Michele Pellegrini:” AssoTutela è un’associazione attiva concretamente, sono orgoglioso di farne parte”

Il nuovo delegato al commercio di AssoTutela per la Sardegna Michele Pellegrini si ritiene orgoglioso dell’Associazione che ora rappresenterà nell’isola sarda.
Concierge e imprenditore Michele Pellegrini sarà la voce di AssoTutela in Sardegna; terra ricca di bellezza e meta estiva preferita di milioni di italiani e non solo.

“Mi appoggio ad una società di intermediazione immobiliare, segnalo clienti a cui effettuo servizi di ogni genere: rentals yachting, chef, butler, concierge, driver etc.
La situazione è decisamente preoccupante, l’italia ha un PIL generato per il 60 % dal turismo che è stato letteralmente ucciso da questa pandemia. I segnali di ripresa tardano ad arrivare aumentando di conseguenza la preoccupazione di un popolo che vede nel turismo la fonte di guadagno principale.
Il popolo sardo si è dimostrato ancora una volta fantastico ed eccezionale nel rispettare con attenzione tutte le precauzioni imposte dal governo, sono orgoglioso di essere sardo e di vivere con questo popolo straordinario in questa terra che reputo tra le più belle del mondo!”
“Aggiungo- prosegue il delegato di AssoTutela per la Sardegna- che sono a disposizione per chiunque voglia contattarmi per avere consigli o informazioni sull’imprenditoria”
Michele Pellegrini commenta entusiasta il suo ingresso nella famiglia di AssoTutela, elogiandone il lavoro e l’impegno.
“Assotutela è un associazione presente concretamente, è attiva nel concreto e offre tante opportunità a noi imprenditori e a tutti i commercianti. Persone professionali e moralmente splendide, sono orgoglioso di essere il nuovo delegato per la Sardegna. Il presidente Maritato è una persona straordinaria, lo ringrazio pubblicamente per la stima che mi ha dimostrato”
Conclude il nuovo delegato di AssoTutela per la Sardegna Michele Pellegrini.

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ATAC, PALOZZI-FIESOLE(CAMBIAMO): “INTERVENIRE SU MANCATI STIPENDI LAVORATORI LUCENTE SPA”

“Siamo molto preoccupati per quanto starebbe accadendo ai lavoratori della Lucente Spa, impresa che si occupa per conto di Atac della pulizia e della sanificazione sui siti della Metro C. La società avrebbe comunicato alle organizzazioni sindacali l’impossibilità di rispettare il termine di pagamento previsto per la corresponsione della mensilità di aprile 2020 in favore del personale operante sui siti Metro C, poiché il committente, cioè Atac, non avrebbe tenuto fede ai termini di pagamento né comunicato prospettive di adempimento a breve termine. Continue reading

CORONAVIRUS, AMBROGIANI (PD): “INFERMIERI EROI DEI GIORNI NOSTRI”

“Nella giornata di oggi, martedì 12 maggio, si celebra la Giornata internazionale dell’infermiere, nel bicentenario dalla nascita di Florence Nightingale, innovatrice e fondatrice dell’infermieristica moderna. Un data fondamentale, che acquista ancor più significato in questo periodo di grande emergenza sanitaria, legata al Coronavirus, Continue reading

CORONAVIRUS, COLOSIMO (FdI): AGLI INFERMIERI NON SOLO APPLAUSI, MA DIGNITÀ E SICUREZZA

“In ogni guerra si cercano degli eroi e gli infermieri in particolare, con la loro divisa e la loro prima linea nei reparti di emergenza Covid, meritano tutti i nostri grazie. É sentito e doveroso concedere loro il giusto tributo, ma compito della politica non è solo quello di applaudire, ma piuttosto di mettere il personale di tutto il comparto medico in grado di svolgere il proprio lavoro con dignità e sicurezza. Penso al volto delle infermiere “rovinato” dall’uso continuo delle mascherine e agli infermieri bistrattati e precari che tengono in piedi il sistema di assistenza domiciliare.Penso che ai grazie vanno accompagnati i fatti di chi da adesso in poi non deve più sacrificare la sanità al Dio denaro”. È quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo.

GUARDIA DI FINANZA BOLOGNA: OPERAZIONE BLUE ANGELS. ARRESTATA L’AMMINISTRATRICE DI QUATTRO SOCIETÀ CHE FORNIVANO SERVIZI DI ASSITENZA DOMICILIARE PER SFRUTTAMENTO AGGRAVATO DEI LAVORATORI.

I finanzieri del Comando Provinciale di Bologna hanno eseguito, su disposizione del GIP del locale Tribunale, Dott. Domenico Truppa, un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di F.F., classe 1974 residente a San Lazzaro di Savena (BO), amministratrice di alcune cooperative e società operanti in tutta la provincia di Bologna che offrivano servizi di assistenza diurna e notturna a favore di anziani e malati, in quanto ritenuta responsabile di aver gestito in condizioni di sfruttamento, nel corso degli anni, oltre 300 badanti provenienti dall’Est Europa, in violazione dell’art 603 bis del codice penale (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro).

Oltre all’arresto sono stati sequestrati anche i locali, ubicati a Bologna e Casalecchio di Reno, dove avevano sede le cooperative e le società gestite in maniera illecita.
In particolare, le indagini scaturiscono da alcuni controlli effettuati dall’INPS di Bologna nei confronti delle società tutte riconducibili all’imprenditrice che avevano fatto emergere numerose irregolarità alla normativa che regola i rapporti di lavoro.
I successivi approfondimenti investigativi eseguiti dalle fiamme gialle del Nucleo di Polizia economico finanziaria, sotto la direzione della procura della Repubblica di Bologna, nella persona del Sostituto Procuratore Rossella Poggioli, hanno permesso di accertare come l’arrestata approfittando dello stato di bisogno delle lavoratrici, molto spesso in difficoltà economiche perché da poco giunte in Italia, offrisse contratti a progetto per mascherare rapporti di lavoro subordinato, corrispondendo, precisa il GIP ,“compensi irrisori (a fronte di alte tariffe orarie che venivano richieste per assistere gli anziani bisognosi di cure) senza la possibilità di fruire ferie, e più in generale in totale spregio di qualsiasi norma che disciplina i rapporti di lavoro e la sicurezza sui luoghi di lavoro”.
Le badanti venivano reclutate, con l’ausilio di un dipendente anch’egli indagato ma a piede libero, attraverso annunci su internet oppure manifesti pubblicitari affissi nei pressi delle fermate da cui partono gli autobus per l’Est Europa o annunci sui giornali.
Inoltre, con precisi intenti speculativi e tendenti a massimizzare i propri illeciti profitti, l’indagata ometteva di versare, in numerose circostanze, i contributi spettanti ai dipendenti, rendendosi anche responsabile di gravi violazioni alla normativa fiscale e previdenziale, oltre a riuscire a conquistare ampie quote di mercato dal momento che, grazie ai risparmi illeciti ottenuti a danno dei lavoratori e dell’erario, riusciva ad offrire i propri servizi a prezzi molto più bassi della concorrenza.
In aggiunta, i conti correnti delle società cooperative –che formalmente avrebbero dovuto perseguire scopi mutualistici a beneficio di tutti i lavoratori – sono stati prosciugati dall’imprenditrice anche per acquistare numerosi beni di lusso (gioielli, borse e viaggi) non rientranti tra le primarie esigenze funzionali delle società, ma destinati al puro godimento personale.
L’operazione, denominata “Blue Angels”, si inquadra nell’ambito delle attività poste in essere a contrasto delle condotte illecite lesive dell’affidamento dei cittadini verso il corretto funzionamento del mercato del lavoro.

SEQUESTRATI IN UN MAGAZZINO FARMACI ARRIVATI IN AIUTO DALLA CINA GIRO D’AFFARI PER 5 MILIONI DI EURO DUE PERSONE DENUNCIATE

Dovevano servire per aiutare la popolazione italiana durante l’emergenza Coronavirus. Invece, centinaia di Medicinali arrivati dalla Cina erano nascosti nei magazzini di una società piemontese.
È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Torino al termine di un’operazione che ha portato alla denuncia di due persone e al sequestro di migliaia tra mascherine e medicinali.

Una vera e propria “montagna” di dispositivi medici non conformi tutti importati illecitamente e successivamente commercializzati in tutta Italia.
La base a Torino, nel quartiere di Porta Palazzo, dove aveva sede la società per azioni, amministrata da un cittadino cinese cinquantacinquenne, Z.Y. le sue iniziali residente nel capoluogo piemontese, dominus del sistema truffaldino. La sua società si ramificava su buona parte del territorio nazionale grazie anche alle quattro unità locali di Novi Ligure (AL), Cessalto (TV), Rozzano (MI) e Rignano sull’Arno (FI), tutte da poco perquisite dai Finanzieri.
Due gli imprenditori cinesi denunciati dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino che hanno condotto le indagini coordinati dalla locale Procura della Repubblica. I due, in concorso tra loro, hanno introdotto illecitamente in Italia containers di mascherine protettive (tipo FFP2 e/o chirurgiche) approfittando della situazione emergenziale connessa alla diffusione dell’epidemia da COVID 19.
Ed è proprio nei magazzini della società di Novi Ligure, nell’Alessandrino, che i Finanzieri hanno scoperto come dietro la rivendita di capi d’abbigliamento di lusso acquistati all’Outlet di Serravalle Scrivia (AL), si celava un deposito, all’interno del quale venivano occultate le mascherine importate illegalmente.
Qua, oltre ai dispositivi medici, 130.000 mascherine, sono state rinvenute una quarantina di carte di credito, “Gold” e “Platinum”, di diversi istituti di credito, carte queste ultime, utilizzate per l’attività illegale.
L’aspetto più grave della vicenda il ritrovamento, sempre presso la società alessandrina, gestita da P.C., trentaduenne residente a Novi Ligure, di centinaia di confezioni di medicinali utili al contrasto della diffusione epidemiologica; tutti i farmaci erano destinati alla popolazione italiana nell’ambito del progetto “Anti-Epidemic Supplies from Zhejiang to Italy”. Sono ancora in corso le indagini dei Finanzieri per rintracciare l’amministratore dell’azienda torinese che frettolosamente ha fatto perdere le proprie tracce rifugiandosi in Cina ma anche per accertare le cause per le quali il materiale si trovasse nascosto nel magazzino dei “contrabbandieri” e non messo a disposizione dei servizi assistenziali italiani ai quali erano in origine destinati.
I Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego di Torino hanno appurato un giro d’affari illegale di oltre 5.000.000 di euro: in tre mesi poche fatture d’acquisto ed un “fiume” di fatture di vendita, questo è il quadro d’insieme che le indagini hanno tristemente cristallizzato e che hanno “foraggiato” sistemi speculativi.
Lo “score” dell’operazione è di rilievo, soprattutto perché, oltre ad evitare che il flusso commerciale finale fosse dirottato su speculatori economici, l’enorme quantitativo di “mascherine”, circa 600.000, sarà destinato, grazie ai provvedimenti di requisizione del delegato dal Commissario per l’Emergenza Covid-19 sul territorio piemontese, agli Enti pubblici e/o assistenziali maggiormente in crisi in questo momento.
Le indagini sono ancora in corso e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino si raccomanda di porre la massima attenzione nell’acquisto dei dispositivi di protezione individuale; in questi giorni numerose aziende italiane hanno avviato delle produzioni lecite a prezzi concorrenziali che potranno garantire loro una ripartenza per il post emergenza.