MARINO, AMBROGIANI (PD): “PAROLE RAPO INACCETTABILI E FUORI LUOGO”    

“Quanto accaduto nell’assise di Palazzo Colonna in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale è solo l’ultimo atto del comportamento contraddittorio di Marco Rapo consigliere Pd, in questi mesi sempre pronto a criticare – soprattutto sui social – l’operato del suo partito a livello nazionale e locale, che con convinzione lo aveva candidato nelle sue liste per intraprendere insieme un percorso al servizio di famiglie e territorio. Continue reading

ACQUA, ROCCA (FDI): CAMPIDOGLIO BLOCCHI AUMENTO TARIFFE

In questi giorni stanno arrivando delle salatissime bollette di ACEA con l’adeguamento alla nuova tariffa che comprendono anche i mesi del lockdown e i conguagli dal 1 gennaio 2019, così, in piena emergenza economica legata al coronavirus, i consumatori si trovano a dover fare i conti con l’aumento del costo dell’acqua, un bene primario e indispensabile.

Dichiara Federico Rocca responsabile romano enti locali Fratelli d’Italia.Si tratta di una mazzata insostenibile per famiglie e commercianti, in particolare questi ultimi si sono visti arrivare bollette di migliaia di € mentre le loro attività erano chiuse e ora che stanno ripartendo con enormi difficoltà, invece di aiutarli gli vengono aumentate le spese. Un’azione in totale controtendenza con quello di cui avrebbero bisogno.La Raggi intervenga immediatamente, in quanto Roma Capitale è socio di maggioranza di ACEA, azienda che vanta da anni fatturati in attivo e dividendi per i soci, pertanto, in questo momento potrebbe rinunciare a qualche guadagno in più per venire incontro ai cittadini, alle imprese e ai commercianti.E’ necessario bloccare l’aumento per tutto il 2020 e far partire la nuova tariffa a gennaio del 2021, inoltre – conclude Rocca – l’azienda deve rinunciare ai conguagli e trovare un modo per azzerare il costo dei mesi di lockdown per le attività che sono rimaste chiuse. Sarebbe un’azione responsabile e solidale, un modo per ACEA di contribuire alla ripresa del nostro paese.Federico Rocca

CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA ARRESTANO SEI PERSONE PER TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI

Dalle prime ore dell’alba, Carabinieri e Guardia di Finanza stanno eseguendo, in talune località nelle provincie di Gorizia, Napoli e Belluno, sei misure di custodia cautelare personale disposte dal G.I.P. di Tries te, su richiesta dal Dott. Antonio Miggiani della Direzione Distrettuale Antimafia di Trieste, nei confronti di altrettanti soggetti, ritenuti responsabili di aver preso parte ad un’attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti a carattere transnazionale.

Le indagini, avviate con il sequestro di un capannone industriale stracolmo di rifiuti da parte dell’Arma di Gorizia e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale del capoluogo isontino, unitamente a personale del ROS ed ai Finanzieri del GICO di Trieste e dello SCICO di Roma, consentivano di dare riscontro all’ipotesi investigativa formulata, documentando come i destinatari dei provvedimenti cautelari, nelle persone di G. D. di anni 48, P. P. di anni 39, R. D. di anni 51, A. D. di anni 44, F. C. di anni 56, C. P. di anni 56, avevano smaltito illecitamente circa 4.500 tonnellate di rifiuti speciali, costituiti da “balle reggiate”, di un metro cubo l’una, di rifiuti plastici provenienti da un impianto di recupero di un a società del bellunese (BL) e da un’area dismessa ubicata in Borovnica (Slo), abbandonandoli all’interno di un capannone industriale, ubicato a Mossa (GO), di proprietà di due società con sede in Napoli e di Gorizia, adattato con un varco d’accesso laterale creato appositamente per effettuare gli scarichi abusivi in piena tranquillità, al riparo da sguardi indiscreti. Il trasporto a Mossa dei rifiuti avveniva utilizzando i camion messi a disposizione da alcune compiacenti aziende di trasporto slovene.
L’attività investigativa è stata condotta anche con l’ausilio di un drone, che ha consentito di monitorare numerosi scarichi di rifiuti da parte degli indagati, per lo più nelle prime ore dell’alba e che, allo scopo di sottrarsi allo sguardo indiscreto di curiosi o ai controlli delle Forze dell’Ordine, avvenivano da un ingresso del capannone ricavato in un’area caratterizzata da folta vegetazione, dunque di difficile individuazione. Nonostante le difficoltà, l’attività di osservazione realizzata ha permesso di seguire ogni movimento degli automezzi, dal loro ingresso in Italia sino al sito di smaltimento finale dei rifiuti.
Particolare risalto assume il contestuale sequestro preventivo di beni nella disponibilità degli indagati, per un valore pari a circa un mi lione di euro, profitto del reato, individuato nel danno ambientale arrecato dagli indagati al Comune di Mossa con l’abbandono dei rifiuti.
Nel corso delle indagini gli investigatori hanno documentato inoltre la ricerca da parte degli indagati, una volta s equestrato il capannone di Mossa (GO), di siti alternativi sul territorio friulano ove continuare la lucrosa attività illecita. Sono in corso numerose perquisizioni in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Campania, al fine di recuperare la documentazione necessaria a ricostruire l’esatta provenienza dei rifiuti e le tappe intermedie toccate dagli automezzi prima di giungere al sito di destinazione finale.
Il G.I.P., nel motivare le esigenze cautelari, ha, inoltre, ricollegato la vicenda al diffuso fenomeno delle eco-mafie, sottolineando il fumus della presenza della criminalità organizzata ed il particolare livello di pericolosità, emersi nel corso delle indagini, per le evidenti affinità dell’accaduto con dinamiche criminali tipiche dell’area napoletana.

ANZIANI “SACCHEGGIATI” DELLE LORO PROPRIETA’ ARRESTATI UN AVVOCATO E UN IMPRENDITORE

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza con la quale il Tribunale capitolino ha disposto, su richiesta della locale Procura della Repubblica, la custodia cautelare in carcere nei confronti di LUONI Francesco (classe 1969), avvocato, e CHIANESE Maurizio (classe 1960), imprenditore.

I destinatari della misura sono indagati per peculato e corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio. Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle della Sezione di Polizia Giudiziaria e del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Tutela Spesa Pubblica, hanno consentito di portare alla luce una serie di condotte illecite che LUONI, in qualità di amministratore di sostegno di persone molto anziane, totalmente incapaci di intendere e di volere, e CHIANESE, hanno posto in essere per perpetrare – come evidenzia il G.I.P. nel provvedimento – «un vero e proprio “saccheggio” delle proprietà» delle vittime.
Per giustificare i pagamenti e “drenare” le disponibilità finanziarie dei diversi assistiti, il professionista si faceva emettere da società riconducibili a CHIANESE fatture per svariate migliaia di euro al mese, relative a prestazioni di assistenza asseritamente rese da infermieri o badanti ma mai effettuate o effettuate soltanto in parte ovvero provvedeva a pagare più volte le stesse attività, finanche alla stessa persona.
Le spoliazioni non riguardavano soltanto denaro ma anche immobili. Tramite la mediazione di CHIANESE, LUONI ha venduto, richiedendo l’autorizzazione d’urgenza al Giudice Tutelare, la nuda proprietà dell’appartamento di una signora ormai morente, sito nel quartiere Prati, a un prezzo notevolmente inferiore a quello di mercato, ricevendo dall’acquirente – indagato, in concorso, per corruzione – un illecito compenso in contanti.
Oltre alla misura cautelare personale, il G.I.P. ha disposto il sequestro preventivo fino alla concorrenza di circa 150.000 euro nei confronti di LUONI, di CHIANESE, dell’acquirente dell’appartamento e di un altro professionista, anche egli indagato per peculato per aver pagato a CHIANESE, in qualità di amministratore di sostegno, fatture per servizi assistenziali resi per importi largamente inferiori.
L’operazione odierna testimonia l’efficacia dell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Roma a tutela dei soggetti più vulnerabili, danneggiati, in questo caso, proprio dalle figure previste dalla legge per la salvaguardia dei loro interessi.

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SPAZI-GIOCO ROMA: BENVENUTI-FICOSECCO (ECOITALIASOLIDALE) GRAVE PENALIZZARE I BAMBINI PER MANCANZA DI PROGRAMMI DI PULIZIA E IGIENIZZAZIONE DELLE STRUTTURE DESTINATE AI BAMBINI

“A dir poco vergogno interdire per incapacità dell’amministrazione le aree giochi nella Capitale, soprattutto in questo momento particolarmente difficile per i bambini che a causa dell’emergenza sanitaria Covid sono stati a lungo in casa e che avrebbero avuto, in sicurezza,  la possibilità di poter giocare all’aria aperto negli appositi spazi-gioco”.
E’ quanto dichiarano in una nota Piergiorgio Benvenuti e Fabio Ficosecco, rispettivamente Presidente e Responsabile romano del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.

“Ed invece si ha notizia che i parchi giochi nella Capitale in questa fase2 dell’emergenza -proseguono gli esponenti di Ecoitaliasolidale – sono interdetti grazie all’ordinanza firmata ieri dalla Sindaca Raggi e  trasmessa al Prefetto, al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute”.
“Le famiglie romane sanno ora chi debbono ringraziare. Incredibile non aver ripulito e svolto una adeguata manutenzione per ville e parchi, nessuna manutenzione per le ciclabili invase ancora da sabbia consolidata e pertanto particolarmente pericolosa per gli amanti delle bici, di fatto non si è ancora garantita una adeguata igienizzazione dei giochi destinati ai  bambini e pertanto rimangono chiusi”.
“Ancora non sappiamo i tempi  per la realizzazione delle igienizzazioni dei parchi-gioco di Roma, come ancora non si è disposto un programma di pulizia costante tale da garantire la sicurezza igienica delle strutture. L’unica soluzione immediata  che viene descritta nelle direttive comunali le solite multe, le solite sanzioni per chi trasgredisce. Per buona pace del diritto per i bambini a poter giocare finalmente -concludono Benvenuti e Ficosecco-  fra il verde pubblico adeguatamente curato e i parchi gioco”.

ECOITALIASOLIDALE