Il commercio via mare è aumentato del 2,2 per cento nel 2023

Il trasporto marittimo sta mostrando una “notevole resilienza” nonostante le difficoltà del momento storico acuite dalla crisi del Mar Rosso che ha avuto notevoli ricadute sul commercio marittimo. Nel 2023 il commercio via mare globale “è aumentato del 2,2 per cento raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate” e le previsioni per l’immediato futuro sono “positive”. Il commercio via mare, si prevede, “crescerà del 2,4 per cento al 2024 e del 2,6 per cento al 2025”. Nelle sede delle Gallerie Italia in via Toledo a Napoli, l’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, elaborato da Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e intitolato quest’anno “Le nuove sfide dei porti dell’area euro-mediterranea. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green”, analizza l’impatto delle crisi sul commercio marittimo, tra criticità e possibilità. E le possibilità maggiori sembrano destinate ad essere colte dal Mediterraneo e in particolar modo dal Sud Italia. Si parte da un dato fermato nel rapporto: “Nel 2023 i porti italiani hanno tenuto. Alcuni settori sono cresciuti”, ha evidenziato Deandreis. Tra questi Ro-Ro, eccellenza italiana, che nel decennio ha fatto registrare “una crescita del 56 per cento”. “I containers invece hanno avuto dei cali”, ha proseguito Deandreis. “I porti del Sud – ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro – svolgono una importante funzione al servizio di tutta l’economia nazionale, assicurandone l’interscambio con il resto del mondo. I porti del Mezzogiorno – ha aggiunto – consentono inoltre all’Italia di essere ponte tra Nordafrica ed Europa nei flussi energetici, che in futuro arriveranno in misura crescente da fonti rinnovabili. E’ infatti dal Nord Africa che l’Europa potrà importare energia di origine solare ed eolica e con cui dovrà sviluppare una cooperazione fruttuosa, anche manifatturiera, su tutta la filiera delle rinnovabili – ha spiegato -. Sempre al Sud sono stanziati oltre 2,8 miliardi di investimenti riferiti ai porti, tra Pnrr e altri fondi, pari al 33 per cento del totale italiano, una iniziativa senza precedenti. Dalle analisi di Srm, il Mezzogiorno e tutte le sue potenzialità emergono chiaramente come area strategica per l’Italia”. Stringendo l’obiettivo sui porti della Campania, i numeri dicono che “complessivamente il porto di Napoli – ha spiegato Deandreis – sta tenendo, mettendo insieme anche Salerno. I primi mesi dell’anno hanno avuto un segnale molto positivo per le grandi sfide che sono poi anche quelle del PNRR, che destina risorse importanti, miliardi per l’implementazione delle infrastrutture nei porti. E’ evidente che quando si parla di successo del PNR si parla anche di vedere il miglioramento di quell’indice della competitività dei porti italiani. Quindi noi quando ci auguriamo che il Pnrr venga implementato, il nostro Paese lo realizzi nei tempi stretti previsti, non lo facciamo solo in termini generali, ma anche perché questo significa misurare l’impatto positivo”. E, tuttavia, per far sì che il Mediterraneo diventi l’area di maggiore interesse sul fronte dei porti c’è bisogno di interventi legislativi mirati. Lo ha sottolineato Paolo Scudieri, presidente di Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), nel suo intervento: “Il Mediterraneo cresce nel numero di scambi del tre per cento, mentre il resto del mondo si attesta sul 2,5 per cento, ma i porti del Nord Europa e dell’Africa sono molto attrattivi perché e molto veloci nelle operazioni degli scambi e dunque degli sdoganamento degli scambi”. Ecco perché, ha aggiunto Scudieri, la sfida è “reagire utilizzando le stesse leve: sburocratizzazione, propensione agli investimenti e abolire quei vincoli e quei laccioli che ci vincolano ai maggiori dragaggi per ospitare navi di tonnellaggio maggiore, che ci stoppano lavori infrastrutturali dei retroporti che invece sono determinante”. “Dobbiamo essere veementi e determinati a rappresentare le necessità di un qualcosa che è ancora conveniente, ancora attratti che non può vivere sugli allori ma deve necessariamente evolversi, leggendo numeri e dati che con competenza Srm sa fornire per una giusta traiettoria”, ha detto Scudieri. C’è molto da fare e ci sono molte “sfide strategiche” che, come sottolineato da Gros-Pietro, “logistica e portualità devono affrontare”, come quella “della transizione energetica, che significa trovare strade innovative per decarbonizzare tutta la filiera del mare”. “L’utilizzo di carburanti alternativi – si legge nel rapporto – ha continuato a progredire, con il 6,5 per cento della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungerà il 25 per cento al 2030. Il 50,3 per cento di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7 per cento)”. Deandreis ha avvertito sulla necessità di adeguare i porti per far si’ che questa sfida dei carburanti alternativi sia vinta: “I porti devono essere attrezzati, quindi c’è ad esempio il tema del bunkeraggio – ha sottolineato il direttore generale Srm nell’analizzare il rapporto -. I porti oggi non sono più luoghi dove partono e arrivano merci, sono hub energetici potenti. I porti devono essere funzionali a produrre energia rinnovabile”. Ha fatto eco sul punto Emanuele Grimaldi, ceo di Grimaldi group e presidente Ics (International chamber of shipping): “Gli aspetti più importanti di cui parliamo nelle associazioni di categoria sono quelli della decarbonizzazione che ci sta a cuore, non è qualcosa che possiamo fare noi da soli. Noi armatori dobbiamo avere dei porti che possano essere totalmente decarbonizzati”.

Nel suo intervento Grimaldi ha anche perorato la causa dei marittimi: “Non hanno alcuna considerazione, durante il Covid non hanno avuto alcuna ospedalizzazione, non hanno potuto parlare con le loro famiglie perché spesso le navi non erano connesse. Bisogna intervenire per migliorare le condizioni di vita dei marittimi a bordo delle navi e per portare la connettività a bordo”. Ma di lavoro da compiere ce n’è molto. “Il Mediterraneo nonostante le crisi resta sempre al centro del commercio marittimo mondiale e l’Italia è ben posizionata, però restiamo ancora al 19esimo posto nel Logistic Performance Index – ha avvertito Deandreis -. Significa che abbiamo grandi paesi competitors commerciali davanti e questo ci dà veramente l’indicazione sul fatto che il Paese deve fare uno sforzo in più in termini di investimento nelle infrastrutture”.

Ue, Prospettive Future: “Stessi nomi ma inversione di rotta per essere leader globale”

Ue, Prospettive Future: “Stessi nomi ma inversione di rotta per essere leader globale”

“Roberta Metsola alla presidenza del parlamento Ue, Ursula Vor Der Leyen alla presidenza della commissione europea. I vertici di due delle principali istituzioni della Unione Europea nel prossimo quinquennio (2024/29) saranno guidati dalle stesse esponenti che hanno chiuso l’ultima legislatura bruxellese. Una legislatura, a dire il vero ricca di ombre e poche luci, durante la quale il Vecchio Continente ha vissuto il complicato contesto pandemico, una congiuntura economica poco felice e l’avvio del conflitto bellico in Ucraina (senza dimenticare chiaramente la guerra israelo -palestinese): il tutto senza incidere in maniera significativa sulle scelte geopolitiche, internazionali, economiche e sociali. È chiaro ed evidente, dunque, che sebbene l’Unione Europea riparta dagli stessi nomi, ha bisogno di una totale inversione di rotta istituzionale, che la faccia divenire leader globale tra le grandi potenze come Russia, Stati Uniti e Cina. Cosa che adesso ovviamente non è. I popoli d’Europa infatti vogliono una Ue più equa, inclusiva, che contribuisca a mantenere la pace e la stabilità nel continente, ma agisca anche come un potente promotore di sicurezza, valori democratici e diritti umani in tutto il mondo. Una Unione Europea, che sappia affrontare molteplici e complesse sfide: dal cambiamento climatico alla sostenibilità ambientale, dal rilancio della agricoltura ai flussi migratori, dalla questione terrorismo alla affermazione della pace, fino al contrasto di tutti quei movimenti populisti, estremisti ed euroscettici, che stanno guadagnando terreno in molti paesi europei, mettendo in discussione l’unità e la cooperazione all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, ma non meno rilevante, la Ue deve operare con impegno per la crescita economica dei territori, puntando sulle giovani generazioni – che saranno i cittadini e gli amministratori del domani – e contrastando ogni forma di disuguaglianza sociale. Infine, l’Europa dovrà essere in grado di competere con altre potenze globali nel campo dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo della intelligenza artificiale (che assume anche una valenza etica e culturale), assicurandosi di rimanere competitiva in un mondo sempre più tecnologico. I nostri “nuovi” governanti europei riusciranno nella mission?”.

Così, in una nota, del Gruppo Operativo in attesa dell’Assemblea rifondativa prevista per la prima decade di settembre.

Federica Pento annuncia un concerto ed un progetto di brani inediti

La talentuosa cantautrice abruzzese Federica Pento continua a sorprendere e deliziare i suoi fan con entusiasmanti novità per l’estate 2024. Dopo il successo del suo singolo “Calamite”, che ha risuonato nelle radio e sul web per gran parte dell’anno, Federica è ora al lavoro su un progetto di brani inediti in collaborazione con produttori di primo piano.
In un recente annuncio, Federica ha rivelato che ad agosto si esibirà in un atteso concerto a Teramo. Questo evento rappresenta un’opportunità imperdibile per i suoi fan di assistere dal vivo alle nuove esibizioni dell’artista, che promette di portare sul palco non solo i suoi successi già amati ma anche nuove canzoni frutto delle recenti collaborazioni.
Ma le novità non finiscono qui. Federica ha infatti svelato che attualmente sta lavorando alla realizzazione di un album, descritto come una sorta di “diario segreto” in musica. Questo progetto ambizioso mira a offrire un viaggio intimo e personale attraverso le esperienze e le emozioni dell’artista, tradotte in canzoni che promettono di essere tanto profonde quanto coinvolgenti.
“Sto lavorando con dei produttori per un progetto di brani inediti,” ha dichiarato Federica. “E ora sto anche lavorando per realizzare un album, una sorta di ‘diario segreto’ in musica. Sarà un progetto molto personale, che rifletterà le mie esperienze e i miei sentimenti più profondi.”
Federica Pento, nota per la sua voce magnetica e per le sue canzoni che trasmettono autenticità e passione, ha già conquistato il pubblico con brani che toccano le corde dell’anima. Il suo successo “Calamite” ha ottenuto ampi consensi, catapultandola tra le artiste più promettenti della musica contemporanea italiana.
Con l’estate ormai alle porte, l’attesa per il concerto a Teramo e per l’uscita del suo nuovo album cresce tra i fan. Federica Pento si conferma una delle artiste più dinamiche e creative della scena musicale attuale, capace di reinventarsi e di proporre sempre qualcosa di nuovo e stimolante.
Federica è destinata a vivere un’estate intensa, ricca di impegni e di emozioni, con il pubblico che attende con trepidazione di scoprire le nuove sfumature della sua arte. La sua determinazione e il suo talento promettono di regalare ancora molte sorprese e successi

Biologico, Confeuro: “Bene crescita ma fare di più per consumi e informazione utenti”

“Confeuro reputa molto interessanti i dati del “Rapporto Bio in cifre”, redatto da Ismea e dal Centro Internazionale di Alti Studi Mediterranei di Bari, sotto il coordinamento del Masaf, che racconta la condizione di salute della agricoltura biologica in Italia. Nel nostro paese, il biologico è ormai lanciato verso il target del 25% di superfici investite, così come positivo risulta l’incremento delle aziende in questo settore: un risultato importante che testimonia come istituzioni, imprenditori e attori della filiera puntino forte al biologico come modello di sostenibilità e qualità. In questo contesto, dunque, Confeuro accoglie con favore la proposta di creazione di un marchio del Made in Italy bio, a patto che possa concretizzarsi quello snellimento burocratico e quella semplificazione amministrativa, da anni auspicati da piccoli e medi agricoltori. Dove, invece, c’è ancora
molto lavoro da fare è nel settore dei consumi, che stentano ancora a decollare: segno evidente e tangibile che la comunicazione e l’informazione nei confronti dell’utente risultano ancora precari e insufficienti. I cittadini infatti faticano a riconoscere i prodotti bio negli scaffali dei supermercati e, sopratutto, non riescono a comprendere totalmente i vantaggi del mangiare biologico: non è un caso, dunque, che la spesa domestica italiana, seppur in ripresa sul 2021, non soddisfi appieno le aspettative, crescendo a un ritmo certamente più basso rispetto all’agroalimentare complessivo e al tasso di inflazione. Su questo le autorità competenti avrebbero molto da riflettere. Ultima ma non meno rilevante, infine, è la questione ambientale, legata alla produzione biologica: quest’ultima – che richiede importanti flussi d’acqua – avviene in gran parte nel meridione (seppur in crescita al Centro-Nord), territori fortemente colpiti dalla siccità e da una gestione delle risorse idriche insufficiente e inadeguata. Un contesto allarmante che necessita di interventi concreti e soluzioni definitive”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

Mar Mediterraneo, Confeuro: “È allarme rosso. Tuteliamo biodiversità ed economia blu”


“Confeuro intende esprimere tutta la propria preoccupazione per la “condizione di salute” del Mar Mediterraneo, le cui risorse ittiche iniziano a essere sempre più scarse. Stime e dati, purtroppo, descrivono un mare “malato”, vittima dell’inquinamento e degli eccessi delle attività umane, un mare in continuo cambiamento a causa del riscaldamento globale che muta l’acidificazione e le temperature delle acque con conseguenti e deleteri effetti sulla fauna marina: ad esempio, la proliferazione di nuove specie aliene, come il granchio blu e il verme cane, con grave e negativo impatto sull’ecosistemo marino. Insomma, siamo di fronte a uno scenario sinceramente allarmante, che dovrebbe essere maggiormente attenzionato dalle istituzioni alla luce delle pericolose conseguenze dal punto di vista ambientale, economico, ittico e produttivo. Un problema, peraltro, molto attuale per un paese come il nostro, bagnato per oltre 8mila chilometri dal Mar Mediterraneo, su cui sostanzialmente si fonda la pesca, l’economia blu e il turismo dell’Italia. Senza contare tutta la biodiversità, messa a rischio a causa del cambiamento climatico. Alla luce di questo grave contesto, dunque, Confeuro sollecita Governo nazionale, Parlamento e amministrazioni locali a non voltarsi dall’altra parte, a non “normalizzare” la questione Mar Mediterraneo, ma a promuovere tutti gli interventi necessari alla definitiva tutela di questo immenso patrimonio naturale, fondamentale per la vivibilità della nostra comunità”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

Utilitalia: Lorenzo Perra (Alia multiutility) eletto vicepresidente


Lorenzo Perra, presidente di Alia multiutility, è stato eletto vicepresidente di Utilitalia, la Federazione che riunisce a livello nazionale le imprese dei servizi pubblici locali. L’elezione di Perra, economista con esperienza ventennale nel settore dei servizi pubblici e presidente della nuova multiutility nata in Toscana con l’obiettivo di aggregare le principali aziende del settore acqua, energia e ambiente, è stata votata dalla giunta esecutiva di Utilitalia insieme all’elezione di altri cinque vicepresidenti, che affiancheranno il presidente riconfermato, Filippo Brandolini di Herambiente, e Luca Dal Fabbro di Iren, confermato nel ruolo di vicepresidente vicario. A Perra è stata affidata la delega all’Economia circolare e il ruolo di coordinatore del Comitato società miste. “I prossimi anni saranno anni cruciali e molto importanti per garantire la transizione ecologica in Italia. Assumere il ruolo di vicepresidente in Utilitalia con delega all’ambiente – commenta Lorenzo Perra – è per me un riconoscimento di grande importanza. Ne sono onorato e consapevole del fatto che la sfida che dovremo portare avanti è complessa, ma anche molto affascinante”. “Con l’esperienza della Toscana, un territorio di grande storia e ambizione, oggi molto impegnato nel processo di trasformazione industriale e impiantistica – prosegue -, arrivo in Utilitalia sperando di poter contribuire ad un definitivo rilancio degli investimenti in materia ambientale”. Le 400 imprese associate a Utilitalia forniscono oggi servizi idrici a circa l’80 per cento della popolazione, servizi ambientali a circa il 55 per cento, servizi di distribuzione gas al 27 per cento e servizi di energia elettrica al dieci per cento, con un valore della produzione pari a 38,5 miliardi di euro e 100 mila occupati.