Agricoltura, Tiso(Confeuro): “Clima, crisi idrica e tutela pmi siano priorità istituzioni”

Agricoltura, Tiso(Confeuro): “Clima, crisi idrica e tutela pmi siano priorità istituzioni”

“Nella giornata di oggi sono andati in scena presso l’Holiday Inn-Parco dei Medici di Roma, gli Stati Generali Confeuro sull’agricoltura. Una giornata ricca di iniziative e dibattiti a cui hanno partecipato ospiti istituzionali ed esperti di settore per parlare del presente e futuro del settore primario e di temi cruciali come clima, crisi idrica, tutela piccole e medie imprese agricole, pericolo di dazi e guerre commerciali, educazione alimentare e difesa Made in Italy. Ringraziamo tutti i presenti, eravamo quasi in 400 in una sala stracolma, segno che l’agricoltura rappresenta ormai un settore chiave anche nella vita quotidiana di comunità e territori. Ringrazio inoltre il presidente del Consiglio regionale del Lazio, Aurigemma, il presidente CNG Pisani, il professore Andreassi, e gli onorevoli Lovecchio, Castiglione e Gatta per i loro autorevoli e preziosi contributi. Per Confeuro è stato un fondamentale momento di confronto al fine di fornire soluzioni di rilancio e sviluppo del comparto agricolo in questo delicato e complesso contesto storico. La nostra speranza, che si traduce in un accorato appello, è che la lotta al cambiamento climatico, la salvaguardia di una risorsa essenziale come l’acqua e il sostegno alle PMI agricole entrino finalmente in modo strutturale e prioritario nelle agende istituzionali, sia a livello nazionale che internazionale. Il futuro dell’agricoltura non può più essere rimandato: servono investimenti, visione, politiche lungimiranti e un reale coinvolgimento delle comunità agricole. Solo così potremo affrontare con determinazione le sfide che ci attendono e costruire un modello sostenibile, equo e resiliente, capace di garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e coesione sociale”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente Confeuro a margine dell’evento nazionale “Conta Ogni Goccia – insieme nell’anno che verrà”, svoltosi martedì 8 aprile a Roma.

Fra pop e storia, a Trastevere apre Fradiavolo

Fra pop e storia, a Trastevere apre Fradiavolo

Siamo stati nel cuore pulsante di Trastevere, dove Fradiavolo ha appena aperto il suo 32° gioiello – il terzo a Roma! Siamo in Via di Porta Settimiana 8, un angolo che sembra sussurrare storie di una Roma antica e romantica. Qui, tra i vicoli che profumano di storia, ci troviamo a due passi da Piazza Trilussa, dove il poeta dialettale dava voce al popolo, e dalla casa della Fornarina, la musa di Raffaello avvolta nel mistero. È Trastevere puro, quello di una volta, con i sampietrini lucidi sotto i piedi e quell’aria di eterno che ci fa battere il cuore.

La location di Fradiavolo è un sogno a occhi aperti: un giardino interno che ci trasporta in un’oasi segreta, lontano dal caos, e due terrazze che gridano ‘Roma nostra’. Il design ci ha stregati: un mix di vintage e modernità, con materiali di recupero che raccontano anni passati, muri che sembrano parlare e un’atmosfera accogliente che ci abbraccia.
È come entrare in una cartolina di una Roma d’altri tempi, ma con un twist contemporaneo che ci piace da morire.

Fuori, i vicoli di Trastevere ci avvolgono: siamo nel mezzo di un quartiere che respira arte e leggende. Pensate alla Fornarina che passeggia qui intorno, o a Trilussa che declama versi sotto le finestre. Fradiavolo ha scelto un posto magico, un pezzo di storia
viva, e lo ha reso ancora più speciale. Certo, la pizza è top – impasti come il nuovo ‘Romano’ scrocchiarello e sapori italiani doc – ma è la location che ci rapisce. E attenzione: c’è lo ‘special bottone sorpresa’ in bagno. Un cartello dice ‘non premere’, ma se lo fate, fuori parte una mini-discoteca con luci e musica – un tocco folle che ci fa sorridere.

Insomma, Fradiavolo Trastevere è più di un ristorante: è un viaggio nella Roma che amiamo, quella eterna e un po’ ribelle. Venite con noi a scoprirlo, perché questo posto è un pezzo di cuore della città!”

Sociale, partecipazione per l’aperitivo culturale di Accademia IC su ludopatia

Sociale, partecipazione per l’aperitivo culturale di Accademia IC su ludopatia

“Si è tenuto venerdì 4 aprile, presso la sede Labor in via Tiburtina a Roma, l’aperitivo culturale organizzato da Accademia Iniziativa Comune, un appuntamento che ha unito partecipazione, approfondimento e confronto sul tema della legalità, con particolare attenzione alla piaga sociale della ludopatia. L’incontro ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, esperti, attivisti e volontari, tutti riuniti per discutere di una dipendenza che colpisce milioni di italiani, spesso in silenzio. Tra gli interventi più significativi, quello di Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia IC, che ha ribadito “la necessità di riportare il dibattito sulla ludopatia al centro delle politiche pubbliche, come emergenza sociale e sanitaria, ma anche come questione di giustizia e trasparenza nei confronti delle comunità più fragili”. È intervenuto anche Attilio Arbia, esponente di Accademia IC, che ha citato i dati sul fenomeno della ludopatia e sulla diffusione massiccia del gioco online, “sempre più accessibile e difficile da controllare”. “L’evento ha rappresentato un momento prezioso di riflessione collettiva e di sensibilizzazione, con l’obiettivo di costruire un’alternativa culturale fondata sulla prevenzione, la legalità e il coinvolgimento consapevole della cittadinanza. Accademia Iniziativa Comune – conclude il portavoce Carmela Tiso – conferma il suo impegno nella promozione di spazi di confronto, formazione e attivismo, convinta che il cambiamento passi anche attraverso iniziative partecipate, accessibili e radicate nei territori. Il nostro tour non si ferma e toccherà altre citta italiane già nelle prossime settimane”.

L’apertura verso L’Eu della Libia ha un solo nome Haftar

Belkacem Haftar, figlio del generale Khalifa Haftar, sta giocando un ruolo fondamentale nella ricostruzione della Libia. In qualità di direttore generale del Fondo per lo sviluppo e la ricostruzione della Libia, Haftar ha firmato numerosi contratti di lavoro con aziende turche ed emiratine per realizzare progetti di ricostruzione, in particolare nelle aree colpite dalle inondazioni ¹. Continue reading

Il Mago di Arcella e il falso testamento

Lo chiamavano così, “il Mago di Arcella”. Perché sapeva incantare. Incantava le persone, i notai, i figli, le mogli e le ex mogli. Ma il sortilegio si è infranto in una data precisa: 3 ottobre 2017. Giorno in cui finalmente i figli della seconda moglie andarono dal notaio per far aprire il testamento. Da chiedersi come abbiano potuto depositare in una causa questo testamento prima ancora di averlo pubblicato. La domanda è questa: è un vero testamento del mago di Arcella o è una scrittura privata?

Quel giorno fu pubblicata una scheda testamentaria segreta del Mago di Arcella, un documento che avrebbe dovuto parlare con la voce della sua ultima volontà. E invece no.

Non era un testamento. Era un monologo confuso, una confessione a mezza voce, un delirio in punta di penna. Un foglio che sventola tra le carte notarili con l’arroganza di chi pretende di decidere oltre la morte, ma non ne ha più la forza. Né il diritto. Perché nella “scheda” del Mago, non c’è testamento. C’è solo il rumore dei fantasmi. Di figli contrapposti, di proprietà svanite, di denari che entrano e spariscono come in un gioco di prestigio. Non una parola chiara, non un atto di volontà conforme all’articolo 587 del Codice Civile. E se manca la volontà attuale di disporre post mortem dei propri beni, non si può parlare di testamento. Punto.

Scrisse, o qualcuno scrisse per lui, che la villa di via Rufelli 91, ad Ariccia, era stata venduta e il ricavato donato ai figli Bruno e Gloria, nati dal primo letto. Ma era una bugia. Il prezzo fu pagato con dodici cambiali, e la metà della casa apparteneva alla prima moglie, Ricci Eleonora Teresa. Nessuna traccia di quel denaro in favore dei figli. Nessun bonifico, nessuna quietanza. Nulla. Oltretutto i figli erano troppo piccoli per riscuotere.

Scrisse, o qualcuno scrisse per lui, che il piano terra della villa di via Rufelli 89 era stato donato alla figlia Gloria. Ma anche questa era una menzogna. Quel piano fu venduto. Lo attestano i rogiti, lo confermano le date. E Ricci Eleonora Teresa, nel 2004, aveva ancora la residenza nella casa di via Tuscolana.

Scrisse, o qualcuno scrisse per lui, che la figlia Gloria comprò un casale a Velletri con il suo aiuto. Ma fu comprato da altri: e con mutuo, non con prestiti familiari. E il conto del Mago non registra nessun prestito. Nessuna traccia.

Scrisse, o qualcuno scrisse per lui, che la gioielleria “Momenti d’oro”, in via Nettunense, era nata nel 1988 con i suoi soldi e quelli della moglie defunta. Ma chi ci crede? La seconda moglie non avrebbe speso un soldo per la figlia della prima moglie del marito. E la gioielleria era di zia Iole, non della moglie di Rodolfo che Laganà, ma la mamma. E non servì alcun adeguamento, perché era già funzionante. Altro che 300 milioni di lire e 9 chili d’oro. Fantasie. Inganni. Neanche un prestito di 30 o 12 milioni risulta esistente per sanare debiti con la Banca di Roma. Gloria aveva una causa contro la Banca di Roma che ha vinto ed è stata risarcita.

E così via, pezzo dopo pezzo, si sgretola il testamento del Mago. Il negozio di via Luigi Amabile ad Avellino? Non fu venduto per donare nulla ai figli. L’appartamento in via Tagliamento? Addirittura ha dimenticato che il suddetto era già intestato ai figli, regalato dalla nonna materna. Invece lui asserisce di essere il proprietario e di averlo donato.

Il bar Montecarlo in via Annaruma? I bambini a cui fu destinato il ricavato della vendita avevano otto o dieci anni. Minorenni. Impossibile ricevere simili somme senza l’autorizzazione del giudice tutelare. E Battista e Ricci erano in separazione dei beni. Altro che donazioni tacite.

E la casa del padre, a Montefredane? Donata ai nipoti. Il nonno donò per riconoscenza la sua legittima perché la prima moglie di Antonio Battista, essendo benestante , ristrutturò la proprietà. Battista Antonio non fece alcuna azione di riduzione. Aveva avuto tempo. Non volle.

E la villetta in via Tuscolana 1243/A? Venduta, si dice, dai figli del secondo letto, con incasso di 700 mila euro per il padre. Ma dove sono i movimenti bancari? chiediamo la dimostrazione.

Anche i 100 mila euro che avrebbe ricevuto nel 2007 dai figli più giovani per lasciare l’appartamento sopra il Castello Bianco sono solo un’altra invenzione. In realtà vi è una scrittura privata che parla di 50 mila euro, in contanti, con intento simulatorio.

E ancora, la separazione legale dalla seconda moglie. Il Mago dichiarò di ricevere 1.800.000 euro per la cessione del 50% del Castello Bianco. Ma nei documenti non ve n’è traccia. Nessun assegno, nessun bonifico. Nessuna realtà. Era ancora in vigore la lira, quindi questa cifra non può scomparire nel nulla.

E allora resta solo un dubbio. Anzi, una certezza amara: che quella scheda non l’abbia nemmeno scritta lui, perché non era scritta di suo pugno ma solo firmata. Che non fosse più lucido. Che non sapesse più distinguere il vero dal falso. Che fosse solo, stanco e malato.

E così muore il mito del Mago. Non con uno schianto, ma con un sussurro ingannevole su carta intestata. Non un testamento, ma un ultimo incantesimo mal riuscito.

Mettiamo in evidenza per dovere di cronaca un link che potete visionare in cui IL MAGO di Arcella viene intervistato, e da questo video potete vedere le condizioni del Mago. Tutto lo fa sembrare tranne che una persona lucida a voi il giudizio.

Social, Selfiestreet sfida Zuckerberg e Musk

Social, Selfiestreet sfida Zuckerberg e Musk: nasce il primo social italiano che esce dal telefono e conquista le città.
Dall’Italia parte la rivoluzione dei social network. Con Selfiestreet, ideato dall’imprenditore Michele Cascavilla, nasce il primo social network al mondo che non si limita agli smartphone, ma prende vita nei maxischermi delle città. Il digitale si fonde con lo spazio pubblico, e i protagonisti sono le persone comuni. Il lancio ufficiale avverrà il 15 aprile, con la prima proiezione di contenuti sugli schermi urbani delle principali città italiane, a partire da Milano e Roma, per poi estendersi progressivamente in tutto il Paese. Con Selfiestreet bastano 10 secondi e uno smartphone per diventare protagonisti dello spazio urbano. Attraverso l’app, gli utenti possono caricare foto e video che saranno proiettati su grandi schermi cittadini, trasformando ogni post in un evento visibile a tutti. “Ispirandosi all’iconica frase di Andy Warhol, Selfiestreet dà a chiunque la possibilità di essere protagonista, anche solo per pochi secondi, ma in modo autentico, visibile e potente. È la democratizzazione della visibilità: dalla rete allo spazio pubblico, e ogni persona potrà vivere il brivido della celebrità in pubblico”spiega Cascavilla. “Una nuova forma di espressione, un mix tra social network, street art e comunicazione urbana.” Michele Cascavilla è noto anche per il suo libro autobiografico ‘Le Lenzuola del Potere’ in cui racconta il suo percorso imprenditoriale, e la cui prefazione porta la firma di Silvio Berlusconi, che affermò di “riconoscersi in alcuni tratti della carriera di Cascavilla, soprattutto nell’entusiasmo e nella determinazione”. Un episodio emblematico risale al G8 dell’Aquila, dove Cascavilla fu chiamato ad allestire in tempi record tutte le camere destinate ai capi di Stato. Un’impresa logistica e simbolica che rafforzò il legame tra il design italiano e i grandi eventi internazionali. Indimenticabile anche il celebre copripiumino realizzato da Cascavilla per il 65° compleanno del Presidente Putin, che raffigurava la stretta di mano tra lo stesso Putin e Berlusconi. A sostenere l’iniziativa ci sono due partner: la famiglia Peruzzo, erede di una delle più importanti realtà editoriali italiane del secondo Novecento. Con il marchio Alberto Peruzzo Editore, ha lasciato un segno indelebile nell’editoria, nella televisione privata e nella cultura popolare. Dalle enciclopedie vendute in edicola all’avventura televisiva con Rete A, la famiglia Peruzzo rappresenta un pezzo di storia dell’innovazione mediatica italiana. Il loro supporto a Selfiestreet rafforza il legame tra memoria editoriale e futuro digitale. “Selfiestreet rappresenta una rivoluzione vera: per la prima volta i social escono dagli schermi dei telefoni per entrare nelle piazze e nelle strade. È un nuovo modo di comunicare, più autentico, umano e diretto. Siamo entusiasti di essere i promotori di questa importante evoluzione”, ha dichiarato Alessandro Peruzzo. L’altro partner è il Gruppo Vivenda, realtà romana di eccellenza nel campo dei servizi educativi, sociali e tecnologici, con una visione moderna dell’integrazione urbana. Grazie alla loro esperienza e alla presenza in numerosi contesti pubblici, Vivenda sarà un attore strategico per lo sviluppo e la diffusione della rete di maxischermi. Il marchio Selfiestreet è stato regolarmente depositato. Brevetti, tecnologie e collaborazioni strategiche compongono l’ossatura di una startup tutta Made in Italy pronta a conquistare le città.