MARINO, AMBROGIANI(PD): “BUON PRIMO MAGGIO A TUTTI I CITTADINI”

“La festa del Primo Maggio è la giornata che canta le tante battaglie dei lavoratori, dei sindacati per la conquista e la difesa dei propri diritti, ed è una delle celebrazioni più rilevanti del nostro Paese, un momento esemplare per la nostra democrazia, con la carta costituzionale che mette il lavoro a fondamento della Repubblica Italiana. Continue reading

Nicole Carassiti: “L’emozione più bella è stata vincere l’Europeo con la nazionale nel 2017”

A soli 21 anni Nicole Carassiti è uno dei più grandi talenti della KICKBOXING italiana, in esclusiva per noi l’atleta romana racconta la sua carriera e le sue ambizioni, dimostrando carattere e determinazione nel raggiungere gli obiettivi prefissati. Una passione nata all’età di 4 anni, portata avanti con sacrifico e coraggio, Nicole Carassiti e la KICKBOXING in un’intervista esclusiva.

Com’è iniziata la tua carriera?
“Ho solo 21 anni ma pratico questo sport già da molto tempo. Ho iniziato a 4 anni; mia madre praticava KICKBOXING  e io andavo a vedere i suoi allenamenti, è stato amore a prima vista. L’ allenatore è diventato suo marito ed è lui che mi ha seguito insegnandomi ad amare questo meraviglioso sport.
Mia madre poi ha cercato di farmi smettere ma era troppo tardi, amo questo sport e sono fiera ed orgogliosa di praticarlo”
Qual è stato il momento più emozionante fin qui della tua carriera?
“Ho avuto la fortuna di vincere molti titoli importanti anche a livello mondiale, ma se devo scegliere il più emozionante non ho dubbi: vincere l’Europeo nel 2017 con la nazionale è stato un sogno e sicuramente il momento che ricordo con più orgoglio”
Obiettivi futuri?
“Da un anno pratico il contatto pieno, è un altro sport, molto più difficile e competitivo. Già posso dire di essermi tolta molte soddisfazioni, ma sicuramente vorrei vincere l’oro agli europei con la nazionale, sarebbe bellissimo”
Come vanno gli allenamenti in questa pandemia?
“Mi alleno da casa, ma ovviamente non è la stessa cosa… mi manca il ring e la mia palestra. Finora ho rispettato tassativamente il decreto, spero che mi permettano presto di tornare ad allenarmi, ho bisogno di riprendere al più presto gli allenamenti veri.”
C’è qualcuno che vuoi ringraziare in particolare per i traguardi raggiunti?
“Ringrazio il mio maestro Andrea Catarci, lui è una delle persone più importanti della mia vita sia dal punto di vista professionale che personale, e ringrazio il mio fidanzato Andrea Orsini, da sempre il mio primo tifoso, senza di lui non sarei quella che sono” 

Dario De Fenu

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Governo e Terzo settore: passi avanti sull’erogazione anticipata del 5 per mille

Al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attivata la procedura che consente l’erogazione anticipata del 5 per mille agli Enti del Terzo settore entro maggio. Ampia soddisfazione delle 30 Associazioni del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” fautore del provvedimento.

Roma, 30 aprile 2020 – Decisa accelerazione sulle misure straordinarie di sostegno al Terzo settore, come l’accesso anticipato al 5 per mille relativo all’anno finanziario 2018.
Le 30 Associazioni del progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” accolgono con ampia soddisfazione la decisione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che dopo l’approvazione  dell’ordine del giorno  n. 9/2463/293 in sede di conversione in legge del DL Cura Italia, accoglie la loro richiesta di sostegno immediato al Terzo settore, messo a dura prova dall’attuale emergenza sanitaria ed economica.
L’Ufficio ministeriale competente ha messo in atto, velocizzandole il più possibile, le procedure per lo sblocco del 5 per mille relativo al 2018 e ha preso i dovuti contatti con i necessari interlocutori: Agenzia delle Entrate, MEF e Banca d’Italia per definire la tempistica di pagamento.
«Dopo l’approvazione dell’ordine del giorno abbiamo provveduto a scrivere una lettera urgente e ad interloquire con lo staff del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus e coordinatrice di “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” – ci sono buone probabilità che l’ordine del giorno venga attuato nei termini fissati. Questa è una buona notizia per tutte le Onlus alla vigilia della Festa dei Lavoratori del 1° maggio».

La sicurezza nelle Scuole anche in Tempo di Covid

La gestione della sicurezza negli Istituti Scolastici è un aspetto fondamentale per garantire la tutela della salute degli studenti e del personale docente.
L’acquisizione delle competenze specifiche richieste per svolgere attività così importanti e delicate presuppone corsi di formazione e di aggiornamento ad hoc.


ICOTEA S.r.l, istituto di formazione riconosciuto dal MIUR, tra le sue proposte formative offre a tal proposito il corso online per Preposto/Fiduciario di Plesso/Capo Area Rischio Medio di 20 ore.
Vediamo dunque chi è il fiduciario di Plesso,la normativa che regola la gestione della sicurezza nelle scuole si rifà all’Accordo Stato-Regioni in vigore dal 2012 che dà attuazione all’articolo 37, comma 7, del D. Lgs. 81/2008: in essa vengono disciplinati in modo puntuale gli obblighi formativi di preposti, dirigenti e datori di lavoro deputati a svolgere attività di prevenzione e protezione dai rischi.
Le strutture appartenenti al settore dell’Istruzione e della Pubblica Amministrazione sono catalogate come appartenenti alla categorie di aziende con Rischio Medio.
All’interno delle scuole le figure preposte alla sicurezza sono i presidi e i fiduciari di plesso.
I fiduciari di plesso sono soggetti che supportano il dirigente scolastico. Ad essi vengono delegate alcune attività organizzative e amministrative, tra le quali anche l’organizzazione della sicurezza nelle strutture.
Il corso online per Fiduciari di Plesso di ICOTEA S.r.l ha una durata di 20 ore:
Per accedervi è necessario disporre di un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria.
I temi trattati spaziano dalle metodologie per effettuare la Valutazione dei Rischi e redigere la documentazione necessaria, all’individuazione delle tecniche e delle procedure di prevenzione dei rischi, fino all’attività di comunicazione e sensibilizzazione dei fruitori degli istituti scolastici (personale docente e studenti).
Il corso ha una scadenza quinquennale: dopo tale scadenza sarà necessario seguire un corso integrativo di aggiornamento della durata di 6 ore.Al termine del percorso formativo, fruibile completamente online, sarà rilasciato un attestato con valore legale sia in Italia che all’estero.Per ulteriori informazioni visita il sito.www.icotea.it.

Emanuela Maria Maritato

CORONAVIRUS: BENVENUTI (ECOITALIASOLIDALE) GRAVISSIMO ABBANDONARE LE MASCHERINE IN STRADA L’ERRATO CONFERIMENTO ED UNA CARENTE PROGRAMMAZIONE POTREBBE CAUSARE UN GIGANTESCO DISASTRO AMBIENTALE

La mascherina, l’oggetto  che ci sta proteggendo a livello globale  da un rischio sanitario potrebbe causare un gigantesco disastro ambientale.

Proseguiamo a sostenere che dopo questa pandemia per il Coronavirus l’attenzione all’ambiente nell’intero pianeta deve poter avere una differente e più attenta considerazione da parte di ogni Stato, di ogni Istituzione  e di ogni singola persona. Non ultimo anticipare l’inquinamento che produce un errato conferimento e smaltimento delle mascherine che stanno diventando uno strumento di contenimento della pandemia Coronavirus a livello globale.
E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, green manager ed esperto nella gestione dei rifiuti.
Oltre ad evidenziare come i dispositivi sanitari come le mascherine usate sono da considerarsi potenzialmente infette,  in quanto se presente anche un piccolo quantitativo di materiale biologico sul quale è presente il virus può resistere sino a 6 ore, c’è anche un tema di senso civico, di decoro e di inquinamento se vengono abbandonate in strada e non adeguatamente conferite.
Gli effetti negativi si stanno osservando già nel mare. In Italia ad esempio si ha notizia di numerose mascherine e di guanti raccolte nelle acque davanti al porto di Ancona dall’imbarcazione antinquinamento Pelikan. Le spiagge di Hong Kong e dell’isola di Soko sono  già sommerse di mascherine usate, ma purtroppo si possono notare anche  le prime mascherine abbandonate nelle strade e sui marciapiedi delle città italiane, Capitale compresa. Ad oggi le mascherine debbono essere conferite nella raccolta indifferenziata. E’ bene avvolgere questi rifiuti in due o tre sacchetti, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderli bene.
Per chiudere il sacchetto è bene usare dei guanti monouso, che poi andranno in un altro sacchetto che andrà sempre nella raccolta indifferenziata.
La loro carica virale imporrebbe uno smaltimento speciale, soprattutto per i soggetti positivi che seguono il decorso presso la propria abitazione, come per i rifiuti ospedalieri, mentre al momento il ministero della salute indica soltanto di metterli nell’indifferenziata «chiudendo tali rifiuti in due o tre sacchetti, uno dentro l’altro».
Gettare fuori da queste regole e abbandonare le mascherine in terra vuol dire lasciare in natura oggetti fortemente inquinanti, che potrebbero anche essere contagiosi. Dispositivi molto resistenti che hanno una durata nell’ambiente di decine di anni come accade per le buste di plastica di cui  ormai tutti conoscono la forte capacità inquinante soprattutto nei mari.
Ora che sono diventate obbligatorie si ipotizza un fabbisogno di circa 40 milioni di mascherine al giorno,  oltre un miliardo al mese, che producono anche 300 tonnellate di rifiuti quotidiani. Abbandonarle fuori ogni regola ci fa immaginare un incremento dell’inquinamento della plastica nei nostri mari, essendo dispositivi  prodotti in polipropilene o altre materie plastiche e quindi mettendo a rischio ancor di più la vita di pesci e dei mammiferi negli oceani.
Sarebbe oppurtuno rafforzare la comunicazione istituzionale facendo appello   al senso civico e alla responsabilità dei cittadini attraverso la programmazione  di campagne di informazione e sensibilizzazione per l’esatto conferimento dei presidi sanitari. Vi è altresì la necessità di prendere in considerazione la produzione nazionale, maggiormente controllabile per i materiali utilizzati e per la diminuzione dell’inquinamento complessivo collegato al trasporto, ipotizzando soluzioni come mascherine monouso di cotone e cellulosa interamente bio-compostabili, oltre a dettare   regole certe e uguali in ogni Regione circa  le varie modalità di smaltimento finale.
Inoltre proponiamo una raccolta apposita magari con contenitori simili a quelli utilizzati per la raccolta dei farmaci all’ingresso delle farmacie, da posizionare anche all’ingresso dei supermercati e centri commerciali.  Infine si potrebbe prevedere un accordo con le Farmacie per il ritiro diretto delle confezioni di mascherine usate, debitamente sigillate, che  potessero valere un rimborso o sconto rispetto alle nuove da acquistare.  Quindi oltre a pensare all’oggi, a proteggersi dal Covid-19, è bene iniziare già da ora a considerare ed evitare l’inquinamento che potremmo produrre nei mari e nell’ambiente con l’errato utilizzo del conferimento e dello smaltimento delle mascherine e per una mancanza di programmazione sulla raccolta e lo smaltimento.

ECOITALIASOLIDALE