WulnoTECH ® al Campidoglio

WulnoTECH ®, è un progetto che nasce dalla necessità di fare rete tra operatori sanitari e caregiver in un periodo pandemico.

Gli operatori sanitari perdevano la loro vita e non riuscivano più a garantire un’ assistenza qualitativamente performante a causa dei molteplici spostamenti di reparto oltre ad essere sempre sotto organico. Ma la situazione peggiore si è vista sul territorio completamente sterminato, facendo emergere la disomogeinitàdegli interventi che solo nel 2018 aveva procurati 65.000 decessi negli over 65 affetti da lesioni cutanea di varia eziologia ( causa).

Il progetto WulnoTECH ® in pochi mesi è risultato il trade union di tute le esigenze che si sono manifestate.

I suoi fondatori: Dott.ssa Sonia Silvestrini ( Wound Care Specialist di Roma), Dott.ssa Alessandra Vernacchia ( WoundCare Specialist di Bari), Dott. Ivan Santoro ( Wound Care Expert di Alzano Lombardo BG), dediti anche ad opere di volontariato, sono riusciti a creare un network multi e interdisciplinare grazie a 10 Webinar e al loro sito ufficiale nato nel Novembre 2017 www.ilditonellapiaga.it che conta 300.000 followersinternazionali.

Tutto questo, mentre nei loro territori e luoghi lavorativi imperversava la SarsCov 2, incontri in remoto e gratuiti, per far nascere un solo tipo di approccio in prevenzione o in trattamento a favore del paziente fragile colpito da lesioni cutanee complesse.

Per questo i Dott/ Dott.sse saranno premiati at personam e in gruppo come progetto innovativo sanitario, il 17 Settembre 2021 al Campidoglio come Eccellenze Sanitarie 2021/2022 attraverso Assotutela, certi che il loro cammino è solo all’ inizio del percorso.

RIFIUTI, ROCCA (FDI): LA SCORCIATOIA PER LA RAGGI SI CHIAMA CERRONI

«Il rischio vero è che l’Amministrazione di Roma Capitale prenda la scorciatoia chiamata Cerroni».

E’ quanto dichiara Federico Rocca, responsabile romano degli Enti locali di Fratelli d’Italia.

«Per questo come due anni fa – continua Rocca – sono stato costretto di nuovo a presentare un esposto alla Procura della Repubblica, affinché accerti la condotta tenuta dal Sindaco di Roma Virginia Raggi sul tema dei rifiuti. E’ davvero sconfortante che la Capitale d’Italia in cinque anni di Governo pentastellato si ritrovi al punto di partenza, legato mani e piedi alla volontà di un monopolista. Se questa sarà la soluzione, promettiamo battaglia a costo di fare le barricate a Malagrotta».

COMUNICATO STAMPA TAVOLA ROTONDA ON LINE “SMART SKILL SMART TEACHING”

VENERDI’ 2 LUGLIO 2021 – ORE 16/17

In diretta sui canali Facebook e Youtube di Università eCampus

e sulla eCampus web Radio

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https://www.youtube.com/user/UniversitaeCampus

L’Università degli Studi eCampus presenta venerdì 2 luglio 2021, dalle ore 16 alle ore 17, la tavola rotonda online “SMART SKILL SMART TEACHING”. 

Queste le principali tematiche affrontate:

› La necessità di competenze digitali

› La didattica digitale non si improvvisa

› La nostra esperienza: competenze digitali  e innovazione, Quaderni del Dipartimento di 

Scienze Umane e Sociali, 2021, Studium editore

Relatori della tavola rotonda:

Elena Ballarin – docente di Didattica delle microlingue, Università eCampus; Collaboratrice Esperta di Linguistica, Università Ca’ Foscari Venezia

Sabrina Bonomi – docente in organizzazione aziendale, progettazione, processi e comportamenti organizzativi, Università eCampus

Micaela Grosso – docente di Linguistica generale, Università eCampus

Paolo Nitti – docente di Linguistica educativa, Università eCampus

Con la partecipazione di Giuseppe Fazzari, – docente di Italiano L2, Centro Interculturale di Torino.

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L’ultimo trentennio si è rivelato essere un’epoca di cambiamento rapido e continuo senza precedenti e le organizzazioni si trovano ad affrontare la sfida dell’incertezza, che richiede alta flessibilità. L’emergenza sanitaria, causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2, ha ulteriormente accelerato questa tendenza sconvolgendo la società, soprattutto per quanto concerne il mondo del lavoro e della formazione.

Per quanto concerne la formazione, la digitalizzazione dell’insegnamento e il ricorso alle tecnologie digitali hanno innescato cambiamenti così profondi da modificare la natura stessa dei processi formativi, giungendo persino a modifiche di carattere cognitivo.

In particolare, la tecnologia rappresenta un mezzo per fare lezione, per imparare e per insegnare e non è pensabile che possa sostituirsi all’azione didattica di un insegnante o di un’agenzia formativa. La didattica a distanza non dovrebbe dunque essere concepita come una soluzione di compromesso e di resistenza al problema del contagio di una pandemia, ma occorrerebbe interrogarsi sui vantaggi effettivi che procura, superando le barriere, le distanze e abbattendo notevolmente i costi e i tempi della modalità presenziale. Il vero errore è concepire le due modalità, a distanza e in presenza, come oppositive, quando bisognerebbe, al contrario, intenderle come poli di un continuumsul quale verificare, a seconda delle contingenze, i vantaggi e gli svantaggi.

Tutto ciò richiede d’altra parte l’attivazione di competenze specifiche anche da parte dei fruitori, sia per quanto concerne l’uso delle apparecchiature e delle applicazioni, che in merito alla selezione dei contenuti.

Il progresso tecnologico ha consentito di aprire gli spazi chiusi della formazione e di rendere meno nitido il confine fra realtà scolastica ed extrascolastica, introducendo stimoli nuovi e multimedialità nelle aule. Ma, considerando gli indiscutibili vantaggi che lo sviluppo tecnologico permette di apportare alla formazione e al lavoro, in quali condizioni versa la società italiana?

Il periodo di isolamento ha mostrato un Paese fortemente diviso e discontinuo, marcando in maniera netta la distinzione fra coloro che utilizzavano le tecnologie anche in precedenza e ne hanno saputo trarre profitto e coloro che si sono collocati sempre più ai margini, fino a giungere a vere e proprie situazioni di svantaggio e di deprivazione. D’altra parte, il progresso tecnologico, durante la pandemia, ha permesso di lavorare e studiare a molte persone che, diversamente, non avrebbero potuto farlo. Se quindi le tecnologie possono aiutarci a migliorare la nostra vita e costituiscono un differenziale importante, è altrettanto importante garantirne l’equità nell’uso, superando il c.d. digital divide, poiché il non potervi accedere rischia di rendere ancora più gravi le diseguaglianze.

La tavola rotonda organizzata dall’Università eCampus vuole essere un’opportunità per interrogarsi sui cambiamenti innescati,soprattutto in considerazione del futuro ed in una prospettiva di continua “formazione sulla formazione”.

“La scuola, a tutti i livelli, e gli enti per la formazione – sostiene la Prof. Sabrina Bonomi di eCampus – sono istituzioni fondamentali per l’educazione nel periodo di cambiamento rapido e continuo in cui stiamo vivendo. Le persone sono disorientate e hanno bisogno, oltre che di competenze digitali, di strumenti per sviluppare un pensiero critico, sistemico, e una cultura profonda che consenta loro di interpretarlo e gestirlo in maniera proattiva. Ho il dubbio che gli scarsi investimenti fatti nella scuola non l’abbiano resa adeguata a rispondere ai bisogni delle persone, néalla formazione delle competenze soft e digitali che oggi servono. Vogliamo quindi affrontare il tema e stimolare il dibattito perché, come diceva lo scienziato Einstein,  “Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero che abbiamo usato quando li abbiamo creati”.

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L’Università eCampus è un Ateneo che, attraverso una didattica e-learning, propone 60 percorsi di laurea e numerosi master altamente professionalizzanti. Tra i principali obiettivi, la c.d. “Terza Missione”, l’insieme cioè di tutte quelle attività con le quali l’Università, oltre a fare Alta formazione e Ricerca, entra in contatto con il contesto socio-economico attraverso il trasferimento e la valorizzazione delle conoscenze. Ciò sin dalla sua istituzione (con Decreto del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca  del  30 gennaio 2006) e  grazie alla presenza capillare con proprie sedi  in tutte le principali città d’Italia.

Info all’indirizzo www.uniecampus.it

Per informazioni: 

eventiecampus@uniecampus.it

Numero verde: 800 27 17 89

Ufficio stampa eCampus:

Giovanna Gueci  

tel. 06 70304949 

giovanna.gueci@uniecampus.it 

Uscito recentemente, The Kardashians – Mitografia del contemporaneo di Salvatore Patriarca è la prima monografia a livello mondiale sul fenomeno delle cinque sorelle americane nell’era del neocapitalismo digitale

I media hanno spesso ridimensionato il racconto delle vicende della famiglia Kardashian-Jenner alla sola dimensione del gossip e dello show business.

È invece un universo eterogeneo che, proprio per questa complessità, merita invece una trattazione più articolata. Kim e sorelle sono un fenomeno televisivo, ma anche social (oltre il miliardo di follower complessivi a livello mondiale). Rappresentano un riferimento simbolico e valoriale che ha dato vita a un impero economico. L’analisi di queste dimensioni è al centro dell’ultimo libro di Salvatore Patriarca, The Kardashians – Mitografia del contemporaneo pubblicato da Rogas Edizioni, da poco uscito nelle librerie. 

Kim, Kourtney e Khloé Kardashian, Kendall e Kylie Jenner, Kris Jenner, la momager, sono entrate nell’immaginario collettivo negli anni Zero. Ognuna con un’identità specifica, in grado di generare e comunicare significati rivolti a un pubblico trasversale, dai millennials ai nativi digitali. L’esordio sulla scena mediatica risale al 2007, con il programma televisivo che le vede protagoniste, giunto alla ventesima e ultima stagione. Il punto d’avvio è la derivazione di un fenomeno che risale agli ultimi anni del secolo scorso, ovvero la rivoluzione dei reality show, anticipata da un evento che il libro individua come fondativo di un nuovo modo di racconto per immagini: il caso OJ Simpson, con la creazione di una storia in presa diretta per un pubblico bisognoso di storie dal forte investimento emotivo. E proprio al caso OJ è dedicata l’apertura del volume.

The Kardashians – Mitografia del contemporaneo parte da lì per arrivare a descrivere un modello di business, di imprenditoria femminile, di presenza social. Un microcosmo, in realtà macro-, nel quale le figure maschili sono marginali, Non a caso l’autore definisce tale paradigma che ‘neo-matriarcato’. Il libro non è un una esposizione biografica delle sei protagoniste, piuttosto la trattazione di un qualcosa di nuovo: la completa esposizione del sé in grado di generare una molteplicità di valori di realizzazione personale, ognuno dei quali capace di attirare segmenti diversi di pubblico e di consumatori. Al centro del racconto che Kris e le sue cinque figlie fanno di sé c’è il corpo, perno di una nuova femminilità, più o meno distante dai canoni estetici dominanti, oggetto di libertà, ma soprattutto terreno di cambiamento, di evoluzione, di un processo rispetto al quale ogni altra donna, priva di uno specifico talento ma animata dalla volontà di essere se stessa, è in grado di identificarsi.  

Il palcoscenico dove mostrare questo corpo sono i social – con la complicità dei media tradizionali – sui quali Kim e sorelle incarnano il ruolo di influencer. La loro vita diventa così un flusso di promozione continuo, il corpo si fa veicolo di un universo simbolico quindi economico, alimentato dalla diffusione di immagini, in quello che l’autore chiama “neocapitalismo digitale”.

Jasmine Association spegne la sua prima candelina sulla sua fondazione 26/06/21

MILANO – Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile. Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse. “Spacco pietre” rispose il primo. “Mi guadagno da vivere” rispose il secondo. “Partecipo alla costruzione di una cattedrale” disse il terzo.
(Peter Schultz)
Queste le parole che la Presidente Sana El Gosairi ha citato, con gli occhi pieni di emozione e gratitudine, in occasione della festa del primo anniversario della fondazione dell’Associazione Jasmine, sabato 26 giugno, organizzata presso lo spazio incontro il Giardino nel comune di Legnano. Un’Associazione che a un anno di vita vanta già ottime iniziative sociali e culturali e promettenti progetti futuri. Una cattedrale che si costruisce pietra dopo pietra, con l’impegno di tutti, con un’apertura mentale capace di spingerci verso l’altro senza differenza di lingua e di cultura, arricchendoci reciprocamente.

Alla cerimonia hanno preso parte il Console Generale del Regno del Marocco a Milano, Bozkari El-Rihani e il sindaco della città di Legnano, Lorenzo Radice , che si è detto meravigliato e sorpreso positivamente da questa nuova nascente realtà , alcuni esponenti della publica sicurezza, membri della direzione dell’associazione e i due consiglieri dell’associazione نجيب رواس e Adil Lachguer oltre a un folto raduno di simpatizzanti e soci.
Questa cerimonia si inserisce anche nel quadro della gratitudine e dell’apprezzamento che l’Associazione ha per tutti i soci e per tutti coloro che contribuiscono a sostenerla : i suoi centri e rami, alcuni responsabili del tessuto associativo della regione, e i direttori di tutti i centri e le filiali convenzionate con essa.

Il Console ha espresso il suo orgoglio per i risultati conseguiti dall’Associazione sin dalla sua costituzione, sottolineando l’importanza del lavoro sociale e quanto fosse prezioso per tutti noi, . Questa festa si è svolta in una bellissima atmosfera e la celebrazione è stata delle dimensioni dell’occasione, a chi vi ha partecipato rimane dentro il sorriso luminoso sui volti dell’accoglienza , una dolcezza che appartiene alla sensitività di un popolo straniero ma vicino, un vento nuovo che fa saltare le ultime frontiere e ci fa sentire parte di questo meraviglioso villaggio globale che è il mondo.
Un grazie sentito dalla Presidente Sana El Gosairi al Sindaco Lorenzo Radice , al Console del regno del Marocco , a tutti i partecipanti, con la promessa di di mostrarvi presto le nostre meravigliose iniziative.
Francesca Capri

Gubbio-Roma; il viaggio solidale Giuliana Baldinucci e la sua volontà di ferro

di Priscilla Rucco

All’età di 73 anni, mentre molte persone si godono la meritata pensione e il riposo, c’è chi, come la Signora Giuliana Baldinucci, decide di mettersi un pesante zaino sulle spalle, di tenere costantemente informato il figlio tramite cellulare e di portare un bastone per attraversare percorsi non sempre semplici e tutto ciò per seguire un viaggio studiato nel minimo dettaglio e, per una nobile motivazione; raccogliere fondi per 2 centri anti violenza sulle donne.Giuliana Baldinucci, residente a Gubbio, ex professoressa di matematica in pensione, di conteggi se ne intende come anche la passione per le passeggiate e le lunghe camminate e, grazie alla dedizione che porta avanti da tempo (impegnata anche nella Cgil e nell’Auser), di sostenere i centri antiviolenza dell’Umbria, nel 2020 ha pensato a come potesse cercare i fondi che necessitano di continuo supporto di volontari e che purtroppo, sono sempre in perenne agonia economica. La sua idea, appoggiata da molti, l’ha vista mettere in pratica, sia dalla grande forza di volontà, che da un allenamento costante, lo studio di un viaggio da Gubbio alla Capitale per sensibilizzare le persone al gravoso tema sulla violenza, ai danni delle donne.

Giuliana, zaino in spalla ha attraversato i sentieri della via Francigena, per quasi 200 Km, per realizzare il suo spostamento. L’ex professoressa Baldinucci, si è incessantemente allenata per quasi 1 anno grazie anche al sostegno dei suoi cari con cui è rimasta costantemente in contatto durante questa missione. In quasi tre settimane di viaggio, in molti si sono resi disponibili ad aiutare Giuliana come potevano, dandole ristoro, aiutandola per la notte o semplicemente dedicandole una parola di conforto. Il messaggio importante che Giuliana ha voluto lanciare (non solo alle donne), sta nel dimostrare che nulla sia impossibile e che, per raggiungere i nostri obiettivi, sia fondamentale avere una volontà di ferro e un obiettivo da raggiungere. Di non porre mai limiti ma di andare sempre oltre e di raggiungere traguardi importanti. Essere solidali sempre, soprattutto tra donne e di tirare fuori quella grande forza interiore che ognuno di noi possiede. In 19 giorni di cammino Giuliana ha potuto diffondere il suo pensiero, condividere le proprie speranze e le sofferenze di chi, spesso, non ha voce per urlare il proprio dolore.