Save the Children e I.C. Falcone e Borsellino; nuovi progetti per le scuole.

La scuola italiana, troppo spesso viene presa di mira e molto poco valorizzata, nei progetti che vengono attuati nel nostro paese. Quando una grande Organizzazione internazionale indipendente, come Save The Children (nata nel 1919 che lotta per migliorare la vita dei bambini, in ben 120 paesi), sorprende il panorama scolastico con un progetto innovativo, i dirigenti scolastici non possono tirarsi indietro. E’ il caso, dell’Istituto Comprensivo di Scuola Infanzia Primaria e Secondaria di 1° grado “Falcone e Borsellino” di Roma, la cui dirigente scolastica, la Dott.ssa Rosalba Tomassi ha accettato con grande entusiasmo, un programma biennale che vede coinvolte le scuole medie. Abbiamo intervistato, la Vicepreside, Dott.ssa Giulia Rossetti, le Professoresse: Gemma Settembrini, Francesca Molinetti e Annalisa Ventura, la referente per Save the Children, la Dott.ssa Sara Curci.
Professoressa Ventura, com’è nato il progetto “Connessioni digitali”, tra l’Istituto Falcone e Borsellino e Save the Children?
“Il Progetto è nato a seguito di una prima collaborazione, con Save the Children, riguardante la robotica (2021), per cui una volta che è stata proposta questa seconda opportunità -che abbiamo colto nell’immediato-, non potevamo che sentirci onorati di tale continuità nella collaborazione. Il percorso avrà una durata di 2 anni ed è partito a settembre 2022”.
Dott.ssa Curci, possiamo avere maggiori informazioni riguardo a “connessioni digitali?”
“Intanto dobbiamo dire che si tratta di un progetto pilota sperimentale, esistente dallo scorso anno, supportato anche dal contributo del Crédit Agricole, realizzato per le scuole dalla cooperativa Edi Onlus e dal Cremit (Centro di Ricerca sull’educazione ai Media, all’innovazione e alla Tecnologia), che si è occupato di tutta la formazione (parte scientifica). Questo progetto ha coinvolto nel 2022 ben 100 scuole (solo le seconde medie per la prima fase e le terze medie, nella fase conclusiva alla fine del biennio), in 17 regioni sparse su tutto il territorio nazionale. Il fine del progetto è contrastare la povertà educativa digitale. Da una parte, quindi, punteremo a potenziare le capacità dei ragazzi sull’utilizzo e le competenze digitali in stretta connessione con i temi trattati in Educazione Civica, in promozione ai diritti degli adolescenti, prendendo in considerazione principalmente i tre assi ministeriali della materia in questione: “lo studio della Costituzione, sviluppo sostenibile e cittadinanza digitale”.
Professoressa Rossetti, come si è sviluppato il progetto?
“Ogni scuola ha dovuto scegliere di portare avanti tale progetto, solo per tre classi. L’Istituto Falcone e Borsellino ha sei II medie. Ci sembrava un peccato non dare l’opportunità anche alle altre restanti per cui, formalmente, hanno aderito 3 sezioni, ma abbiamo messo a disposizione anche alle altre restanti, tutti gli strumenti e la formazione di noi docenti, unita a quella degli altri alunni aderenti “ufficialmente” a “connessioni digitali”, per non far perdere a nessuno, un’occasione così importante. La sesta classe, in default, doveva essere di “controllo”, al fine di analizzare i dati del progetto a grande scala, per identificare alla fine dei due anni, il grado del livello dell’acquisizione delle competenze raggiunte, in ambito digitale. Capacità che vengono rilevate, per mezzo dii questionari periodici, attraverso i quali si ha un metodo di paragone, nei confronti delle classi che hanno o meno partecipato al progetto. La responsabilità e la riuscita, dipende anche e soprattutto da noi insegnanti incaricati; acquisire competenze e divulgarle è il nostro ruolo”.
Dopo mesi e mesi di lavoro, siete riusciti a presentare, nella “settimana della legalità”, una parte delle competenze digitali raggiunte, attraverso la realizzazione di un progetto molto importante. Professoressa Molinetti, ce ne vuole parlare?
“Nell’occasione della settimana della legalità, avvenuta il 23 maggio di quest’anno, i ragazzi hanno presentato un podcast interamente elaborato da loro. L’idea è nata a seguito della grande opportunità che hanno avuto, di conoscere l’unica superstite, di una famiglia vittima della mafia. Assieme alla collega, la Professoressa Di Leo -che aveva lanciato un input per realizzare un elaborato del genere ai ragazzi-, abbiamo creato un elaborato dai contenuti molto importanti. Si sono uniti due fattori: la casualità del progetto e l’aver incontrato una testimone di un argomento tanto caro ai ragazzi, come quello della lotta alla mafia”.
Professoressa Settembrini, quali sono le attività svolte e gli obiettivi raggiunti dagli alunni delle II medie?
“La prof.ssa Di Leo ed io, siamo anche insegnanti di Educazione Civica. Durante l’anno scolastico appena terminato, abbiamo elaborato 4 verifiche riguardanti sia i temi della materia Cittadinanza a Costituzione, sia quelli inerenti a “connessioni digitali”. Abbiamo portato i ragazzi (e non solo), a riflettere su una tematica molto importante, in seguito ai dati elaborati, secondo cui gli adolescenti -appartenenti alle medie in particolare-, passerebbero più tempo sui social media che a scuola, o con la famiglia. Punto sul quale tutti i ragazzi (e non solo), sono stati invitati a confrontarsi. La prima parte di “connessioni digitali, quindi, prevedeva il saper utilizzare in maniera adeguata, gli strumenti digitali. Gli studenti, nella prima parte, hanno dato il via ad una petizione on-line (ogni classe aveva un tema ed un obiettivo); si sono informati (riconoscendo anche ipotetiche fake news), attraverso interviste, elaborazione dati, questionari e collaborazione/condivisione con tutti gli alunni, per elaborare la petizione on line, o la presentazione effettuata successivamente al Municipio di appartenenza, attraverso l’esposizione e l’interrogazione orale con l’Assessore che doveva, a sua volta, rispondere agli argomenti elaborati dagli studenti. Nella seconda fase, invece, hanno realizzato un podcast (acquisizione/gestione ed elaborazione delle informazioni). Un progetto trasversale che abbraccia tutte le discipline a livello scolastico, fino ad arrivare alla parte progettuale, pratica, tecnica, creativa ed espositiva”.
Professoressa Tomassi, parliamo quindi di un progetto per tutelare i ragazzi, ma anche sull’importanza della collaborazione di ogni singolo individuo?
“La parte fondamentale, il cuore del progetto per Save the Children era principalmente l’attenzione dei rischi in rete, sul corretto utilizzo dei dispositivi in maniera consapevole e attiva, al fine di diventare “cittadini digitali”, non solo per mettere video sui social. Abbiamo fornito ai ragazzi la consapevolezza che possano essere prodotti anche “pensieri e realizzazione di pubblica utilità. Con questo progetto, abbiamo offerto ai nostri studenti un quadro completo tra incontri già organizzati con responsabili della Polizia Postale, per far comprendere che la fluidità apparente data dalla connessione internet, in realtà è un mare pieno di pericoli per cui navigare sì, ma con attenzione; sempre .I nostri studenti inoltre -e questo ci ha donato una grande soddisfazione- hanno imparato a cooperare con ogni compagno di classe, mettendo da parte i sentimenti “avversi”, per arrivare ad ottenere invece, il comune obiettivo; la realizzazione di quanto si erano prefissati”
Dottoressa Curci, per il secondo ed ultimo anno del progetto, che cosa è previsto?
“Se nella prima fase si è lavorato con la scrittura creativa e sulla potenza del messaggio vocale, per il prossimo anno è previsto invece, l’elaborazione di immagini e video (digital story telling) e come creare e lanciare una campagna di marketing sociale (sensibilizzazione dei loro coetanei sui giusti comportamenti da mantenere anche in rete), come ad esempio la prevenzione del cyber bullismo o stalking”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.