatore che prevedeva un equilibrio tra giardini e cubature edilizie: “quindi si possono ammirare villini molto belli, che nel nostro caso rappresentano la prima parte del trekking”, partendo non lontano da Trastevere. Piano piano ci si addentra nella parte “verde”, che è tutto quello che si rifà agli anni lontani della Repubblica Romana: “quindi Villa Sciarra, Villa Pamphilj e la lotta per un sogno di autonomia che durò appena sei mesi, poi soffocato dal Papa e dai Francesi”. Poi, terza parte del trekking, ugualmente fascinoso, è “quella pasoliniana”, che si incunea nei palazzoni e nelle case popolari di Monteverde. Un altro itinerario, “sicuramente più lungo e più verde, a tratti più estraniante ma similmente affascinante”, è quello che parte da piazza Ungheria, nella nobile Parioli, per entrare a Villa Ada, percorrendone il lato più “addomesticato” (il libro prevede anche una diversa passeggiata nella Villa Ada Selvaggia), più classico e tradizionale. Da lì si salta nel parco dell’Aniene, passeggiando lungo la sponda fino a ponte nomentano, e poi altri sei chilometri di Parco dell’Aniene, lontani dalle case, fino a Ponte Mammolo: “15 chilometri straordinari dal punto di vista ambientale e culturale”, confida ancora Coronati. Che, infine, snocciola il terzo trekking, “uno molto caratteristico che va da Santa Maria della Pietà”, partendo dalla stazione Montemario e percorrendo una bella ciclopedonale fino al parco di Monte Ciocci, dove “domina uno dei panorami più straordinari della Capitale d’Italia”. Da lì scendere per poi risalire con delle segrete scalette dietro San Pietro e arrivare a due chicche incredibili: in primis, Ponte del Gallo, la montmartre di Roma. Per poi discendere per l’area delle Fornaci ed “entrare in quel sogno verde irrealizzato che è il parco Piccolomini, e dico irrealizzato perché sono tanti decenni che insiste un contenzioso tra la proprietà e le istituzioni, che non riescono a creare un varco di passaggio ideale per quel quartiere”. Roma da amare, Roma da scoprire.

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