Social. Riflessioni dell’artista e scrittore Roberto Bombassei

I social sono solo un potentissimo strumento per qualsiasi cosa. La cosa negativa è che creano una dipendenza immediata e inconsapevole.
Appena accedi sui social, hai già imparato ad utilizzarli e, inconsapevolmente, non riesci più a staccarti. Entri in questo nuovo paradiso terrestre, dove tutti siamo diventati protagonisti , dove mostriamo agli altri moltissimi pregi, pochi difetti, vite perfette. Tutti re e regine. Ma è proprio cosi?
Quello che è abbastanza evidente è che i social hanno tirato fuori in maniera decisa tutti quei sentimenti umani che erano tenuti nascosti. Invidia, gelosia, odio. E , con i sentimenti, i comportamenti aggressivi e violenti. La leggerezza con cui ognuno, commentando dal suo computer, dà la sua coltellata alla vittima , è preoccupante. Il web richiede un alto grado di educazione e di coscienza di sé stessi, cosa che mi sembra non ci sia, o mi sbaglio?

Ognuno è responsabile di sé, si richiede un’autodisciplina, si richiede cultura, si richiede serietà, si richiede rispetto. E pensare che sembrava un gioco… Però una cosa meravigliosa poter comunicare al mondo che tu esisti ed è meraviglioso anche il fatto che è gratis. Gratis? Niente è gratis e quando qualcosa è gratis, la merce sei tu. Una merce, come può essere il porco, che con il suo sacrificio combatte la fame e la miseria. Per chi non lo sapesse, la parola porco è l’anagramma di corpo.
Dal maiale non si butta via niente. Come nei social

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